Abbazia di Santa Maria Assunta di Maguzzano


Abbazia di Santa Maria Assunta di Maguzzano

Lo stemma antico dell’abbazia si blasona “partito d’argento e d’azzurro, ad una rosa di quattro petali [alias: quadrifoglio] bottonata dell’uno all’altro” ed era in uso prima del 1490, quando l’abbazia, in rovina, venne affiliata e ricostruita dal potente monastero benedettino di Polirone (San Benedetto Po) che le assegnò il proprio emblema (una cerva). La rosa richiama la “rosa mistica” ed è un simbolo mariano.

Entrambi gli stemmi sono ancora oggi visibili, quello antico sui capitelli del chiostro, quello polironiano sulla cancellata della porta carraia.

Una piccola “abatiola” venne fondata dai benedettini intorno al IX secolo, utilizzando il sedime di un complesso longobardo, nei pressi di Lonato (Lonato del Garda) lungo l’antica strada romana che conduceva verso il lago di Garda.

Venne saccheggiata e incendiata dagli Ungari nel 922 e successivamente ricostruita verso la fine del secolo da Raterio, vescovo di Verona, poi rimaneggiata nel 1145. Ebbe una dipendenza a Soiano e, nel 1190, papa Clemente II concesse la piena indipendenza dal vescovato veronese, formando una sorta di Libero Comune monastico che aveva uno sbocco sul Lago di Garda,  con alcune imbarcazioni (la cosiddetta “flottiglia di S. Benedetto”).

Nel 1424 ebbe inizio la serie di abati “commendatari” con Francesco Grana di Bergamo.

Una seconda pesante devastazione avvenne nel 1438 a causa dei Visconti, in guerra con Mantova e Verona, intanto nel 1463 l’abbazia verrà affidata alla Congregazione benedettina riformatrice di Santa Giustina di Padova, con la piccola comunità trasferita entro le mura di Lonato.

Ma il progetto per una nuova abbazia vide luce nel 1491, quando il complesso passò sotto la giurisdizione dell’abate di Polirone (attuale San Benedetto Po) che ne curò la riedificazione nelle forme che possiamo vedere ancora oggi con il chiostro rinascimentale. La nuova chiesa venne consacrata il 23 ottobre 1496.

Nel 1503 fu ospite a Maguzzano il cardinale inglese Reginald Pole (1500-1559), tra i maggiori protagonisti dell’età della Controriforma, che da questo ritiro svolse un’intensa (e vana) attività diplomatica per tentare di far tornare l’Inghilterra in comunione con la Chiesa di Roma.

Durante il lungo periodo del Concilio di Trento (1545-1563) diversi delegati e numerosi cardinali presero alloggio presso i monaci di Maguzzano.

Conseguentemente alle soppressioni napoleoniche del 1796 il priorato venne soppresso nel 1797, la piccola comunità scacciata, la prestigiosa biblioteca di 53.000 volumi dispersa e gli edifici venduti a privati. L’abbazia divenne una casa colonica, accolse diverse famiglie contadine ed ospitò le attività della campagna, per finire poi, nel secolo successivo, nel totale abbandono.

Dal 1904 al 1938, fu abitata da una comunità di monaci trappisti francesi, profughi dall’Algeria e, al loro rientro in Francia, una comunità dei Poveri Servi della Divina Provvidenza di don Giovanni Calabria (nativo di Verona e proclamato Santo da papa Giovanni Paolo II nel 1999) il quale, acquistando i fabbricati, finanziato dalle sorelle Girelli, sventò un tentativo di far diventare l’antico cenobio un albergo di lusso.  Nel 1970 venne inaugurata la scuola-convitto per bambini e ragazzi orfani in condizione di difficoltà economica o con problemi di salute che proseguì per un trentennio. Oggi l’antica abbazia ospita una Casa di Spiritualità e un Centro Ecumenico di Dialogo Interreligioso e una scuola di iconografia. Conserva ancora notevoli opere del suo patrimonio come la pala dell’Assunta del Moretto, eseguita nel 1552, e un Crocifisso ligneo del 1620.

 

© 2024. Massimo Ghirardi

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Disegnato da: Massimo Ghirardi

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Profilo araldico


“Partito d’argento e d’azzurro, ad una rosa di quattro petali [alias: quadrifoglio] bottonata dell’uno all’altro”

Oggetti dello stemma:
petalo, rosa
Attributi araldici:
bottonato, dell'uno all'altro

LEGENDA

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