Abbazia di Einsiedeln


Abbazia di Einsiedeln

Storia e informazioni

Lo stemma del Comune (Gemeinde) di Einsiedeln è lo stesso del monastero (Kloster), ma con un colore di sfondo rosso anziché oro. È legato alla leggenda di San Meinrado e dei due corvi. Si racconta che nel IX secolo esisteva un nido con due giovani corvi orfani. I corvi furono attaccati da uno sparviero, mentre l’eremita Meinrad passava e scacciava lo sparviero. Prese con sé i giovani corvi e costruì un nuovo eremo (Einsiedelei), nel bosco nel luogo dove successivamente verrà costruito il monastero. Un giorno passarono due ladri e uccisero Meinrad. I corvi inseguirono gli assassini gracchiando e svolazzando fino a Zurigo, dove furono identificati, arrestati e arsi sul rogo dopo aver confessato. I corvi tornarono poi nel bosco di Einsiedeln . 

Einsiedeln (Nossadunaun, in romancio) è oggi un Comune, capoluogo del Distretto omonimo, noto per lo spettacolare monastero benedettino, l’edificio barocco più importante della Svizzera, con la Cappella delle Grazie che conserva la figura della Madonna Nera , che gode di grande prestigio tra i cattolici che effetuano grandi pellegrinaggi. Il monastero è anche una tappa del Cammino di Santiago.

La circoscrizione del Comune di Einsiedeln è composta dal villaggio di Einsiedeln, vero e proprio, e dalle sei località (Bezirk) di Bennau , Egg , Willerzell , Euthal , Gross e Trachslau, inoltre la località di Biberbrugg è condivisa tra Einsiedeln con il comune di Feusisberg .

Anticamente si denominava Meinradszelle (Cella di Meinardo) mutato in Eberhardszelle (Cella di Eberrado), e poi in Maria zum Finsteren Wald (Santa Maria della Valle Oscura), tutti legati ai monaci che si stabilirono in questa località e in quelle vicine (Willerzell, Bennau) nel X secolo. Il termine attuale  “Waldstatt” deriva dal termine “Zum Finsteren Wald”, apparso solo nel XIV secolo, più tardi si affermerà il toponimo attuale.

Il primo eremita che si stabilì nella valle, che per lungo tempo fu chiamata la Finstern Wald (Foresta Oscura), fu il monaco Meginrat o Meinrad (Meirado di Reichenau), la cui vita è narrata nella biografia del monastero di Reichenau, stilata poco dopo la morte del santo e in quella, ricca di episodi leggendari scritta dal monaco Georg von Gengenbach, nel 1378.
Sarebbe stato rampollo di una nobile famiglia di Sülichgau (località che si trova tra Rottenburg e Tubinga), che entrò nell’abbazia di Reichenau per studiare. Poco dopo, il giovane monaco venne come insegnante presso la scuola del monastero Babinchova sul lago Tuggen, ma il desiderio di Meinrad era quello di servire Dio solo e nella solitudine, «senza l’aiuto degli altri, con l’aiuto divino, per intraprendere la lotta contro la perversità della carne e dei pensieri», come recita la Regola di Benedetto.
Intorno all’838, costruì un eremo sul passo dell’Etzel ma poi, sette anni dopo, stanco dei tanti visitatori, si trasferì nella Foresta Oscura dove costruì un’altra cappella non lontano dal fiume Alpe. Qui Meinrad serviva Dio con il digiuno, la preghiera e il lavoro rigoroso insieme a due corvi, i quali sono all’origine dello stemma del monastero (e del Comune) di Einsiedeln.

Nel mezzo del rigido inverno dell’861 due malintenzionati, Alemannen e Reto, che speravano di trovare dei tesori, vennero accolti fraternamente dall’eremita, ma  uccisero Meinrad. Il cadavere però cominciò ad emanare un odore gradevole che riempì l’eremo, e le candele si accesero da sole.

In preda al terrore, gli assassini, inseguiti dai due corvi che fecero gran baccano, fuggirono a Zurigo, dove furono arrestati e condannati al rogo. Il corpo di Meinrad venne interrato sull’isola di Reichenau. Nel 1039 le spoglie furono esumate e portate il 6 ottobre a Einsiedeln, dove dal 1984 la testa del santo è venerata sull’altare maggiore.

Circa 40 anni dopo la morte di Meinrad, Benno (Bennone) canonico di Strasburgo, stanco della corrotta vita cittadina e desideroso di quiete, arrivò nella Foresta Oscura e insieme ad altri che la pensavano allo stesso modo, restaurò la cella di Meinrad (Meinradsklause) e disboscò l’area che ora corrisponde al villaggio di Bennau. Nel 927 Benno venne eletto vescovo di Metz, ma ritornò nell’alta valle l’anno successivo, accecato e malato, scacciato dalla sua sede dai suoi nemici. Guidò il gruppo dei fratelli della foresta finché non poté affidarli a un uomo più giovane e morì il 3 agosto 940. 

Nel 934 arrivò  Eberhard, già prevosto della cattedrale di Strasburgo, che era intenzioato a ricondurre la Regola di S. Benedetto alla primitiva osservanza e di costruire a questo scopo un monastero. A tale scopo Ermanno I di Svevia, suo parente, donò i terreni necessari e ottenne dall’imperatore Ottone I nel 947 la conferma della fondazione del monastero, l’immediatezza imperiale (Abbatia Nullius) e la libera elezione degli abati.

Il 14 settembre 948 il vescovo Corrado di Costanza (934 – 975, santificato) consacrò la chiesa del monastero. A questo evento è legata la leggenda della consacrazione degli angeli. si racconta infatti che nella notte di Natale 948 Corrado abbia visto Cristo stesso, circondato da angeli e santi, consacrare la chiesa costruita attorno alla cappella “della Madonna” che divenne luogo di grazie per i monaci, residenti e gli innumerevoli pellegrini che da allora vengono ad Einsiedel.

Il principe-abate, che era principe imperiale ma anche ecclesiastico, non poteva presiedere lui stesso l’Alta Corte (Blutbann) di Giustizia e non poteva svolgere direttamente molti dei compiti legati al rango di Principato imperiale (servizio militare e di polizia). Per cui si serviva di un “braccio secolare nominando  balivi alcuni membri delle caste artigianali e mercantili, i primi fuorono i Nellenburg, poi i Rapperswiler, finché la carica passò per via ereditaria agli Asburgo.

Dopo la battaglia di Sempach nel 1386, il Cantone di Switz occupò la Waldstatt e prese il controllo del balivo. Anche se l’Austria asburgica mantenne l’alto patronato sul monastero. Lodwig I von Thierstein, divenuto Abate nel 1396, stipulò un rapporto di protezione con i contadini e nel 1414 i boschi di Svitto giurarono diritti fondiari. Nel 1415 Ital Reding, Landammann  (Amministratore Delegato) di Switto, riuscì ad ottenere dall’imperatore Sigismondo il “divieto spargere sangue” sul territorio (neutralità) di Einsiedeln e nel 1417 ad ottenere il controllo del Baliato sul monastero. Il rapporto con Svitto rimase, con gradi diversi di severità e clemenza, fino alla Rivoluzione francese.

La chiesa abbaziale, nell’attuale forma, fu iniziata nel 1719 per volere dell’abate Thomas Schenklin, e fu costruita sui disegni di Caspar Moosbrugger (1656-1723), monaco e architetto. Il 7 maggio 1907 papa Pio X dichiarò con un motu proprio che l’Abbazia di Einsiedeln era un’abbazia nullius, questa condizione fu confermata da papa Pio XII con la bolla Insignis Einsiedlensis del 13 dicembre 1948.