Ain

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Non esiste un nome per definire gli abitanti del dipartimento. Essendo composto da quattro zone geografiche, per gli abitanti viene adottato il nome relativo alla zona: Bressans per la Bresse, Dombistes per la Dombes, Bugistes (ma Bugeysiens per i geografi) per il Bugey e Gessiens per il Gex. A volte, si ritrova il nome idanien (-ne) per designare parti geografiche vicine al fiume Ain. Nasce dalla parola Idanus che designava l’Ain.
Fu già popolata nel Paleolitico e, dopo la conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare fu divisa in due: la regione del Grande Sequanese e il Lionnese.
Con la fine dell’impero l’Ain divenne parte del regno Burgundo e poi dei Franchi.
Nell’843, con la divisione tra Lotario I e Carlo il Calvo, l’Ain si trovò a rappresentare il limite linguistico tra l’Oil e l’Oc.
Dall’XI secolo diventa parte dello stato dei Savoia che riuniscono le diverse parti del territorio provocando anche una guerra con il Delfinato. Solo nel 1762 le diverse parti del dipartimento ritorneranno alla Francia.
Il dipartimento, in quando entità amministrativa, viene creato durante la rivoluzione francese seguendo le frontiere ormai stabilite fin dal Medio Evo accorpando quindi la Bresse, il Bugey, il Gex, il Valromey, parte del Franco-Lionnese e della Franca-Contea.
La data è quella del 4 marzo 1790, in applicazione della legge 22 dicembre 1789. Il Gex fu separato dal 1798 al 1814 quando fu creato il dipartimento del Lemano.
Sei comuni della periferia lionese sono stati riattaccati al Rhône nel 1967 quando fu creata la Comunità urbana di Lione.
L’attuale stemma del dipartimento è ufficiale e si blasona: « Écartelé : en 1 d’azur au lion contourné d’hermine ; en 2 d’azur aux trois morailles d’or rangées en pal et au chef d’argent chargé d’un lion issant de gueules ; en 3 d’azur aux trois fleurs de lys d’or et au bâton péri en bande de gueules ; en 4 de gueules au lion d’hermine ; sur l’écartelé la croix tréflée d’argent ». (Inquartato : nel primo di azzurro al leone seminato di armellino, nel secondo di azzurro alle tre mordacchie d’oro poste in palo e al capo d’argento caricato di un leone nascente di rosso ; nel terzo d’azzurro ai tre gigli d’oro e al bastone scorciato in banda di rosso; nel quarto di rosso al leone di armellino; sull’inquartato la croce trifogliata d’argento).
I differenti quarti rappresentano: il primo i signori di Bâgé (Bresse); il secondo il Gex e la famiglia della Champagne de Joinville; il terzo la Dombes, una brisura dello stemma di Francia essendo stata una signoria dei Borboni a partire dal 1400; nel quarto i signori del Bugey. Infine, la croce trifogliata è quella dell’ordine di San Maurizio e si ritrova nello stemma di Bourg-en-Bresse, capoluogo del dipartimento.
La bandiera del dipartimento riporta un curioso errore: fa riferimento ad uno stemma proposto nel 1952 dall’araldista Robert Louis e mai adottato nel primo quarto; inoltre, il campo del primo quarto e quello del capo del secondo quarto dovrebbero essere d’argento e non d’oro. Si tratta di una bandiera ufficialmente adottata fino dal 1980.
Un primo stemma, proposto sempre da Robert Louis nel 1950, si blasonava: « D’argent à la bande d’azur accostée de deux lionceaux de sable » (D’argento alla banda di azzurro accostata da due leoncelli d’argento).
È lo stemma attribuito alla provincia della Bresse a partire dal XVII secolo. L’armoriale di Segoin, apparso nel 1657, lo blasona: « D’argent à une bande d’azur accostée de deux lionceaux du même» (D’argento a una banda d’azzurro accostata da due leoncelli dello stesso). D’Hozier, nel 1696, invece lo blasona « D’argent à la bande d’azur accostée de deux lionceaux de sable » (D’argento alla banda di azzurro accostata da due leoncelli di nero).
Tuttavia, a parte il fatto che l’Ain non corrisponde alla Bresse, questo stemma non rappresentava la Bresse, ma gli antichi conti del Genevois che hanno utilizzato per alleanza gli stemmi dei Kybourg e degli Zaehringen. Questi stemmi, che figuravano su una vetrata della chiesa di Brou, erano diventati enigmatici e furono male interpretati nel XVII secolo e, quindi, attribuiti per errore alla Bresse. In realtà, non furono mai utilizzati né nell’uso quotidiano, né su monumenti o chiese.
Nel 1952 Robert Louis propose un altro stemma, simile all’attuale, che si blasonava : « Écartelé, au premier d’argent à la bande d’azur accostée de deux lionceaux de sable; au deuxième d’azur à deux broyes d’or, au chef d’argent chargé d’un lion issant de gueules; au troisième d’azur à trois fleurs de lys d’or au bâton de gueules brochant sur le tout; au quatrième de gueules au lion d’hermines » (Inquartato, nel primo d’argento alla banda d’azzurro accostata da due leoncelli di nero; al secondo d’azzurro ai due pettini per canapa d’oro, al capo caricato di un leone sorgente di rosso; al terzo d’azzurro ai tre gigli d’oro al bastone di rosso attraversante sul tutto; al quarto di rosso al leone seminato di armellino).
Il primo quarto riprendeva evidentemente lo stemma della Bresse, il secondo quello del Gex utilizzando l’interpretazione che vuole il simbolo un pettine per canapa invece che mordacchia per cavalli e diminuendoli di uno; il terzo, rispetto all’attuale utilizza un bastone attraversante invece di uno scorciato, mentre il quarto è uguale all’attuale.
Il logo dipartimentale è molto semplice e non privo di grazia. Riporta il nome del dipartimento preceduto dall’articolo che conferisce forza alla parola che segue dandole unicità e importanza.
La scritta è sfumata dall’azzurro verso il verde e marcata da due tratti rossi che la indirizzano verso l’alto dandole dinamicità e proiezione. Il tutto è accentuato visivamente dall’ombra proiettata sullo sfondo.
Le scritte riferite all’ente sono molteplici poiché il logo è molto utilizzato e molto riconosciuto come identitario.
Nota di Bruno Fracasso
STEMMA RIDISEGNATO

STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“Inquartato : nel primo di azzurro al leone seminato di armellino, nel secondo di azzurro alle tre mordacchie d’oro poste in palo e al capo d’argento caricato di un leone nascente di rosso ; nel terzo d’azzurro ai tre gigli d’oro e al bastone scorciato in banda di rosso; nel quarto di rosso al leone di armellino; sull’inquartato la croce trifogliata d’argento”.
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