Abbazia di Casamari in Veroli


Abbazia di Casamari in Veroli

L’abbazia di Casamari è un monastero italiano cistercense costruito nel 1203 e consacrato nel 1217. Si trova nel territorio del comune di Veroli, in provincia di Frosinone. Nel giugno del 1957 papa Pio XII ha elevato la chiesa abbaziale alla dignità di basilica minore.

Fu edificata sulle rovine dell’antico municipio romano chiamato Cereatae, perché dedicato alla dea Cerere. Il nome Casamari deriva dal latino e significa “Casa di Mario”, patria di Gaio Mario, il celebre condottiero sette volte console e avversario di Silla nella guerra civile dell’88 a.C., ricordato anche nel nome della strada lungo la quale sorge l’abbazia: via Mària.

Con la decadenza dell’Impero romano e le susseguenti invasioni barbariche Cereatae-Casa Marii seguì le sorti del decadimento di Roma, fino a quando i monaci benedettini, nell’XI secolo, s’insediarono nel luogo e vi fondarono l’abbazia.

La Cronaca del Cartario o Chartarium Casamariense, redatto dal monaco casamariense Gian Giacomo de Uvis, riporta che, nel 1005 alcuni monaci della vicina Veroli decisero di riunirsi in un monastero e scelsero Cereatae-Casa Marii edificando sui resti di un tempio di Marte. Alcuni di essi (Benedetto, Giovanni, Orso e Azo) si recarono nel monastero di Sora per richiederne il saio monacale.

Tra il 1140 e il 1152 i monaci cistercensi sostituirono i monaci benedettini.

Fra il XII e il XIX secolo il monastero ebbe alterne fortune: dapprima acquistò possedimenti nella zona, tra cui la chiesa di Sant’Angelo de Meruleta a Castro dei Volsci, e fondò nuovi monasteri nel Meridione.

Seguì, all’inizio del XV secolo, un periodo di decadimento.

Tra il 1182 e il 1184, fu ospite dell’Abbazia di Casamari Gioacchino da Fiore. In questo periodo, Gioacchino incontrò anche Papa Lucio III, che gli concesse licentia scribendi. A Casamari il fondatore dell’Ordine Florense iniziò la stesura delle sue opere principali: la Concordia tra il vecchio e il nuovo testamento e l’Esposizione dell’Apocalisse.

Nel 1623 i monaci si ridussero addirittura a soli otto.

L’abbazia conobbe un piccolo periodo di prosperità dopo il 1717, quando papa Clemente XI l’affidò ai monaci cistercensi riformati, detti trappisti. Nel maggio del 1799 alcuni soldati francesi depredarono l’abbazia, uccidendo Simeone Cardon e altri cinque compagni, il cui martirio è stato riconosciuto il 27 maggio 2020.

Dal 1811 al 1814 seguì il regime laico imposto da Napoleone.

Nel 1874 l’abbazia fu dichiarata monumento nazionale e riacquistò così una posizione di prestigio e una maggiore stabilità economica. Nel 1929 la congregazione di Casamari fu eletta canonicamente congregazione monastica e fu aggregata alle altre dell’ordine dei Cistercensi.

Tra il 1100 e il 1800 l’abbazia di Casamari è stata gemellata con un’altra potente abbazia cistercense d’Abruzzo, quella di Civitella Casanova, fino alla distruzione di quest’ultima, della quale oggi è possibile ammirare solo alcuni ruderi e una massiccia torre diroccata.

In seguito al declino, l’abbazia è rimasta gemellata con la parrocchia stessa di Civitella Casanova, infatti si sono sempre mantenuti saldi i rapporti fra i frati e il parroco.

L’abbazia di Casamari è divenuta nel tempo sede di varie attività che vedono impegnati i monaci nell’insegnamento presso l’Istituto San Bernardo, fondato nel 1898 internamente all’abbazia; inoltre, gestiscono la farmacia, la liquoreria, il restauro dei libri, la biblioteca e il museo archeologico.

La farmacia interna è composta di un erbarium botanicum o hortus botanicus e di un armarium pigmentariorum la cui data di fondazione è incerta, ma si ipotizza il 1760.

La liquoreria interna è stata ideata fra il Settecento e l’Ottocento; un tempo i monaci fabbricavano anche le bottiglie.

La tipografia interna è stata inaugurata nel 1954 e stampa anche testi scolastici.

 

 

 

Note di Bruno Fracasso

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Disegnato da: Massimo Ghirardi

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