Città di Voghera – (PV)

Informazioni

  • Codice Catastale: M109
  • Codice Istat: 18182
  • CAP: 27058
  • Numero abitanti: 39937
  • Nome abitanti: vogheresi
  • Altitudine: 96
  • Superficie: 63.28
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 31.0

Storia dello stemma e del comune

Il nome della città di Voghera, considerato ancora oggi il capoluogo culturale dell’Oltrepò Pavese, è derivato dall’antico Vicus Iria: Iria è l’antico nome del torrente Staffora.

 

Si ritiene infatti che la città (poi Colonia Romana) posta sulla Via Postumia, col nome di Forum Julii Iriensium, sia sorta sul luogo dell’antica città ligure di Iria, distrutta da Attila e ridotta a semplice “Vicus” (villaggio).

 

Nel X secolo si trova Vicuiria nelle fonti documentarie e descritto come un villaggio fortificato.

 

Nel XII secolo compaiono le denominazioni dei cinque quartieri principali di Vogheria, che prendono nome dalla chiesa più importante di ogni ripartizione: S. Andrea (o Pareto), S. Pietro, S. Ilario, S. Stefano, Porta Rossella.

 

Per tradizione, reiterata dallo storico conte Antonio Cavagna Sangiuliani (post 1871) l’aquila imperiale sarebbe stata concessa dall’imperatore Federico I “Barbarossa” alla città di Voghera, durante la Dieta di Roncaglia del 15 dicembre 1154, per le fedeltà dimostrata e per aver ospitato le truppe durante l’assedio di Tortona. Nella stessa occasione sarebbe stato assunto anche il motto che, completo, recita: Signo Sacrati Imperii Durabit Viqueria tempore longo si sciet vivere cauta (“Sotto il simbolo del Sacro Impero Voghera durerà a lungo, se saprà vivere con cautela”), che più tardi sarà abbreviato in “Signo Sacrati Imperii durabit Viqueria” (“Sotto il simbolo del Sacro Impero Voghera durerà”).

 

Le cronache però testimoniano che nel 1155 la città venne occupata dal Barbarossa e nel 1158 anche incendiata.

Fino al 1164 fece parte del Comitatus di Tortona e dipendente dall’autorità del vescovo-conte tortonese. Con diploma dell’8 agosto 1164, lo stesso Federico I sottrasse ai vescovi di Tortona la giurisdizione su Voghera e concesse alla città di Pavia tutte le regalie su Voghera e il suo territorio. Ma da diversi documenti (1180 e 1183) risulta come comunque le podestarie di Voghera continuassero ad esercitare la giurisdizione a nome del vescovo di Tortona, in virtù degli antichi privilegi.

Nel sec. XII aveva residenza in Voghera un giudice imperiale, il quale estendeva la sua giurisdizione a tutto l’Oltrepò. Con atto solenne del 1212 Pavia concedeva a Voghera il riconoscimento della libertà comunale, impegnandosi a mantenerla in perpetuo ed a considerare gli abitanti di Voghera in tutto uguali a quelli di Pavia. Viqueria è citata nell’elenco delle terre del contado di Pavia del 1250 come appartenente all’Oltrepò.

 

Il 5 giugno 1271 il Consiglio dei mille credendari di Pavia, al fine di raccogliere denaro per finanziare gli interventi bellici del conte Uberto Landi a difesa della città, vendeva a Voghera per il prezzo di 300 lire pavesi il diritto di eleggere autonomamente il podestà. Con atto pubblico del 26 giugno 1276 rogato dal notaio Onnibono da Soncino, Pavia concedeva ancora a Voghera il diritto di eleggersi il proprio podestà, pretore o vicario di provvisione con giurisdizione non solo sopra la comunità, ma su tutto il territorio che ne dipendeva.

 

Nel 1303 Matteo Visconti affermava definitivamente la sua signoria grazie anche alla nomina a Vicario imperiale che gli concedeva Enrico VII.

Il libero Comune di Voghera veniva quindi assorbito dalla potente signoria milanese e per oltre due secoli il borgo verrà inserito nei mappali del Ducato dei Visconti prima e degli Sforza poi.

Nel 1371 Galeazzo Visconti emanò un decreto con cui separava Voghera e la sua podestaria dalla dipendenza di Pavia ordinando ai pavesi di non intervenire nel riparto delle tasse e imposte a carico della comunità di Voghera.

 

In periodo visconteo i podestà di Voghera restavano in carica sei mesi, ma sovente erano riconfermati, previo rigoroso sindacato esercitato da un delegato dei Visconti. La podestaria di Voghera veniva considerata la più importante dopo quella di Pavia. Nel 1377 iniziò la nuova costruzione del castello sulle basi di quello preesistente fin dal X secolo.

Con atto del 26 marzo 1436 Filippo Maria Visconti, duca di Milano, donava in feudo la contea di Voghera al capitano Luigi Dal Verme comprendente Bobbio e Castelsangiovanni con tutti i loro territori distaccandoli dal Principato di Pavia. Il 10 maggio dello stesso anno il conte Dal Verme eleggeva il podestà e confermava il vicario eletto dal Comune; al conte Dal Verme venne riconosciuto il dominio della città da parte dei sindaci e consoli. I sindaci venivano nominati scegliendo tra 2 terne di nomi. Il sindaco prescelto prestava giuramento di fedeltà ed amministrava per tre mesi. Vi erano un podestà e un vicario con funzioni di giudice di prima istanza; in appello le cause della giurisdizione di Voghera e Bobbio erano gestite dal giureconsulto vicario generale del conte Dal Verme.

 

Nel 1485 la signoria di Voghera, con i feudi di Bobbio, Castelsangiovanni e Zavattarello, veniva inglobata dalla Camera ducale di Milano.

 

Nel 1489 la signoria venne concessa dall’imperatore a Lodovico “il Moro” Sforza.

 

Nel 1499 gli eserciti francesi di Luigi XII occuparono la Lombardia. Venne nominato conte di Voghera e Bobbio il principe de Ligny, governatore dell’intero contado di Pavia.

 

Alla di lui morte nel 1505 i feudi ritornarono alla Camera ducale e Voghera venne consegnata al conte Galeazzo di Sanseverino.

 

Il borgo rimase fino al 1593 una contea amministrata dai feudatari appartenenti alla famiglia Dal Verme. Non avendo però i fratelli Filippo, Marco Antonio e Scipione Dal Verme legittimi eredi, il feudo venne posto in vendita e acquistato, durante il regno di Filippo III, nel 1600, da un certo Marc’Antonio “dottore genovese”, che però dovette fuggire dopo pochi mesi per inadempienza nel pagamento della quota dovuta alla corona spagnola.

 

Con decreto del 19 gennaio 1608, Filippo III re di Spagna e duca di Milano, eleva la Contea di Voghera a Marchesato e concesso in feudo a Don Petrus Enriquez Azevedo, conte di Fuentes.
In quel periodo lo stemma di Voghera avrebbe assunto la forma ovale, e la complessa cornice barocca “a cartoccio”, sormontata da una corona marchionale. Dal 1612 il feudo di Voghera passò alla giurisdizione dei Del Pozzo, conti di Ponderano, ai quali rimase per 158 anni.

 

Dopo la cosiddetta “Pace di Utrecht” del 1713 la città passa sotto il dominio austriaco, mentre con il “Trattato di Worms” del 1743 è ceduta ai Savoia. Carlo Emanuele III il 2 giugno 1770 la eleva a “città” e ne fa il capoluogo della Provincia dell’Oltrepò Pavese (che all’epoca comprendeva anche la Val Trebbia con Bobbio).

 

Con il Regno d’Italia la Provincia di Voghera viene unita a quella di Pavia e nel 1923 perde il territorio dell’Alta Val Trebbia in favore di Piacenza.

 

Le fasce, in origine probabilmente rosse, erano rettilinee, ma hanno assunto la forma convessa nelle rappresentazioni della fine del XVI secolo, quando la “moda” degli scudi li prevedeva ovati e convessi come si vede ancora oggi nel gonfalone comunale. Nel corso del XIX secolo, nei bozzetti dello stemma, gli illustratori tentarono, invano, di ripristinare la forma originaria.

 

Con il D. R. 27 settembre 1938 è stato concesso lo stemma già in uso da tempo, con le fasce convesse e con il blasone: “Troncato: al primo a sei fasce alternate convesse di nero e d’argento; al secondo di rosso, capo abbassato d’oro all’aquila di nero ad ali spiegate, accorciata, coronata. (Capo del Littorio). Sormontato da una corona marchionale ed il motto: Signo Sacrati Imperi Durabit Viqueria Tempore”.

 

Con lo stesso decreto è stato concesso anche il gonfalone, descritto come un: “Drappo di bianco…”

 

 

Note di Massimo Ghirardi

 

Bibliografia:

 

Genovese C. LA PROVINCIA DI PAVIA. Gli stemmi civici del Pavese, della Lomellina e dell’Oltrepò. 2012, pp. 438-439.

 

Sitografia:

https://www.fabiotordi.it/blog/?p=727

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo araldico


“Troncato: al primo a sei fasce alternate convesse di nero e d’argento; al secondo di rosso, capo abbassato d’oro all’aquila di nero ad ali spiegate, accorciata, coronata. (Capo del Littorio). Sormontato da una corona marchionale ed il motto: “Signo Sacrati Imperi Durabit Viqueria Tempore””.

Colori dello scudo:
oro, rosso
Partizioni:
troncato
Oggetti dello stemma:
ala, aquila
Pezze onorevoli dello scudo:
fascia convessa
Attributi araldici:
abbassato, accorciato, alternato, coronato, spiegato

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco
Profilo Araldico

“Drappo partito di giallo e di rosso caricato in centro dello stemma comunale…”

bandiera ridisegnata

Fonte: Roberto Breschi

Disegnato da: Bruno Fracasso

bandiera Ufficiale
Altre Immagini
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    8 Giugno 1770

    Patente Reale 112, reg. 43, del Re di Sardegna.


    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    27 Settembre 1938