Abbazia di Finalpia


Abbazia di Finalpia

L’abbazia di Santa Maria di Finalpia venne fondata dai benedettini di San Quintino di Spigno (Monferrato, che aveva ereditato i possedimenti dell’abbazia del Santissimo Salvatore di Giusvalla, distrutta nel IX secolo dai Saraceni) presso una cappella dedicata alla Vergine documentata dal 1140 sulla sponda del torrente Sciusa (che forma la Valle Pia), che diverrà il santuario della Madonna di Pia.

 

In un testamento del 6 maggio 1303, di tale Giovanni Vassallo, è nominata la presenza della chiesa, ultimata probabilmente nel 1340 e affidata al clero secolare della Diocesi di Noli, che la mantenne fino a che l’ultimo cappellano don Giovanni – rector et minister ecelesie Beate Marie de Pie – vi rinunciò in favore degli olivetani.

 

Dopo un periodo di decadenza infatti Biagio Galeotto del Carretto marchese di Finale, volle ripristinarlo e restaurarlo e “supplicò” la bolla di erezione a papa Sisto IV, che la firmò il 21 settembre 1476, anche se i lavori iniziarono solo nel 1491, affidando il monastero agli olivetani di Monte Oliveto Maggiore (di Asciano, Siena) che ricostruirono un grande complesso a due chiostri, che nel 1724 venne riadattato nello stile barocco ligure con la costruzione della grande chiesa a navata unica completata nel 1728 su disegno dell’architetto Girolamo Veneziano (detto “il Fontanetta”). Il campanile gotico del XIII secolo venne mantenuto (e restaurato nel 1950).

 

Dal 1905 il monastero è passato alla Congrezazione Benedettina Sublacense (una delle famiglie dell’Ordine Benedettino dal 2013 unita a quella Cassinese).

La devozione dei Del Carretto, che nominarono la Madonna di Pia “Signora del Marchesato”, favorì enormemente la comunità e ne ha determinato la bellezza e importanza storica e architettonica (nonché religiosa).

 

La piccola comunità presente oggi, una decina di membri, si occupa dell’apiario, della produzione di prodotti erboristici e di birra “in stile trappista”.

 

Attualmente è sede anche della comunità parrocchiale di Nostra Signora Assunta e San Giacomo Apostolo, e del Vicariato Foraneo Finale Ligure-Noli della Diocesi di Savona-Noli.

 

Lo stemma dell’abbazia è una variante quello dell’Ordine Benedettino Olivetano, e mostra una figurazione “parlante” con il monte, dal quale escono due rami d’olivo, sormontato dalla croce del Calvario. Si può blasonare: “d’argento, al monte di tre colli, quello centrale cimato dalla croce latina affiancata da due rami di olivo uscenti dalle cime laterali, il tutto al naturale, accollata alla parola PAX attraversante di nero”.

 

Note di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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