Abbazia Territoriale di Montevergine


Abbazia Territoriale di Montevergine

L’abbazia territoriale di Montevergine, si trova sui monti del Partenio, nel territorio del Comune di Mercogliano, del quale è frazione, all’altezza di 1.263 metri dell’omonima montagna e ha sostituito un antichissimo santuario dedicato a Cibele e Vesta, e residenza di un oracolo celebre.

Il nome antico altomedievale del monte, secondo i manoscritti conservati nel detto monastero era “Monte di Virgilio“, perché la tradizione sosteneva che il poeta latino Virgilio avesse una casa con orto in questo luogo. Solo in seguito alla fondazione del monastero l’altura fu dedicata alla Vergine.

 

Il cenobio fu fondato da Guglielmo da Vercelli, monaco eremita vissuto tra l’XI e il XII secolo, di ritorno da un pellegrinaggio a Santiago di Compostela e diretto a Gerusalemme. Nel 1126 venne costruita la chiesa dedicata alla Vergine Maria per servizio alla comunità che, intanto, si era formata, che papa Leone XIII riconobbe come Congregazione Virginiana l’8 agosto 1879, particolarmente dedica alla cura dei malati e dei bisognosi (con la costruzione di numerosi nosocomi)

Dopo la morte di Guglielmo, nel 1142, il santuario ebbe il periodo di massimo splendore tra il XII ed il XIV secolo, quando si arricchì di numerose opere d’arte: fu in questo periodo che venne donato all’abbazia il dipinto della Madonna, oggi venerato nella basilica cattedrale, ma anche numerose reliquie, tra le quali il corpo di San Gennaro, che fu poi trasferito nel duomo di Napoli nel 1497.

 

Durante la seconda guerra mondiale, precisamente dal 1939 al 1946, ospitò segretamente la Sacra Sindone di Torino, non solo per proteggerla dai bombardamenti, ma anche per nasconderla nel caso in cui Adolf Hitler avesse voluto impossessarsene.

 

Nel 1961 avvenne l’inaugurazione della nuova basilica, progettata dall’Architetto Florestano Di Fausto, sul cui altare maggiore venne posto il quadro della Madonna (il 25 giugno 2012, dopo un accurato restauro, il quadro della Madonna è stato nuovamente collocato all’interno della Basilica antica, nella cappella dedicata al Crocifisso); sempre agli anni sessanta risalgono la cripta, che contiene le spoglie di San Guglielmo, la sala degli ex voto e un museo, riorganizzato secondo i moderni standard nel 2000 (che raccoglie i numerosi reperti archeologici, gioielli ed opere d’arte portati dai pellegrini o ritrovati intorno al santuario).

 

Del complesso abbaziale è parte integrante anche il Palazzo abbaziale di Loreto, che si trova nel centro di Mercogliano. Al suo interno trovano sede una farmacia risalente al 1753 ed una importante biblioteca (oggi statalizzata).

 

Dello stemma dell’abbazia, che è anche quello che identifica la Congregazione Monastica Verginiana (di Montevergine), esistono diverse versioni a partire da 1544, quella più nota si blasona: “d’azzurro, al monte all’italiana di tre cime di verde fondato in punta, sostenente la croce latina, cimata da una croce greca inscritta in un cerchio e sormontata da una corona all’antica d’oro di cinque punte, il tutto d’oro, fiancheggiata dalle lettere M e V dello stesso”.

Talvolta la corona è esterna allo scudo, posta sul margine superiore.

Le lettere M.V. esprimono il nome dell’abbazia: Monte Vergine, la croce latina rappresenterebbe la fondazione monastica e la croce inscritta nel cerchio richiamerebbe “l’hortus conclusus” ossia la Vergine Maria. La corona richiama l’alta protezione di re di Napoli, in particolare Enrico VI di Svevia, che il 30 marzo 1195, concesse agli abati di Montevergine la giurisdizione sul feudo di Mercogliano, facendone uno dei baroni del Regno.

 

Padre Giovanni Mongelli, monaco di Montevergine e studioso, scomparso nel 1995 così descrive l’emblema: «sulla base, costituita da tre monti, si erge una duplice Croce, di cui la superiore, cerchiata, simboleggia la Vergine SS.ma, che dà alla luce il Figlio di Dio incarnato, rimanendo vergine. La corona che sormonta la Croce cerchiata indica la protezione regia e imperiale di cui godeva Montevergine fino all’Unità d’Italia. Le lettere puntate M. V. si svolgono in Monte Vergine».

 

Di questo stemma esistono innumerevoli versioni: monumentale quella che caratterizza l’affresco di Antonio Vecchione del 1750 nella volta dell’ingresso principale del Palazzo Abbaziale di Loreto, che si affaccia sulla via omonima che conduce nel centro di Mercogliano (il Comune nel cui territorio si trova il monastero). Alla base dello stemma si legge la scritta NULLIUS, che ricorda l’autonomia ed extraterritorialità concessa a Montevergine da un atto del marzo 1195 con il quale Enrico VI, figlio del Barbarossa e padre di Federico II, grande benefattore di Montevergine, «prende sotto la sua protezione l’abbazia di Montevergine e le sue dipendenze con tutti i beni mobili e stabili, concede ai monaci l’esenzione da qualunque tributo per il trasporto di tutto ciò che potranno acquistare o vendere; concede la libertà di pascolo per gli animali del monastero su tutto il territorio dell’impero di Sicilia senza riconoscere ad alcuno il diritto dell’erbatico del glandatico e dell’acquatico; esenta inoltre tutti gli uomini del monastero da ogni gravame fiscale».

Dallo stemma dell’abbazia deriva anche il nuovo logo della Biblioteca Statale di Montevergine, che ha sede nello stesso palazzo abbaziale.

 

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

 

 

Bibiografia:

 

Mongelli Giovanni, L’abbazia di S. Giovanni della Valle e i monaci verginiani nativi di Castelbaronia, Castel Baronia, 1990.

 

Privilegium Henrici Sexti, doc. n. 966 del Codice Diplomatico Verginiano, a cura di Placido Mario Tropeano, v. 10, 1193-1996, Montevergine, Edizioni Padri Benedettini, 1986

 

Zamagni Giulio, Il valore del Simbolo: stemmi, simboli, insegne, e imprese degli Ordini Religiosi, delle Congregazioni e degli Istituti di Perfezione. Il Ponte Vecchio, Cesena, 2003, pp.52-53.

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo araldico


“D’azzurro, al monte all’italiana di tre cime di verde fondato in punta, sostenente la croce latina, cimata da una croce greca inscritta in un cerchio e sormontata da una corona all’antica d’oro di cinque punte, il tutto d’oro, fiancheggiata dalle lettere M e V dello stesso”.

 

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune