Sarthe


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Sarthe

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Storia del Dipartimento e dello Stemma
Il dipartimento della Sarthe appartiene alla Regione dei Paesi della Loira (Pays de la Loire). I suoi abitanti sono detti sarthois/sarthoises. Il suo capoluogo è Le Mans.

Nel 1790, il progetto “Cassini” per la creazione dei dipartimenti venne accettato dall’assembla Costituente. Il progetto prevedeva (come poi è stato messo in pratica) che i nomi venissero scelti a partire dai fiumi o dai rilievi montuosi presenti sul territorio. Dovevano altresì essere scelti, come capoluoghi, città che non distassero più di una giornata a cavallo dal più lontane dei comuni del dipartimento.

Il dipartimento della Sarthe venne identificato con il nome del fiume, il quale probabilmente lo deve, a suo volta, dall’antico nome gallico “Sar”, cioè ‘corso d’acqua’. Corrisponde all’incirca all’antico Alto Maine (Haut-Maine) che formava la metà occidentale della provincia del Maine mentre il Basso Maine, accentrato su Laval diventò la Mayenne. La Sarthe ricevette anche una porzione della provincia dell’Angiò chiamata anche “Maine Angioino”.

Dopo la disfatta di Waterloo furono i prussiani ad occupare il dipartimento.

Il dipartimento della Sarthe ha adottato lo stemma dell’antica provincia del Maine. Lo stemma si blasona: « D’azur semé de fleurs de lys d’or, à la bordure de gueules chargée au canton dextre du chef d’un lion d’argent » (D’azzurro seminato di gigli d’oro, alla bordura di rosso caricata nel cantone destro del capo di un leone d’argento).

sarthe 2-a

Esiste anche una versione aulica dello stemma nella quale lo scudo è timbrato da una corona “dipartimentale” abbastanza insolita. I supporti sono due leopardi illeoniti d’oro. Quello di destra tiene un’asta posta in banda dello stesso, cimata da una ruota di legno di rosso cerchiata d’argento e cimata di una punta di lancia dello stesso, quello di sinistra tiene anche lui un’asta d’oro in sbarra, alla croce d’oro caricata di una chiave di nero accantonata da quattro candelieri d’argento, al capo di azzurro caricato da tre gigli, lo scudo bordato anch’esso d’oro; esso scudo cimato da una punta di lancia d’argento. Il tutto posato su di un piedistallo d’argento caricato della scritta “Sarthe” in lettere onciali di nero è sostenuto da una corona dentata interiormente di nero, ingranata su di un pignone dello stesso. Questo piedistallo sostiene una collana di cinque scudi sostenuta a destra da un ramo di pino al naturale e a sinistra da un ramo di melo dello stesso. Sollevatisi dal piedistallo, arrotolantisi sull’asta tenuta da ogni leopardo illeonito, due liste d’argento, al rovescio di azzurro, caricate l’una della data “1873” e l’altra dell’espressione “24 h” ognuna di nero.

I due leopardi provengono dalle armi di origine normanna dei Plantageneti, che portavano il titolo di conti del Maine, che unirono questa provincia nel regno di Inghilterra. I piccoli pannelli ricordano uno l’origine dell’automobile (ruota di legno), visto che la data 1873 sulla lista evoca la prima vettura a vapore costruita da Amedeo Bollée nei suoi atelier di Le Mans. L’altro pannello simbolizza l’evoluzione di questa industria regionale tramite la lista “24h” che ricorda la gara delle 24 h di Le Mans. Inoltre, la bordura dello stemma di Le Mans evoca essa stessa uno pneumatico. La corona dentata e il suo pignone ricordano l’industria meccanica del dipartimento. Infine, i rami di pino simboleggiano le foreste mentre quelli di melo le pregiate mele “reinette” di Le Mans (citate già nel 1540 e dalle quali derivano le nostrane “renette” trentine).

I cinque scudi evocano le principali attività del dipartimento cessate o ancora fiorenti: una canniccio caricato di un vaso ad anse i vasai, una testa e collo di gallo rivoltato movente dalla punta l’allevamento dei capponi di Le Mans, tre candele accese poste in palo con la mediana più alta l’industria della cera, una testa e un collo di cavallo movente dalla punta di sinistra l’allevamento degli equini, un intreccio formato dai fili di un tessuto di tela su quali attraversa un pettine movente dai fianchi (sostenuto da una navetta attraversante sul tessuto) la tessitura di stamigna di lana.

Lo stemma è stato adottato con una delibera del Consiglio Generale il 22 aprile 1961.

Sarthe 1

Esiste anche la bandiera della Sarthe che riproduce lo stemma. In alcuni casi, qualora serva una riproduzione rettangolare, viene addirittura utilizzata come stemma eliminando l’asta.

 Sarthe 2

Nel 1993, la Sarthe ha deciso di dotarsi di un logo per “ammodernare” l’immagine e per la comunicazione. Il segno grafico evoca la “S” di Sarthe in una posizione inclinata che le dona un effetto dinamico. Il colore verde dello sfondo rievoca l’ambiente naturale e la favorevole situazione di vita. Le sbarre rosse con il loro contrasto di colore simboleggiano lo sviluppo, il progresso, la velocità, gli sport legati alla meccanica; il loro numero, tre, simboleggia l’equilibrio. I due colori, verde e rosso sono stati espressamente scelti perché contrastanti dato che uno, il verde, doveva ricordare la natura e il rinnovamento, mentre il rosso la vita, la forza e la creatività. Sono colori che raramente si trovano associati nei logotipi delle collettività locali per questo offrono una buona caratterizzazione. Inoltre la forma e la lettera “S” in generale suggeriscono la stabilità, la sicurezza e la tranquillità, mentre la forma inclinata esprime la volontà di migliorare e progredire. Il risultato è un sistema identificativo potente e utilizzato da moltissimi enti, anche non politici, per la loro comunicazione modificando la scritta.

Nota di Bruno Fracasso e Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’azzurro seminato di gigli d’oro, alla bordura di rosso caricata nel cantone destro del capo di un leone d’argento”.

Colori dello scudo:
azzurro, rosso
Partizioni:
bordato
Oggetti dello stemma:
giglio

LEGENDA

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