Abbazia dei Santi Pietro e Paolo di San Paolo d’Argon


Abbazia dei Santi Pietro e Paolo di San Paolo d’Argon

Storia e informazioni

Lo stemma dell’abbazia si può vedere ancora oggi in diversi luoghi dell’ex complesso monastico, come ad esempio sulla vera da pozzo di marmo del chiostro grande. È costituito dalla spada dell’apostolo Paolo e dalle sue iniziali, si può blasonare: “d’azzurro, alla spada alta d’argento guarnita d’oro, fiancheggiata dalle iniziali S e P dello stesso”. In alcune versioni la spada è tenuta dalla mano movente dal fianco sinistro dello scudo.

Fondata il 19 maggio 1079 ai piedi del colle d’Argon dal conte Gisalberto di Bergamo per i benedettini di Cluny, dedicata agli apostoli Pietro e Paolo. Grazie a donazioni e lasciti divenne ricca e potente, arrivò a governate un vasto territorio, fino a che nel XV secolo le proprietà vennero acquisite dalla Repubblica di Venezia.

Nel 1466, per ordine di papa Paolo II, il monastero viene dato “in commenda” a Giovanni Battista Colleoni, nipote del capitano di ventura Bartolomeo che, nel 1496, rinunciò al godimento del beneficio e permise l’adesione alla riforma di Santa Giustina (Cassinese) iniziata a Padova dall’abate Pietro Barbo. L’annessione è sancita il 14 maggio 1496 con una bolla di Alessandro VI in cui si stabilisce anche che al superiore del monastero spetti il titolo di abate.

Veste rinascimentale, il grande complesso è realizzato con il marmo bianco e rosa della cava di Zandobbio con i due chiostri (maggiore e minore dell’inizio del XVI secolo) e fu radicalmente ristrutturato nei secoli XVI e XVII; degli ambienti seicenteschi si sono conservate il refettorio, affrescato intorno all’anno 1624 dal veronese Giovanni Battista Lorenzetti, e la sala del Capitolo realizzata su incarico dell’abate Gregorio da Mantova.

Soppressa con decreto del 6 giugno 1797 con decreto di Napoleone I, accampato a Mombello, tutti i beni sono incamerati dall’Ospedale di Bergamo. Ridotto a casa colonica, nel 1935 il monastero viene acquistato dai coniugi Giovanni e Luigina Prometti che ne fanno dono al vescovo Adriano Bernareggi, che destinerà il corpo principale al Patronato di San Vincenzo di don Bepo Vavassori. Nel 1978 il complesso sempre a opera di Don Bepo diviene un Centro di spiritualità.

Tra il 2008 e il 2012 tutto il complesso viene sottoposto a un generale restauro che ha riportato l’abbazia di San Paolo d’Argon all’antico splendore e che oggi può essere visitata.

A fianco del monastero si trova la chiesa parrocchiale di San Paolo Apostolo, che fu ricostruita dall’architetto luganese Domenico Messi a partire dal 1684. Dedicata anch’essa a San Paolo Apostolo, presenta degli affreschi della volta della navata eseguiti dall’artista comasco Giulio Quaglio di Laino tra il 1712 e il 1713.

Nota di Massimo Ghirardi