Comune di Villefranche-sur-Saône – (69)
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Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Gli abitanti portano il curioso nome di Celadois, dalla parola franco-provenzale “calada” (‘strada acciottolata in pendenza’).
La città venne fondata da Humbert III de Beaujeu nel 1140, sulla rive della Saona, per farne la sua residenza al posto della scomoda Beaujeu e per meglio contrastare il potere degli arcivescovi-conti di Lyon, unendo i territori delle parrocchie di Limas, Béligny, Ouilly e Gleizé e lungo le direttrici Lyon-Langres e Roanne- Saône (guado di Riotter), proprio di fronte alla fortezza vescovile di Anse.
Venne interamente fortificata e lo stesso nome Villefranche (“Villa Franca”, dalla “charte de franchise”, ‘carta di franchigia’ che venne concessa) indica gli ampi privilegi amministrativi e fiscali dei quali venne dotata che la fecero rapidamente crescere e popolare dalle genti del circondario. Le franchigie accordate dai signori di Beaujeu prevedevano anche l’autonomia amministrativa della città attraverso un consiglio consolare. Guichard V confermò i privilegi e concesse la definitiva “Charte de franchise” nel 1260.
Pierre de Beaujeu, divenuto Piere de Bourbon dopo la morte del fratello Jean II di Borbone nel 1488, fece un donativo per completare la chiesa principale (che fungeva anche da aula per le riunioni cittadine) il 4 febbraio 1500. Grazie anche alla protezione di Pierre II e di Anna di Francia (Dama di Beaujeu e figlia di Luigi XI) la città divenne un importante centro commerciale e industriale (soprattutto tessile).
Dal 1692 la città ebbe il suo “maire” che accettava l’incarico e l’ufficio con l’avvallo del re di Francia: il primo (di diretta nomina regia) sarà Noël MIGNOT, signore di Bussy, luogotenente generale del baliato del Beaujolais; mentre il primo regolarmente eletto sarà Charles Antoine CHASSET avvocato, membri l’académie de Villefranche, che aveva già rivestito il ruolo di scabino della città, nominato sindaco nel 1788 dal duca d’Orléans.
Durante la Rivoluzione la città verrà ridenominata più volte: « Commune Franche » , « Ville libre sur la Saône » e il curioso « Mont Buyzanthe ». Attualmente si sta discutendo se mutare il nome in Villefranche-en-Beaujolais.
Lo stemma della città si blasona: “De gueules à une porte de ville d’argent , flanquée à dextre d’une tour de même le tout maçonné de sable, au chef cousu d’azur chargé de trois fleurs de lis d’or brisés chacune d’un bâton alésé péri en bande de gueules” (Di rosso alla porta civica d’argento, fiancheggiata a destra da una torre dello stesso, murata di nero, al capo cucito d’azzurro caricato da tre gigli d’oro, ognuno brisato da un bastone scorciato in banda di rosso).
Derivano da quelle antiche, note come “Di rosso alla torre d’argento, murata di nero”, che simboleggiavano l’autonomia cittadina attraverso la figura della “tour de péage” (torre del dazio) o le fortificazioni (distrutte nel periodo rivoluzionario) alla quale venne aggiunto il capo “di Borbone” per iniziativa di Anna di Francia nel novembre 1514.
All’inizio del XVII secolo il capo divenne “di Francia” (senza bastone rosso) e durante l’impero napoleonico venne rimpiazzato dall’aquila imperiale.
Le armi vennero ripristinate durante la Restaurazione, per delibera del Consiglio Municipale, nel 1819 e, dopo il breve periodo della “Monarchia di luglio” (che lasciò il solo capo azzurro) vennero ufficialmente riprese nel 1863.
In alcune versioni lo stemma è accompagnata dal motto dei Borboni “Espérance” (Speranza).
Recentemente la città, seguendo l’esempio di moltissimi altri centri, ha adottato diversi “loghi” di tipo commerciale, che hanno via via perso ogni riferimento araldico dimostrando, diversamente dagli emblemi storici, una certa instabilità.
Nota di Massimo Ghirardi
STEMMA RIDISEGNATO

STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“Di rosso alla porta civica d’argento, fiancheggiata a destra da una torre dello stesso, murata di nero, al capo cucito d’azzurro caricato da tre gigli d’oro, ognuno brisato da un bastone scorciato in banda di rosso”.
SMALTI
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Logo cittadino

LEGENDA
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