Abbazia di Montenero


Abbazia di Montenero

Il celebre Santuario di Montenero di Livorno ospita la “Madonna delle Grazie di Montenero”, patrona principale della Toscana (“Mater Etruræ”), che si trova sulla cima di un alto colle a sud della città di Livorno, già noto anticamente come Monte del Diavolo, e rinominato Montenero per la presenza di fitte foreste.

Nel XVIII secolo la località cominciò ad essere interessata dalla “villeggiatura” dell’alta borghesia (Carlo Goldoni vi ha ambientato la commedia “Le smanie per la Villeggiatura” nel 1761 e George Gordon Byron soggiornò a lungo nella “Villa delle Rose”).

 

Secondo la tradizione un pastore claudicante, nel 1345, si trovò a passare ai piedi del colle, presso un’edicola con un dipinto raffigurante la Madonna, qui avrebbe avuto una visione che lo invitava a trasportare l’effigie sino in cima alla collina, dove arrivò guarito della sua malattia. Per ricordare l’episodio, all’inizio della strada che conduce al santuario fu realizzata la piccola cappella detta dell’Apparizione, risalente al 1603, ampliata nel 1723, pesantemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale venne sostituita nel 1957 da una chiesa più grande in stile razionalista.

Il luogo divenne meta di pellegrinaggio e il primitivo oratorio sulla sommità venne ampliato nel XV secolo e ancora nel XVII. Ai terziari francescani, che gestirono per primi il santuario (titolo che è stato formalmente concesso però solo il 27 gennaio 2015). Si sostituirono i Gesuati fino al XVII, quindi venne affidato ai Teatini che nel XVIII secolo costruirono l’attuale tempio.

Con la soppressione degli ordini religiosi voluta dal granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena, il santuario cadde in rovina, fino a quando, per volere di Ferdinando III, fu affidato alla custodia dei monaci benedettini vallombrosani nel 1792, che lo restaurarono. Papa Pio VII elevò il tempio a “basilica minore” nel 1818.

Abbazia canonica dell’Ordine Benedettino della Congregazione di Vallombrosa, oggi è un priorato con un piccolo nucleo di monaci, direttamente dipendente dall’abate generale di Vallombrosa e soggetti al vescovo di Livorno.

 

Il 15 maggio 1947 la Madonna di Montenero è stata dichiarate Mater Etruræ (patrona della Toscana) da papa Pio XII. Da allora il 15 maggio pellegrini da tutte le diocesi toscane si radunano al santuario della Madonna delle Grazie per donare l’olio santo (e tutti i Comuni della Regione hanno donato una replica del proprio stemma, esposti nella “galleria degli stemmi” dietro l’abside della chiesa.

Lo stemma del monastero si compone di uno scudo partito, nel primo campo l’emblema dell’Ordine di Vallombrosa, in campo rosso (anziché azzurro), e nel secondo campo lo stemma proprio di Montenero: un pastorale affiancato dalle iniziali M e N maiuscole (per “Montis Nigrum”) in campo nero.

 

Lo shop dell’abbazia di Montenero vende (tra l’altro) una birra, nelle varietà bionda e ambrata, con la propria etichetta “Santuario di Montenero” in bottiglie da 33 cl. Ma prodotta fuori dalle mura del monastero.

 

Nella zona (Via Cimarosa 37) esiste dal 2010 anche una altra attività brassicola, il Piccolo Birrificio Clandestino, che mette in commercio “la Montinera” una birra nera ad alta fermentazione molto apprezzata, il cui nome evoca quello del santuario, con un tenore alcolico di 7 gradi e prodotta con una ricetta particolare: che prevede la radice di zenzero e baccelli di vaniglia, elementi che ovviamente caratterizzano assai la personalità di questa energica Imperial Stout.

Stagionalmente viene prodotta anche la Montinera Winter Edition, una birra nera Raspberry Imperial Russian Stout, dolce cremosa e profumata al lampone al 10% ABV.

 

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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Bozzetto originale acs


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