Abbazia di Santa Maria della Neve della Serena


Abbazia di Santa Maria della Neve della Serena

Storia e informazioni

Il monastero benedettino, oggi scomparso, sorgeva nei pressi di Chiusdino, nella località “Poggio della Badia” e venne fondato nel 1004 da Gherardo dei Gherardeschi e dalla moglie Willa all’interno del castello della Serena (nelle filze dell’archivio di stato di Siena viene riportato sempre declinato e con l’articolo), uno dei quattro di proprietà della famiglia nella Val di Merse (gli altri tre erano: Frosini, Miranduolo e Sovioli) tutti prossimi alle Colline Metallifere e per questo rappresentavano una minaccia per le proprietà del vescovo di Volterra.

L’obiettivo dei conti era di stabilizzare in Val di Merse il loro potere e per questo dotarono il monastero di tutte le loro proprietà: 18 castelli e nove chiese, dislocate nella Toscana occidentale e meridionale; la fondazione monastica, oltre alla finalità religiose, ebbe proprio lo scopo di unificare il patrimonio, legittimare la casata e radicarne la presenza sul territorio.

Agli inizi del XII secolo, il vescovo volterrano scese in guerra contro i Gherardeschi e rase al suolo il castello; i conti, sconfitti, furono costretti ad accettare pesanti condizioni, tra le quali quella che il castello di Serena non dovrà più essere ricostruito.

L’abbazia venne sicuramente coinvolta nello scontro, ma rimase comunque in vita fino alla metà del secolo successivo, mentre i castelli del suo patrimonio passarono in mano al vescovo, che li concesse però nuovamente ai Gheradeschi come suoi vassalli; i quali però persero il castello di Chiusdino, conservando solo la chiesa dei Ss. Jacopo e Martino.

Alla fine del XII secolo l’abbazia venne unita all’Ordine Vallombrosano ma, privata della protezione delle mura castrensi ed esposta agli attacchi dei belligeranti, costrinse i monaci a inurbarsi a Chiusdino, presso la chiesetta di San Martino di Tours. Per questo motivo il Comune di Chiusdino adotterà in seguito le armi della soppressa abbazia; della quale aveva anche acquisito alcune proprietà.

 

La crisi definitiva della comunità della Serena in Chiusdino sarà determinata dalla “concorrenza” dei cistercensi di San Galgano, che progressivamente subentrarono nel controllo di molti insediamenti e di tutte le strutture produttive, presenti nelle vicinanze del loro monastero (come del Mulino delle Pile, che ha avuto una certa notorietà per essere stata la location per diverso tempo degli spot pubblicitari del “Mulino Bianco” della Barilla).

Nella seconda metà del XIII secolo l’abbazia della Serena decadde inesorabilmente, sopravviverà formalmente fino al 1785, anno della soppressione ufficiale anche del titolo nominale.

 

L’abbazia, stando a quanto afferma Pierluigi Passerini Orsini de’Rilli (1816-1877), avrebbe avuto uno stemma del tipo “allusivo”: poiché l’abbazia era dedicata alla Madonna della Neve, e possiamo interpretare lo stemma come una sintesi mariologica: l’azzurro rimanda al cielo ed infatti la Chiesa, in uno dei suoi più belli inni mariani, chiama la Madonna “Felix Coeli Porta”, (felice porta del cielo); il crescente e le stelle rappresentano la Madonna stessa, “pulchra ut luna”, (bella come la luna, Ct 6,10) e soprattutto il celebre versetto dell’Apocalisse: “Signum magnum apparuit in coelo: mulier amicta sole et luna sub pedibus eius, et in capite eius corona stellarum duodecim”  ossia: “apparve nel cielo un grande segno: una donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle” (Ap 12, 1). 

 

Notizie a cura di Andrea Conti, Massimo Ghirardi, Matteo Guidotti e Michele Turchi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“D’azzurro ad un crescente montante d’argento, accantonato da quattro stelle di otto raggi d’oro”

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