Comune di Tirana –Tiranë (TR)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Tirana (Tiranë, in albanese; Tirona nella lingua locale) è la “Capitale degli Albanesi” (Kryeqyteti i Shqiptareve), non solo dei residenti nel “Paese delle Aquile” (Shqipëria), ma anche di tutti gli albanesi della diaspora.

 

Sull’origine del toponimo Tirana sono state proposte diverse teorie:

 

  • La prima lo fa derivare dal castello di Tyrkan che si pensa fosse situato vicino a Tirana, latinizzato in “Theranda“, o “Tiraneum” (lett. “città [vicina al castello] Tyrkanos) sul monte Dajti, costruito dall’imperatore bizantino Giustiniano I e restaurata da Ahmed Pasha Toptani nel XVIII secolo.
  • Un’altra teoria lo fa derivare dal greco “turos”, attraverso il latino “tyros”, che significa caseificio. Questa ipotesi è supportata da fonti storiche secondo le quali gli Illiri (abitanti di questa zona dei Balcani) erano abili allevatori di bovini e il formaggio di pecora da loro preparato era ampiamente conosciuto e commercializzato. 
  • La tradizione vuole che il nome sia stato dato da Sulejman Pasha, ma si scontra col fatto che il nome Tirana è noto menzionato da ben prima del 1614, quando gli Ottomani dominarono l’attuale Albania.

 

La zona era certamente ampiamente urbanizzata durante il periodo romano, come dimostra il magnifico mosaico del I secolofu  ritrovato vicino alle sorgenti di Shengjin nel sud-ovest del territorio di Tirana, appartenente a una “villa rustica”.

 

I bizantini fortificarono la città tra il IV e il VI secolo, con la costruzione anche del castello, anche se la città dominate della provincia della Nuova Epiro era Durazzo.

 

Ci sono poche testimonianze della città fino al XII secolo, quando il territorio venne compreso nel dominio angioino, che amministravano la città attraverso un console di loro nomina. Fino al 1417, anno della conquista ottomana.

Le mura e il castello vennero restaurati da Ahmet Pasha Bargjini nel 1614 (data “ufficiale” della fondazione della città). Egli era un ricco feudatario originario del villaggio di Mullet, e costruì quattro edifici: la moschea, l’hammam, il grande forno comunitario e la locanda che divennero il nucleo della futura città.

 

Nel 1798 cadde nelle mani della famiglia Toptani di Kruja. Durante questo periodo il castello fu conteso lungamente tra i Toptani e i governanti Bushatllinj di Scutari. 

 

Nel 1812 tutta l’Albania proclamò l’indipendenza e nel 1817 subì un assedio di cinque mesi, che ebbe gravi conseguenze non solo per il castello, ma anche per gran parte della città. Dopo i bombardamenti fu parzialmente ricostruito dai Toptanima durò poco perché nel 1832 fu demolito (non del tutto tant’è che oggi è visibile una parete delle mura) per ordine del Gran Visir, Mehmet Reshit Pasha, che ordinò la demolizione di tutti i castelli per non offrire rifugio ai ribelli indipendentisti.

L’11 febbraio 1920, al Congresso di Lushnjë, fu deciso di fare di Tirana la capitale temporanea dell’Albania (ma ricevette lo status definitivo di capitale il 31 gennaio 1925; le “candidate” a capitale del Paese erano Durazzo e Scutari).

L’anno 1924 fu il periodo in cui Ahmet Zogu salì al potere e nel 1925 fu stabilito il piano regolatore della città di Tirana e per realizzarlo fu nominato un architetto italiano, Armando Brasini di Roma. 

 

Un’assemblea costituzionale eletta nell’agosto 1928 dichiarò l’Albania un regno democratico e nello stesso anno entrò in vigore il nuovo codice penale e nel 1929 il codice civile albanese. Re Zog I prese residenza nel Castello (oggi Palazzo dei Pionieri – Pallati i pioniereve -) che fu residenza della famiglia regnante dal 1924 al 1939.

 

Durante la seconda guerra mondiale, dopo l’occupazione dell’Albania da parte prima delle truppe italiane e poi tedesche, Tirana divenne il centro della resistenza. L’8 novembre 1941, il Partito Comunista Albanese fu fondato da un raduno di gruppi comunisti. La battaglia per la liberazione di Tirana è una delle più sanguinose in Albania. La mattina del 17 novembre 1944, dopo 19 giorni e 19 notti di guerra, Tirana fu liberata e il Paese fu dichiarato Repubblica Popolare Socialista con l’insediamento del primo governo di Enver Hoxha.

L’Albania si spostò quindi nell’orbita stalinista e apportò i primi cambiamenti nell’aspetto di Tirana, dando una forte impronta sovietica agli edifici di Tirana e il via a un progressivo isolazionismo che si protrasse fino al 1991.

 

Lo stemma di Tirana (Stema e Tiranës) è descritto all’art. 1 dello Statuto del Comune di Tirana:

 

«L’emblema del Comune è costituito da uno scudo di forma appuntata, di colore rosso-blu, diviso nella metà, cui è collocata a sinistra la Torre dell’Orologio e a destra lo stemma della famiglia Skuraj, cimato di corona con tre torri»

 

Lo stemma del Comune di Tirana (Bashkia Tiranë) è stato approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 215, il 14 novembre 2000.

 

Si basa sullo stemma gentilizio della famiglia feudale degli Skuraj (Scura, in italiano), che governò Tirana tra il XIV e il XV secolo dal castello sul monte Dajti. L’emblema è scolpito su un blocco di pietra con epigrafe di Anton Skura proveniente dalla chiesa francescana dell’Annunciata di Koder Marlekaj a Lezha (oggi esposto al Museo Storico Nazionale della capitale). 

 

Gli Skuraj (o anche Zgura o Uzgurliu, nella variante ottomana, con discendenti a Modugno in Puglia, come Scura), originari dell’Albania centrale, alzavano uno stemma: “d’azzurro, al lupo saliente d’argento, tenente con la branca destra un giglio del medesimo, alla sbarra di rosso attraversante sul tutto caricata di due stelle d’argento”. Attualmente molti araldisti descrivono l’animale dello stemma di Tirana come “lupo-leone”, con la parte superiore di lupo e quella inferiore di leone, caratteristica accentuata dalla lunga coda ritorta. La stessa figura rimane oggi sullo stemma della città di Kurbini, nel cui distretto si trova la località di Skuraj, che fu probabilmente luogo di origine della famiglia.

 

A questo è associato il simbolo della città: la Torre dell’Orologio (Kulla e Sahatit), costruita nel 1822 sull’odierna piazza Scanderbeg da Etëhem Bey Mollaj, un poeta-architetto al quale si deve anche la Moschea Ethem Bey accanto alla torre. È un “monumento di cultura di prima categoria”, come dichiarato il 24 maggio 1948 ed è stato ristrutturato nel 2018 fa grazie all’associazione culturale di stato della Turchia denominata TIKA.

 

Lo stemma è timbrato da una corona con tre torri visibili, che indica il rango di “città” nell’araldica civica albanese.

 

Lo stemma è riportato anche sulla bandiera azzurra della capitale albanese ufficialmente adottata il 14 novembre 2000.

 

La città di Tirana è gemellata con numerose città del mondo, anche grazie alle comunità albanesi residenti: Atene, Barcellona (Spagna), Bucarest, Bruxelles, Istanbul, Pechino, Cobourg (Canada), Grand Rapidis (Michigan, USA), Kiev, Madrid, Pristina, Marsiglia, Mosca, Praga, Salonicco, Seul, Parigi, Sofia, Stoccolma, Vilnius, Zagabria, Podgorica.

 

Anche le città italiane di Firenze, Genova, Piana degli Albanesi, Torino, Udine, Venezia, Verona, sono ufficialmente gemellate con Tirana, la quale mantiene legami culturali particolari con le altre comunità albanesi (Arbëreshët e Italisë) d’Italia della Basilicata, Puglia, Calbria e Sicilia.

 

 

 

Nota di Massimo Ghirardi e Jack Aliu Çelpica

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Tirana c02

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


«L’emblema del Comune è costituito da uno scudo di forma appuntata, di colore rosso-blu, diviso nella metà, cui è collocata a sinistra la Torre dell’Orologio e a destra lo stemma della famiglia Skuraj, cimato di corona con tre torri».

Dallo statuto comunale

Colori dello scudo:
azzurro, rosso
Partizioni:
partito
Profilo Araldico

“Drappo di azzurro caricato al centro dello stemma comunale…”

bandiera ridisegnata

Disegnato da: Massimo Ghirardi

bandiera Ufficiale
no bandiera
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