Comune di Taino – (VA)
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Info
- Codice Catastale: L032
- Codice Istat: 12125
- CAP: 21020
- Numero abitanti: 3798
- Nome abitanti: tainesi
- Altitudine: 262
- Superficie: 7.75
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 40.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Il nome del capoluogo di Taino, secondo alcuni deriva da Tej, antica forma lombarda per “tiglio”, secondo altri dal nome di un proprietario fondiario di epoca Romana: Tacinus o Taginius. Un’etimologia popolare vuole che l’origine vada ricercata nei termini celtici Ta (buono) e Vyn (vino), cioè “terra del buon vino”.
Scritto in passato come Tajno e Tayno, questo territorio era soggetto all’arcivescovo di Milano e alla Pieve di Angera quindi al dominio dei Visconti dal 1350, per passare ai Borromeo nel 1449.
Il 20 maggio 1579 il cardinale Carlo Borromeo (poi santificato), decretò l’erezione della Parrocchia di Santo Stefano Protomartire, aggregandovi anche Cheglio (da cui la denominazione ufficiale di “Tayno con Cheglio”).
Il 4 maggio 1629 il cardinale Federico Borromeo, consanguineo del precedente e suo successore sulla cattedra ambrosiana, consacrò la nuova chiesa, poi ricostruita per volontà della popolazione e col sostegno dei duchi Serbelloni-Crivelli di San Gabrio e ribenedetta il 16 settembre 1892.
Nel 1796 Napoleone creò il Dipartimento del Verbano, con capoluogo Varese, e Taino ne entrò a far parte.
Nel 1801 tutto il territorio passò al Dipartimento del Lario del Regno Napoleonico d’Italia, con capoluogo Como.
Nel 1860 Taino entra a far parte della Provincia di Como, Distretto di Angera. Il legame con Angera è testimoniato anche dalla denominazione della stazione ferroviaria: Taino-Angera, costruita pressoché a mezza strada tra i due centri titolari.
Nel 1927 Varese tornò ad essere capoluogo di Provincia e gli vennero assoggettati pressoché tutti i territori dell’antico Dipartimento, tra questi Taino: comune di seconda classe.
Lo stemma, risalente almeno al XIX secolo è così blasonato: “Partito: nel primo di rosso al liocorno d’argento ritto, collarinato da una corona d’oro all’antica; nel secondo d’argento al sorbo al naturale fruttifero d’oro e radicato nella pianura erbosa naturale” come riporta il Decreto di concessione (D.P.R. del 2 marzo 1954).
Il liocorno, o unicorno, è una delle imprese araldiche più note dei Borromeo (nel giardino monumentale dell’Isola Bella sul Lago Maggiore, una delle residenze della famiglia, l’animale è rappresentato in un monumento scenografico inteso a celebrare la famiglia). Nel secondo campo il sorbo ha preso il posto del tiglio dell’etimo toponomastico, forse in omaggio alla famiglia dei Serbelloni che lo portavano nel loro stemma antico sostenuto da due grifoni rossi.
NB: nel bozzetto ufficiale l’unicorno è semplicemente coronato, senza “collare” (da cui “collarinato”), per cui propendiamo per un errore di trascrizione (“collarinato” in luogo di “coronato”) seppure l’impresa dell’unicorno dei Borromeo avesse effettivamente un collare a forma di corona.
Lo stemma “corretto” quindi, seguendo il blasone della concessione, sarebbe quello con il collare a forma di corona e senza corona ulteriore sopra il capo.
Note di Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo
Si ringraziano Maurizio Salmoiraghi e Cristina Colombo per la cortese collaborazione
STEMMA RIDISEGNATO

Reperito da: Luigi Ferrara
Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“Partito; nel 1° di rosso al liocorno d’argento, ritto, collarinato di una corona d’oro all’antica; nel 2° d’argento al sorbo al naturale, fruttato d’oro e radicato nella pianura erbosa. Ornamenti esteriori da Comune”.
ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
Stemma come da blasone ufficiale”.

BANDIERA RIDISEGNATA

Disegnato da: Massimo Ghirardi
BANDIERA UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo di bianco caricato dello stemma comunale…”.
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune