Abbazia Territoriale della Santissima Trinità di Cava
Abbazia Territoriale della Santissima Trinità di Cava
Storia e informazioni
Il toponimo dell’antica abbazia della Santissima Trinità di Cava, deriva dal fatto che la località sorge in una zona ricca di caverne (mentre la specificazione del nome della città è stata adottata per ricordare l’antica Marcina, abitata dal popolo dei Tirreni, meglio noti come Etruschi).
L’abbazia venne fondata dal nobile longobardo Alferio (successivamente gli fu attribuito il cognome di Pappacarbone, famiglia consanguinea dei principi di Salerno) per adempiere ad un voto fatto durante un viaggio in Francia per conto del suo sovrano salernitano: giunto in Valle Susa cadde gravemente ammalato e venne curato dai monaci dell’Abbazia di San Michele della Chiusa, durante la malattia Alferio fece voto che, se guarito, avrebbe abbracciato la vita benedettina (come poi fece nell’abbazia di Cluny nel 991).
Richiamato dal principe Guaimario III di Salerno per aiutarlo nella riforma dei monasteri del suo principato, dopo qualche tempo si rifugiò in eremitaggio nella grotta (in latino cava) Arsicia alle falde del monte Finestra. Nel 1011 Alferio avrebbe avuto la visione di tre raggi luminosi che gli indicarono il luogo dove fondare un monastero da dedicare alla Santissima Trinità.
Il monastero divenne presto ricco e potente, anche grazie alle donazioni dei principi Guaimario III e Guaimario IV di Salerno e altri nobili.
Il 7 agosto 1394 papa Bonifacio IX Tomacelli elevò Cava al rango di “città”, concedendo ampia autonomia dal potere feudale degli abati. La tradizione afferma che fu a quell’epoca che la città adottò lo stemma, mutando il colore delle fasce da nero a rosso.
Lo stemma dell’abbazia, che si compone di tre fasce nere (richiamanti la Trinità) su campo d’argento, attraversate da un pastorale in verticale e caricato dell’acronimo S. T. C. (Sanctissima Trinitas de Cava). Curiosamente non viene usato, come d’abitudine, il galero verde con dodici nappe, sei per lato, proprio del rango vescovile e degli “abati nullius” ma quello nero degli abati ordinari.
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

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LEGENDA
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