Abbazia di Santa Maria di Morimondo


Abbazia di Santa Maria di Morimondo

Un gruppo di monaci provenienti dall’abbazia francese di Morimond, presso Digione, guidati dall’abate Gualchezio (Gualguerius), si installò nella località di Coronate il 4 ottobre 1134 dove fondò un primo monastero. L’11 novembre 1136 si trasferirono poco lontano, nel “Campo Falcherio”, dove ricostruirono gli edifici e che denominarono come la loro casa madre: Morimond, che intesero come “morire al mondo”, cioè “vivere una nuova vita”. Da subito si dedicarono alla bonifica del terreno e alla produzione agricola.

Ebbe un rapido sviluppo e ancor prima della costruzione della chiesa abbaziale la giovane comunità fu in grado di fondare delle dipendenze ad Acquafredda (Como) nel 1143 e a Casalvolone (Novara) nel 1169, il suo Scriptorium raggiunse una considerevole notorietà, e le proprietà fondiarie si moltiplicarono fino a raggiungere un territorio di 3200 ettari nel corso del XIII secolo, la maggior parte coltivati.

Trovandosi sul confine dei territori di Pavia e Milano subì spesso le conseguenze delle contese tra le due città, ma con l’arrivo dell’imperatore Federico “Barbarossa” subì un vero saccheggio nel 1161.

La chiesa abbaziale venne cominciata solo nel 1182, a causa di accese controversie con il pievano di Casorate, che contestava la giurisdizione sul territorio di sua pertinenza.

A lavori ancora in corso, il 3 dicembre 1237, il complesso subì un ulteriore pesante saccheggio da parte dei pavesi, che devastarono il monastero uccidendo numerosi monaci.

Il lavori della chiesa furono portati a termine solo nel 1296. All’epoca la comunità contava 50 monaci coristi (ossia sacerdoti e dediti soprattutto allo studio) e oltre 200 fratelli conversi (laici che si occupavano delle attività produttive e ai rapporti con l’esterno).

Dal 1450 la carica abbaziale venne assegnata ad un “abate commendatario”, il primo della serie fu il card. Giovanni Visconti, arcivescovo di Milano, al quale seguì il celebre umanista card. Branda Castiglioni.

Grazie al card. Giovanni de’Medici (Commendatario dal 1487 al 1501, futuro papa Leone X dal 1513), si ebbe una intensa rinascita spirituale, grazie all’arrivo di sei monaci cistercensi dell’abbazia di Settimo Fiorentino, che ripristinarono l’osservanza della Regola, in questo periodo fu ricostruito il chiostro (intorno al 1500), il coro (1522) e commissionato l’affresco della “Madonna col Bambino” attribuito a Bernardino Luini nel 1515.

Con l’intento di finanziare l’Ospedale Maggiore di Milano, il card. Carlo Borromeo, nel 1564 tolse molti terreni all’abbazia e la eresse in parrocchia, con il titolo di Santa Maria Nascente.
L’abate don Antonio Libanorio (1648-1652), di origine ferrarese e membro del gruppo di monaci fiorentini, promosse una certa ripresa della comunità monastica.

Il 31 maggio 1798 i rivoluzionari decretarono la soppressione di tutti gli Ordini Monastici e, conseguentemente, si ebbe la soppressione dell’abbazia di Morimondo.

Successivamente ci furono diversi tentativi di riportare la vita religiosa nell’antico cenobio, dal 1805 al 1950 se ne occuparono alcuni sacerdoti ambrosiani, nel 1941 il card. Ildefoso Schuster (che era stato monaco benedettino) visitò l’abbazia e ne constatò lo stato di quasi abbandono. Per cercare di rivitalizzarla contattò i Trappisti delle Tre Fontane di Roma, che però non ebbero le risorse umane per accettare. La sfida venne raccolta nel 1950 dalla Congregazione degli Oblati di Maria Vergine, che si stabilì negli edifici monastici.

Dopo di loro il card. Carlo Maria Martini affidò il complesso alla Congregazione dei Servi del Sacro Cuore Immacolato di Maria, che si incaricò della cura pastorale della Parrocchia e che creò un centro di spiritualità e di iniziative pastorali.

Nel 1993 venne creata la Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo, con il compito del rilancio di Morimondo con la valorizzazione del patrimonio spirituale e culturale dell’abbazia e del legame col monachesimo di Cîteaux in generale.

Nel 2006 la Parrocchia venne presa in carico dal clero diocesano: don Mario Loi, che era già presenta dal 1991, venne nominato parroco; a lui successe don Mario Zaninelli dal 2017.

In quel periodo, nel dicembre 2017, venne promosso il progetto della birra dell’abbazia. Grazie alla passione di Luca Livrieri di Abbiategrasso, in collaborazione con il Comune di Morimondo, proprietario dell’Abbazia, si riuscì a creare un birrificio (vagheggiato fin dal 2014) che producesse birre ispirate dalla tradizione trappista belga con un lievito autoctono creato da Bionova Probiotec col mosto fabbricato nell’antica ghiacciaia dell’abbazia. Le prime bottiglie sono state presentate il 13 maggio 2018.

Il birrificio BAM (acronimo per Birrificio Artigianale Mogorese), attualmente ha in produzione:

– BAM “Morimond”, bianca, da mosti di frumento e avena, al 5,0%.
– BAM “La Cistercense”, bionda ad alta fermentazione, in stile belga, al 6,0%.
– BAM “La Bernarda”, in stile American Amber Ale, al 5,8%.
– BAM “La Templare”, tripel, in stile belga, all’8,5%.
– BAM “Ottone”, dubbel, ambrata intensa al 7,1%.
– BAM “Ghiacciaia”, in stile IPA, al 4,0%.
– BAM “La Speziale”, bionda in stile kolsch, senza glutine, al 4,5%.

Non si è a conoscenza di un “vero” stemma araldico dell’abbazia, in diversi luoghi ed atti è però presente una sorta di “monogramma” dove sono intrecciati alcuni elementi: due grandi T (“tau”) e una croce inscritta in un cerchio, rassomigliante una ruota. La si trova diffusamente nel monastero, la più antica è quella in pietra incisa sull’architrave della porta della chiesa che conduce al chiostro. La simbologia non è chiara, dovrebbe simboleggiare la vita del monaco innestata nella croce di Cristo, la cui vita è guidata dalla Madre di Dio (figura circolare che contiene una piccola croce). Da ricordare che l’abbazia “madre” di Morimond portava una grande croce ancorata rossa, accantonata dalle lettere MORS.

Questo simbolo è anche il “logo” della Fondazione.

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


Logo


Bozzetto originale acs


Altre immagini


Profilo Araldico


Non ancora una blasonatura

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune