Comune di Torrazza Coste – (PV)

Informazioni

  • Codice Catastale: L237
  • Codice Istat: 18155
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 1681
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 16.11
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Nel 1934 fu affidato l’incarico al professore Giovanni Casati, il quale, pur trovando numerosi frammenti di storia riferentesi al vecchio comune di Sant’Antonino, poi confluito in quello di Torrazza Coste, nell’incertezza di ricostruire la storia feudale del paese, studiò un progetto che si riferisse al nome del vecchio comune e alla denominazione latina con la quale veniva chiamata Torrazza Coste.

Nel documento del Barbarossa che toglieva il feudo dalle mani del vescovo di Tortona per darlo al principato di Pavia, il paese era chiamato Turris vetustae Turratiae appellate Costarum, o semplicemente Turris centum costarum.

Per quanto riguarda sant’Antonino, patrono di Piacenza, nacque nel 300 dopo Cristo, in Egitto, presso Tebe e crebbe formandosi nella religione cristiana.

Si arruolò come soldato romano nella Legione Tebea costituita dall’imperatore Diocleziano, nell’intento di controllare meglio l’Egitto. Nel tracciare la figura del santo, il professore Casati si ispirò al dittico in avorio di Anicio Probo della cattedrale di Aosta.

Lo stesso affermò che sull’effigie sopra la testa compariva la scritta Antoninus.

In realtà, nel dittico è raffigurato l’imperatore Onorio, a cui Anicio Probo dedicò l’opera come segno di riconoscenza per averlo eletto console di Oriente. Nella classica iconografia agiografica, il santo verrebbe rappresentato su un cavallo, mentre regge un labaro di colore rosso e d’oro, simbolo della legione. Alcuni non escludono che sant’Antonino possa essere il Regisole stesso.

L’effigie, ripresa esattamente dal dittico, raffigura il santo vestito da legionario che porta con sé lo scudo per combattere in nome di Cristo proprio come scritto nel labaro di rosso.

Nell’ultima partizione, la rappresentazione di alcune montagne di colore verde su fondo azzurro era assolutamente un’anomalia araldica.

Per il professore Casati doveva essere un evidente elemento di richiamo ai Beccaria ed era un opportuno riferimento anche alla zona geografica del paese, ricca di colli e di vigneti.

Così l’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei ministri dispose di rappresentare questo elemento nella sua forma araldica ordinaria, cioè un monte all’italiana di sei cime di colore argento.

 

 

Dal Libro Stemmi della Provincia di Pavia di Carletto Genovese

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Davide Papalini

Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo araldico


“Partito-semitroncato:  al primo d’azzurro all’effigie di Sant’Antonino aureolato d’oro e ammantato di rosso tenente con la mano l’asta di un labaro rosso con la scritta: “IN – NOMINE – XPI – VINCAS – SEMPER” posta su campagna di verde; al secondo troncato: sopra d’oro alla torre merlata alla ghibellina aperta e finestrata, fondata su pianura di verde e sormontata da una lista recante la scritta: TURRIS CENTUM COSTARUM: sotto d’azzurro al monte all’italiana di sei cime d’argento. Ornamenti esteriori del Comune”.

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Fonte: Archivio Centrale dello Stato

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo Araldico


“Drappo partito di azzurro e di giallo…”

Colori del gonfalone: azzurro, giallo
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    30 Giugno 1951