Comune di Trecastagni – (CT)
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Info
- Codice Catastale: L355
- Codice Istat: 87050
- CAP: 0
- Numero abitanti: 10475
- Altitudine: 0
- Superficie: 18.96
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 0.0
- Comuni confinanti:
Pedara, San Giovanni la Punta, Viagrande, Zafferana Etnea
- Santo Patrono: san Nicola di Bari (patrono principale), Alfio, Filadelfo e Cirino
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Il Comune di Trecastagni sorge alle pendici dell’Etna, il territorio è collinare ed è circondato da svariati coni vulcanici (Monte Ilice, Monte Gorna, Monte San Nicolò, Tre Monti, Monte Serra).
Il toponimo potrebbe derivare dalla locuzione latina “Tres castaneae”, designante un luogo caratterizzato dalla presenza di tre castagni di grande dimensione. Ma una tradizione locale vorrebbe farlo derivare da “Tres Casti Agni”, ovvero “i tre casti agnelli”, con riferimento ai santi martiri Alfio, Cirino e Filadelfo, patroni del paese, che sostarono in loco durante il loro trasferimento da Vaste a Lentini, dove subirono il martirio. Altri ancora lo attribuiscono a “Tria Castra”, che farebbe fa riferimento a tre insediamenti fortificati.
La zona è stata abitata dai sicani, seguiti dai siculi, dagli elimi e dai morgeti, che vennero sottomessi dai coloni greci prima e dai romani poi.
Nel XIV secolo l’abitato era fiorente e organizzato, e subì l’invasione da parte del filo-angioino Simone Chiaramonte che tentò di scacciare il generale Artale I Alagona, filo-aragonese. Sottoposto successivamente alla giurisdizione del vescovo di Catania, nel 1640 venne venduto, insieme al casale di Viagrande, a Domenico di Giovanni, banchiere messinese, appartenente ad un’importante famiglia patrizia. Nel 1641 Trecastagni fu elevata a rango di principato, del quale nel 1654 entrò a far parte anche Pedara.
Nel 1710 Anna Maria di Giovanni, principessa di Trecastagni, ultima erede del suo casato, sposò Giuseppe Alliata Colonna Romano, principe di Villafranca, e il titolo principesco di Trecastagni passò quindi al casato degli Alliata.
Solo nel 1818, con l’abolizione del feudalesimo, venne costituito il Comune autonomo, capoluogo di mandamento, con riserva di un seggio nel Parlamento Generale di Sicilia.
Lo stemma del Comune di Trecastagni non ha formale concessione, ma corrisponde a quello stabilito nel 1812 dall’Intendenza Borbonica (come si evince da una copia del documento conservata all’Archivio di Stato di Palermo) e rappresentato in un gonfalone di velluto esposto nella sala consiliare. Di fatto riprende l’arma della famiglia Di Giovanni che si blasonava: “d’azzurro, a due leoni controrampanti, trattenenti una spiga di frumento nodrita su una zolla movente dalla punta, il tutto d’oro”.
Il podestà Giuseppe Torrisi, a nome della Municipalità, in data 21 ottobre 1931 richiese il riconoscimento dello stemma alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Consulta Araldica – ma non trovò accoglimento per mancata osservanza delle modalità prescritte (circ. Pres. Cons. Min. n°8600 del 2 ottobre 1931) come si riscontra dall’epistola datata 16 novembre 1931 a firma del Capo di Gabinetto Mario Tosi.
Da dire che la documentazione originale sugli stemmi, con le motivazioni delle concessioni, era conservata presso l’archivio di Stato di Napoli. Durante l’ultima guerra la villa del casertano dove gli atti erano custoditi, insieme ai documenti del periodo angioino (che, per cautela, erano stati portati lontano dalla città di Napoli), fu incendiata dai tedeschi durante la ritirata, suscitando lo sdegno di Benedetto Croce.
Nota di Massimo Ghirardi
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

SMALTI
ALTRE IMMAGINI
Stemma nella versione sannitica

Stemma comunale con smalti differenti. Non essendo ufficialmente concesso ci sono diverse versioni.

GONFALONE RIDISEGNATO

Disegnato da: Bruno Fracasso
GONFALONE UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo di porpora…”
COLORI
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune