Abbazia di San Pietro a Perugia


Abbazia di San Pietro a Perugia

La abbazia – basilica di San Pietro a Perugia è una basilica minore cattolica che si trova in Borgo XX giugno a Perugia. Il suo grande campanile, alto 70 metri, è la costruzione più alta di Perugia ed è uno dei simboli più significativi della città.

L’abbazia di San Pietro venne edificata intorno al 996 sopra la precedente cattedrale, intesa come prima sede vescovile di Perugia. La sua origine probabilmente è più antica, potrebbe risalire al IV secolo; sorge su un’area sacra etrusco-romana, ma i primi documenti che citano la chiesa sono del 1002.

Il primo abate fondatore fu Pietro Vincioli, un nobile perugino, successivamente canonizzato.

Nei secoli seguenti l’abbazia accrebbe enormemente il proprio potere, sino a quando nel 1398 fu presa e messa a fuoco dai perugini, che rimproveravano all’abate Francesco Guidalotti di aver preso parte alla congiura contro Biordo Michelotti, capo della fazione popolare dei Raspanti. Il monastero ebbe un nuovo periodo d’espansione sotto papa Eugenio IV, che l’unì alla Congregazione di Giustina di Padova (detta poi Cassinese), facendole mantenere così una posizione di prestigio e potere in città.

Nel 1591 iniziò un trentennio di lavori diretti da Valentino Martelli che portarono il complesso a come lo vediamo oggi.

L’abbazia fu temporaneamente soppressa dagli invasori giacobini nel 1799. Secondo la tradizione storica i monaci dettero riparo il 20 giugno 1859 ad alcuni patrioti che, sollevandosi contro l’autorità pontificia su incitamento dei principali esponenti della massoneria locale, si scontrarono con il reggimento di soldati svizzeri dello Stato della Chiesa.

Dopo l’intervento da parte dell’esercito piemontese e l’Unità d’Italia, il nuovo governo permise ai benedettini di rimanere nell’abbazia, concedendo una proroga al decreto Pepoli che sanciva la demanializzazione dei beni ecclesiastici, fintanto che i religiosi presenti agli avvenimenti del 20 giugno 1859, non si fossero ridotti ad un numero minore di tre. Quando, nel 1890, morì il terzultimo monaco, fu applicata la legge che stabiliva che i beni della soppressa abbazia di San Pietro fossero destinati alla creazione di un “Istituto d’istruzione agraria” da fondarsi a Perugia, attualmente Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali della Università di Perugia.

Il campanile poligonale, situato alla destra del portale, raggiunge un’altezza di 70 metri ed è caratterizzato da una cuspide affusolata. La sua costruzione originale risale alla seconda metà del XIII secolo d.C. e, secondo la tradizione, fu eretto sopra una tomba etrusca. Successivamente, fu completato dai Fiorentini Puccio di Polo e Giovanni di Betto tra varie vicissitudini, nel periodo compreso tra il 1463 e il 1468, seguendo lo stile architettonico gotico-rinascimentale, su progetto di Bernardo Rossellino.

L’interno conserva l’originaria struttura architettonica di impianto basilicale, alla quale si sono succeduti, tra il XV e XVII secolo, numerosi interventi decorativi che si sono fusi armoniosamente con la struttura. Nonostante le spoliazioni napoleoniche che si sono succedute nel 1797 e nel 1813, resta la chiesa più ricca della città, ospita la più grande collezione di arte di Perugia, dopo la

L’Abbazia ha tre chiostri:

il primo chiostro settecentesco di Valentino Martelli posto all’ingresso, quindi  ha altri due altri chiostri: uno, chiamato Chiostro Maggiore, è una costruzione rinascimentale attribuita a Guido da Settignano, impostato su tre piani con pozzo al centro. La sua realizzazione risale agli anni trenta del Cinquecento. Al centro è un pozzo, opera di Galeotto di Paolo di Assisi, attorno ad esso vi erano ampie aule dove si svolgeva la vita comune: il capitolo, il refettorio, le aule di scuola, la biblioteca, l’archivio e lo scriptorium.

L’altro chiostro, conosciuto come chiostro delle Stelle, è del 1571 su progetto di Galeazzo Alessi, è chiamato così perché a terra ha delle aperture a forma di stelle da dove entrava l’acqua piovana per essere convogliata in una cisterna.

Dai chiostri si accede all’Orto medievale allestito nel 1996, presenta un’interessante riproposizione in chiave simbolica dell’ “Ortus conclusus” l’orto del monastero che forniva il necessario sostentamento per l’autosufficienza; parallelamente è anche un giardino ideale attraversato il quale si snoda un percorso dell’evoluzione dell’uomo in chiave simbolica. Vi si trovano resti di una delle antiche peschiere e varie fonti che testimoniano la presenza ininterrotta dell’elemento acqua. L’orto è gestito dalla Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Perugia, che ha sede adiacente alla basilica.

 

Lo stemma ripropone, sotto un galero del rango abbaziale, lo stemma di San Pietro con la tiara papale e le due chiavi decussate.

 

 

Note di Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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