Abbazia di Santa Maria delle Grazie di Novacella / Maria Chorherrenstift von Neustift
Abbazia di Santa Maria delle Grazie di Novacella / Maria Chorherrenstift von Neustift
Storia e informazioni
Lo stemma dell’abbazia agostiniana si presenta: “partito: il primo di rosso al Tau d’oro; il secondo troncato cuneato di rosso e d’argento”.
La lettera greca tau (T) richiama la croce romana da esecuzione che, come attestano le descrizioni nell’antichità, ricorda quella della lettera tau. I cristiani, inoltre, vi riconoscono un passo del libro biblico di Ezechiele (9,3-4) nel quale Dio manda l’angelo ad imprimere sulla fronte dei servi questo univoco seguo di salvezza, recitando queste parole: “Il Signore disse: passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme e segna un TAU sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono”. In ebraico, è l’ultima lettera dell’alfabeto e rappresenta il compimento dell’intera parola rivelata di Dio. Questa lettera era chiamata TAU (anche nota come TAW, che in ebraico si pronuncia Tav); è l’emblema proprio del monastero.
Il secondo campo è tradizionalmente attribuito al vescovo Artmann, fondatore dell’abbazia.
Il monastero venne fondato nel territorio di Varna/Vahrn, poco lontano da Bressanone/Brixen, nel 1142 da Artmann di Passau, vescovo di Bressanone, che era stato prevosto dell’abbazia di Klosterneuburg presso Vienna, e da Reginbert burgravio di Sabiona/Säben (presso Chiusa, antica sede della Diocesi) con la moglie Christina. L’iniziativa venne sostenuta da Corrado I di Abenberg, arcivescovo di Salisburgo, della cui area metropolitana Bressanone faceva parte, a sostegno della sua riforma del territorio ecclesiastico a lui soggetto. L’abbazia si occupa da subito anche della pastorale attraverso la parrocchia di Naz, nel 1160 si aggiungerà quella di Chienes e numerose altre in seguito.
Nel 1157 l’imperatore Federico I “Barbarossa” riconobbe l’abbazia e la dotò di privilegi (da sapere che il vescovo Artmann era consigliere e confessore dell’imperatore).
Il prevosto (titolo corrispondente a quello di “abate”) Konrad von Rodank fece costruire una chiesa a tre navate, che fu consacrata nel 1198.
L’edificio venne diverse volte ricostruito e ampliato fino a tutto il XVIII secolo, fin dalla fondazione è stata un luogo di ricovero per i pellegrini provenienti dal Nord Europa e diretti verso Roma e la Terrasanta. Nel 1190 fu completamente devastata da un incendio e viene ricostruita in stile romanico.
Nel 1445 vi fu sepolto il poeta Oswald von Wolkenstein; tra i privilegi dell’abbazia c’era infatti anche quello di poter ospitare sepolture di laici, si credeva che essere seppelliti entro le mura del monastero facilitasse l’espiazione nel Purgatorio. Il 6 novembre 1485 viene consacrato il nuovo coro gotico della chiesa abbaziale. I più importanti pittori del Tirolo, tra i quali Michael Pacher, concorrono a decorarla. Lo scriptorium produce manoscritti pregiati e richiesti ovunque.
Nel maggio del 1525 contadini infuriati per le imposizioni feudali e le tasse, assaltano l’abbazia guidati da Michael Gaismair: la furia si concentra sui registri fiscali ma anche la cantina e il monastero vengono depredati. La rivolta lascia una grave traccia di devastazione.
Il prevosto Hieronymus I Piesendorfer da Vipiteno (34° abate/prevosto dal 1542 al 1561) completò la ricostruzione, compresa una residenza cittadina a Bressanone, ottenne il privilegio dei paramenti pontificali dal papa, diritto confermato dal successivo Concilio di Basilea.
Tra il 1770 e il 1775 il prevosto Leopold von Zanna fa erigere una nuova sala per la biblioteca abbaziale capolavoro del rococò altoatesino, realizzata da Antonio Giuseppe Sartori nel 1773.
A seguito della soppressione degli ordini religiosi, voluta dalla rivoluzione francese e attuata da Napoleone, l’abbazia di Novacella fu soppressa dal governo bavarese, che governava il Tirolo, nel 1807 molte opere d’arte furono confiscate, disperse o trasferite in Baviera. Parte di esse furono riscattate dal governo italiano dopo la prima guerra mondiale e restituite all’abbazia, un’altra cospicua parte è oggi conservata alla Biblioteca Universitaria di Innsbruck.
Con la riunificazione del Tirolo all’Austria l’Abbazia fu ripristinata e reinvestita dei suoi diritti e beni con l’editto dell’Imperatore Francesco I nel 1816.
Da quasi mille anni i Canonici Regolari di Sant’Agostino si occupano dell’educazione dei ragazzi; l’abbazia è tuttora sede di un collegio con scuola media frequentato da studenti provenienti da Bressanone e da varie parti della provincia di Bolzano.
Da ormai più di trent’anni la vocazione educativa si rivolge anche alle persone più adulte, infatti dal 1970 nell’abbazia esiste un Centro Convegni. È inoltre stato istituito un centro per la pastorale del turismo e per l’apostolato biblico, oltre ad un centro ecologico (ÖZN – Ökozentrum Neustift) fondato nel 1988.
Dal 1907 con altre cinque abbazie (Sankt Florian, Herzogenburg, Klosterneuburg, Reichersberg, Vorau) Novacella forma una Confederazione dei Canonici Regolari della Congregazione Lateranense Austriaca (Congregatio Canonicorum Regularium S. Augustini Lateranensium Austriaca) parte della Confederazione dei Canonici Regolari di Sant’Agostino.
Nel maggio 1956 papa Pio XII eleva la chiesa abbaziale al rango di basilica minore.
Oggi si visitano la grande chiesa barocca dedicata alla Madonna, interamente rifatta nel Settecento in stile barocco da Giuseppe Delai, e gli stupendi saloni della Prelatura. Dal 2004 anche il giardino storico è stato riaperto al pubblico dopo lavori di restauro e valorizzazione intrapresi tra il 2000 e il 2003.
L’abbazia produce e commercializza vini bianchi secondo la secolare tradizione enologica monastica e altoatesina, e questo contribuisce a garantire l’indipendenza economica del complesso. L’uva proviene dai vigneti vicini e la vinificazione permette di ottenere pregiati vini DOC (tra i più rinomati vi sono il Sylvaner e il Gewürztraminer).
Nota di Massimo Ghirardi
Si ringraziano Andreas Kerschbaumer e Alessandro Neri per la gentile collaborazione
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“Partito: il primo di rosso al Tau d’oro; il secondo troncato cuneato di rosso e d’argento”.
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