Abbazia di Santa Maria della Pomposa in Codigoro


Abbazia di Santa Maria della Pomposa in Codigoro

Il celebre ex complesso monastico, che fu uno dei più importanti dell’Italia settentrionale, si trova nel Comune di Codigoro, in provincia di Ferrara, e venne fondato nel VI-VII secolo nella Insula Pomposiana formata dai bracci del delta del Po (noti come Po di Goro e Po di Volano e il mare Adriatico).

 

Il primo documento storico che attesti l’esistenza dell’abbazia è del IX secolo: ne fa menzione il frammento di una lettera che papa Giovanni VIII inviò nell’874 all’imperatore Ludovico II, in merito ad una controversia con l’arcivescovo di Ravenna.

 

Nel 981 passò alle dipendenze del monastero benedettino di San Salvatore di Pavia, ma diciotto anni più tardi passò sotto la giurisdizione dell’arcivescovo di Ravenna che all’epoca era l’ex abate di Bobbio Gerberto di Aurillac.

 

Sarà costui, asceso al papato come Silvestro II a rendere indipendente e soggetta direttamente alla Santa Sede l’abbazia nel 1001 che, grazie al vasto patrimonio fondiario, alla gestione della salina di Comacchio e a cospicue donazioni ebbe un periodo di grande fioritura. Il complesso, che si vede ancora oggi, risale prima del 1026 quando la nuova basilica venne consacrata, al tempo dell’abate san Guido degli Strambiati (1008 – 1046) e dell’arcivescovo di Ravenna Gebeardo di Eichstätt (1027-1044) che la finanziò generosamente (e per questo sepolto nella sala del Capitolo alla sua morte, il 16 febbraio 1044).

 

Ebbe una grande importanza per la conservazione e la diffusione della cultura durante il Medioevo, grazie ad eccellenti monaci amanuensi che vi risiedevano. In quest’abbazia il monaco Guido d’Arezzo ideò la moderna notazione musicale e fissò il nome delle note musicali: ma i severi e innovativi principi individuati da Guido, causando aspre critiche da parte dei diffidenti confratelli benedettini, lo costrinsero poi «ad allontanarsi da Pomposa per rifugiarsi presso il paterno vescovo di Arezzo Teodaldo».

 

Fra il 1040 e il 1042 vi soggiornò anche il san Pier Damiani, chiamato a istruire i monaci.

 

Dl XIV secolo iniziò un lento declino, dovuto alla malaria e all’impaludamento della zona, causato dalla deviazione dell’alveo del Po dopo la catastrofica “rotta di Ficarolo” del 1152. Nel 1553 i benedettini abbandonarono il luogo per trasferirsi nella abbazia di San Benedetto di Ferrara.

 

Nel 1653 papa Innocenzo X soppresse l’abbazia, che nel 1802 venne acquistato dalla famiglia ravennate dei Guiccioli. Alla fine del XIX secolo la proprietà passò allo Stato italiano. Dal dicembre 2014 la gestisce il Ministero per i beni e le attività culturali, tramite il Polo museale dell’Emilia-Romagna, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale dei musei.

 

Il 18 maggio 1965 con la bolla Pomposiana Abbatia, papa Paolo VI concesse ai vescovi di Comacchio il titolo di abate di Pomposa; nel 1986 il privilegio passò agli arcivescovi di Ferrara-Comacchio.

 

Lo stemma dell’abbazia derivato da un affresco tra le volte della basilica abbaziale ed è riprodotto in un album fotografico edito dal Comune di Codigoro nel XX secolo per raccogliere fondi per il restauro del complesso architettonico. Si può blasonare: “d’azzurro, alla stella a otto punte d’oro, inscritta in un anello dello stesso, le punte intercalate dalle lettere P-O-M-P-O-S-I-A maiuscole di nero; caricata da una seconda stella a otto punte d’azzurro, sovraccaricata da un anello d’oro”, la versione che si trova dipinta presso l’abbazia è leggermente differente:  “d’azzurro, alla stella a otto punte d’oro, inscritta in un anello di rosso, le punte intercalate dalle lettere P-O-M-P-O-S-I-A maiuscole di nero; caricata da una seconda stella a otto punte d’azzurro, sovraccaricata da un anello di rosso”.

 

Nella facciata, entro una scodella di ceramica invetriata inserita nella muratura a scopo decorativo, la stella è rappresentata senza anelli.

 

Nota di Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo

 

Bibliografia:

 

Comune di Codigoro -1927. IL COMUNE DI CODIGORO PRO ABBAZIA DI POMPOSA. Stabilimenti Poligrafici Riuniti, Bologna.

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Bozzetto originale acs


Altre immagini





Profilo araldico


“D’azzurro, alla stella a otto punte d’oro, inscritta in un anello dello stesso, le punte intercalate dalle lettere P-O-M-P-O-S-I-A maiuscole di nero; caricata da una seconda stella a otto punte d’azzurro, sovraccaricata da un anello d’oro”

LEGENDA

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