Comune di Vetto – (RE)

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Info
  • Codice Catastale: L815
  • Codice Istat: 35042
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 2001
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 53.30
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Dal latino “vectus” che significa ‘portato, trasportato”. Anticamente infatti il paese era un’importante tappa del cammino lungo la valle del torrente Enza (da cui la denominazione alternativa popolarmente in uso di VETTO D’ENZA) che da Parma, passando per Castelnuovo ne’Monti, porta ancor’oggi in Toscana e, nell’altro senso, permette di andare dalla Lucchesia alla Lombardia.

Il primo documento scritto risale al 1142, come possedimento dei marchesi di Canossa, che lo diedero in feudo ai Da Palù. Nel 1188 venne sottomessa dal Comune di Reggio e, dalla seconda metà del XIV secolo fino al 1700, fu dominata dai Terzi, dai Vallisneri e nuovamente dai Palù.

Nel settecento dipese da Castelnuovo ne’Monti fino a diventare comune autonomo nel 1859.

Il capo dello stemma capo riprende troncato l’emblema della famiglia feudataria dei Da Palù: due aghi che servivano ai pescatori per riparare le reti, di rosso decussati (in seguito modificati con intento decorativo fino a travisarli in due doppie forcelle oppure scettri gigliati!).
Nel campo un paesaggio montano con fiume scavalcato da un ponte ad arco, chiaro riferimento alla posizione geografica di Vetto.
Lo stemma, sottoposto per l’approvazione dal podestà di Vetto, dr. Azzolini, a Benito Mussolini, fu approvato il 26 febbraio 1928.

La famiglia dei conti Della Palude o Da Palù prende il nome dal loro castello principale detto “della palude” presso Rolo dove esisteva una vasta regione acquitrinosa chiamata anche Padusia, questa potente dinastia, fedelissima dei Canossa (per i quali rivestì sempre importanti incarichi), è detta anche degli Arduinici o Arduini, dal nome del capostipite Arduino della Palude (Arduinus De Padusia) a sua volta (forse) discendente di Arduino d’Ivrea.

Il loro stemma di famiglia è allusivo al luogo di provenienza dov’era diffusa la pesca con le reti, che abbisognavano talvolta di “riparazioni”: quindi la figura è da intendersi anche come metafora di ‘difesa’. L’emblema dinastico originale (dal quale è derivato quello comunale) è caratterizzato proprio dagli “aghi” che alcuni definiscono proprio “picche arduiniche” (mentre per il blasone ufficiale di Vetto sono “forcelle” e così disegnate dall’autore del bozzetto che accompagna il Decreto di Concessione) ed è così blasonato: d’argento ai due aghi da rete di rosso decussati, capo dell’Impero.

 

Nota: nella nostra immagine le “forcelle” del blasone ufficiale sono state modificate come dallo stemma originale dei Da Palù, storicamente più corrette.

 

Cfr. anche Carema (TO), Ivrea (TO)

Note di Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Troncato: il 1° d’oro, partito: a) ad un’aquila di nero col volo abbassato coronata del primo; b) a due forcelle di nero in croce di Sant’Andrea; il 2° campo di cielo ad una catena di monti caricata da un torrente e da un ponte di un’arcata; il tutto al naturale. Ornamenti esteriori da Comune”.

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
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Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo partito di giallo e di verde…”

COLORI
PARTIZIONI
partito
ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    25 Giugno 1981

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