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Info
- Codice Catastale: L180
- Codice Istat: 90072
- CAP: 7040
- Numero abitanti: 2300
- Nome abitanti: tissesi
- Altitudine: 250
- Superficie: 10.35
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 11.0
- Comuni confinanti:
Sassari, Ossi, Usini
- Santo Patrono: Santa Vittoria (15 maggio)
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
L’abitato di Tissi e’ geograficamente situato nei pressi del rio Mascari (affluente del rio Mannu di Porto Torres), in una zona collinare dove prosperano numerosi vigneti, dalle cui uve si ottengono vini di elevata qualita’ molto apprezzati in tutta la Sardegna, nonche’ oliveti che alimentano una importante produzione olearia.
Il territorio comunale fu certamente popolato fin da antichissime origini, come attestano gli innumerevoli reperti rinvenuti, tra cui mosaici, vasche, canali e sepolcri, nonche’ oggetti quali lucerne, scodelle e vasi, oltre a monete di epoca punica e romana. Tra i piu’ importanti siti archeologici vanno ricordati l’ipogeo di Sas Puntas, la Domus de Janas di “Zipirianu e fora”, il sito di S’Attentu e il nuraghe del Monte Sant’Andria.
Si ritiene che in un lontano passato Tissi facesse parte di una vasta area, conosciuta con il nome di Largaria e comprendente anche i villaggi nei territori limitrofi di Uri e Usini; una conferma di cio’ sarebbe data dalla iscrizione incisa sulla colonna che regge la pila dell’acqua benedetta nella chiesa di Santa Maria a Usini ove si legge testualmente: “1499 -HOC OPUS FIERI FECIT MATHEUS VARGIUS – PLEBANUS DE USINI DI LARGARIA”. Nel 1528 la popolazione di Tissi fu decimata da una terribile pestilenza ed il borgo fu ripopolato ad opera di Don Giacomo Manca, signore della Baronia di Usini, che vi fece costruire numerose abitazioni donandole con gli annessi terreni ad alcune famiglie povere di Ossi.
Nello stemma comunale compare sul lato sinistro l’immagine del campanile della chiesa parrocchiale di Santa Anastasia, edificio che ha certamente antiche origini, giacche’ il titolo “Sanctae Anastasie de Tissi” e’ attestato per la prima volta in un documento risalente al 1175, che ne specifica l’appartenenza all’abbazia vallombrosana di San Michele di Plaiano sita nei pressi della strada che da Sassari conduce a Platamona. La chiesa di Santa Anastasia si ritiene che fu eretta verso la meta’ del XII secolo in stile romanico-pisano; la pianta originaria, in conci di calcare, era ad un’unica navata con abside. Nel XVII secolo l’edificio fu oggetto di rimaneggiamento che porto’ all’apertura di una serie di cappelle. Della chiesa romanica, ai nostri giorni si conserva quasi integra soltanto la facciata, che presenta conci di calcare ed e’ decorata da lesene e archetti ciechi. Al centro della facciata si apre il portale, modificato nel XVII secolo, al di sopra del quale vi era una finestra, oggi murata. L’ingresso alla sagrestia comunica con il vicino oratorio della confraternita di Santa Croce. L’elegante campanile, edificato sul lato destro della chiesa, presenta alcune affinita’ architettoniche (base a pianta quadrata e cella campanaria poligonale sormontata da cupolino) con altri campanili presenti nel territorio del Sassarese, come ad esempio quelli della chiesa parrocchiale di Sant’Apollinare nel centro storico di Sassari e della Cattedrale di Sant’Antonio Abate a Castelsardo.
Note di Luigi Prato