Comune di Villaricca – (NA)

Informazioni

  • Codice Catastale: G309
  • Codice Istat: 63087
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 30628
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 6.85
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

L’attuale stemma del Comune di Villaricca è stato formalmente concesso con RD del 14 ottobre 1937, dove si blasona: “d’azzurro, al lupo al naturale su di una pianura di verde, sormontato da tre spighe di grano al naturale…”, la normativa dell’epoca prevedeva anche il “Capo del Littorio” (abolito nel 1943 e del quale talvolta rimane nelle figurazioni il solo capo di porpora senza il fascio).

In realtà l’emblema è più antico: nel gonfalone comunale se ne vede ancora oggi una versione aulica riccamente ornata (e con le spighe raccolte a ventaglio).

Fino al 13 maggio 1871 si denominava Panicocoli, che rinvia al latino medievale panicoculus (formato da panis, pane, e da coquere, cuocere, col significato di luogo “dove si cuoce il pane”) per la presenza di forni, ancora oggi il pane di Villaricca è molto rinomato per la sua bontà e risponde a precise caratteristiche che derivano dal rispetto delle antiche regole produttive (si trova in commercio in “panielli” di forma circolare o “panelle” di forma allungata, prodotte con farina di grano tenero che viene lavorata insieme all’acqua e al sale marino). La nuova denominazione vuole richiamare questa tradizione e la fertilità del territorio dove l’agricoltura costituisce ancora oggi la principale risorsa economica, nello stemma rappresentata dalle spighe di grano, unita al lupo, tradizionale e arcaico simbolo di fiera indipendenza.

 

All’inizio del XIX secolo, durante il breve regno di Gioacchino Murat, la cittadina ha portato il nome di Gioacchinopoli, in omaggio al sovrano.

 

La zona era già abitata all’arrivo dei romani, reperti archeologici fanno risalire l’insediamento umano almeno a qualche millennio prima della nostra era. Le prime tracce di un villaggio sono riconducibili al periodo tra il IV e il V secolo d.C. La particolare struttura quadrangolare della cittadina fa pensare che si sia trattato inizialmente di un accampamento militare romano.

Nella metà dell’IX secolo, Panicocoli divenne territorio normanno sotto il governo del nobile Danabaldo.
Nel 1134, Ruggero il Normanno pose un lungo assedio a Panicocoli: ma fu sconfitto dalle forze alleate di napoletani e mercenari pisani. Di nuovo nel 1135, fu teatro di ulteriori tentativi di conquista da parte di Ruggero, al fine andati a buon fine. Quando il normanno salì al trono nel 1140, elevò l’abitato a capoluogo di distretto, governato da un conte come casale regio, con i relativi privilegi fiscali legati a questa condizione.

Nel 1631 il viceré di Napoli, Manuel de Acevedo y Zúñiga, conte di Monterey, tolse a Panicocoli i privilegi di cui usufruivano i territori inclusi nel Demanio regio e mise in vendita il casale di Panicocoli, che nel 1633 fu acquistato per 20.370 ducati d’oro da Salvo Sclano, Conte d’Athos o di Montesanto, jureconsulto e appartenente al Collegio dei Dottori di Napoli, discendente dalla nobile famiglia napoletana che amministrava da secoli il Sedile del Porto di Napoli. Divenne il primo barone assumendo il titolo di Principe di Panicocoli ma governò per un solo anno: infatti nel 1634 il feudo fu venduto al barone Giannantonio Parisio per 2.370 ducati. Nel 1710 fu acquistato invece dal principe Carlo de Tassis, conte di Zellò e marchese di Paullo il quale, per insorti problemi economici, lo vendette nel 1728  a Nicola Petra, duca di Vastogirardi, la cui famiglia rimase feudataria fino al 1806, anno in cui furono emanate le Leggi eversive della feudalità che decretarono la fine di tutti i privilegi feudali nel Regno di Napoli e l’inizio dell’Amministrazione comunale indipendente.

Dal 1806 al 1836 il territorio di Qualiano fece parte del Comune di Panicocoli, il 5 settembre 1836 Re Ferdinando II ne decretò l’autonomia amministrativa.

Attualmente la circoscrizione possiede un’exclave amministrativa tra i comuni di Calvizzano, Qualiano, Marano di Napoli e Quarto.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Si ringrazia Ciro Iacovella per la gentile collaborazione

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo araldico


“D’azzurro, al lupo al naturale su di una pianura di verde, sormontato da tre spighe di grano al naturale. Ornamenti esteriori da Comune”.

Colori dello scudo:
azzurro, rosso
Partizioni:
capo
Oggetti dello stemma:
lupo, pianura, spiga di grano
Attributi araldici:
sormontato, su

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di rosso…”

Colori del gonfalone: rosso

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    14 Ottobre 1937