Comune di Sorano – (GR)

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Info
  • Codice Catastale: I841
  • Codice Istat: 53026
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 3656
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 174.60
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
  • Comuni confinanti:

    Acquapendente (VT), Castell'Azzara, Latera (VT), Manciano, Onano (VT), Pitigliano, Proceno (VT), Semproniano

  • Santo Patrono: san Nicola
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Il territorio di Sorano fu densamente popolato nell’antichità dal popolo degli Etruschi, come attestano reperti archeologici di notevole interesse storico e artistico, in particolare nei pressi della frazione di Sovana (vedi).

Fin dal pieno Medioevo il territorio era compreso nell’esteso feudo della famiglia Aldobrandeschi (v. sez: Zone Storiche)che pose la propria sede a Sovana, in quegli anni molto più importante dell’attuale capoluogo, tanto che già nel VII secolo è documentata come sede vescovile.

Attorno alla metà del XIII secolo, per contrasti politici tra i due eredi, la contea fu ripartita tra Guglielmo, filo-guelfo, che si insediò a Pitigliano e Sovana, mentre Bonifacio, fedele alla causa imperiale, fondò la contea di Santa Fiora. I due lignaggi tuttavia non ebbero lunga vita; in particolare Anastasia, ultima erede del ramo di Sovana, sposò nel 1293 Romano Orsini che, di fatto, acquisì per matrimonio il titolo di conte di Pitigliano, località nella quale pose la propria residenza. I nuovi signori si impegnarono a proteggere Sorano con fortificazioni efficaci che più volte, nel corso del XV secolo, riuscirono a resistere ai ripetuti attacchi dei senesi. Nel 1417 tuttavia, dopo un lungo assedio, la fortezza di Sorano dovette capitolare.

Nel 1556, nonostante la conquista dello Stato di Siena da parte del Granducato mediceo, la contea di Pitigliano rimase in essere, in quanto di nomina imperiale, ma Niccolò Orsini nel 1604 fu costretto a cederla ai Medici per saldare i propri debiti. I granduchi tuttavia si disinteressarono alla zona, che ben presto cadde in declino, finché nel XVIII secolo, con l’avvento dei Lorena, la zona conobbe una lenta ripresa economica e culturale.

L’insegna di Sorano è attestata nei blasonari senesi fin dal sec. XVI, e si palesa come uno scudo d’oro con tre torri merlate alla guelfa (2,1) – oppure un castello torricellato di 3 – sormontate da una rosa di rosso, segno dinastico della famiglia Orsini.

Attualmente il Comune di Sorano fa uso di uno stemma nel quale, nel campo bianco, è raffigurata una cinta muraria d’oro, aperta del campo, sormontata da sette torri d’oro, tre delle quali (II, IV e VI) più alte delle altre; nel capo una crocetta patente, anch’essa d’oro. Lo stemma, privo del formale decreto di concessione, è esibito in sede ufficiale su un gonfalone dal drappo bianco.

 

Nota a cura di Michele Turchi.

 

Bibliografia:

– E. Repetti, Dizionario Geografico, Fisico, Storico della Toscana, Firenze, 1833-1846.

– L. Passerini, Le armi dei Municipj Toscani, Firenze, 1864.

– R. Stopani, Sorano, in: La Toscana paese per paese, Firenze, 1981, vol. III.

– La Toscana e i suoi Comuni. Storia territorio popolazione e gonfaloni delle libere Comunità Toscane, a cura di M. Gabelli, Firenze, 1980.

 

Lo stemma in uso da parte del Comune di Sorano si può blasonare: “D’argento al castello di sette torri d’oro, sormontato da una croce dello stesso”, sembra però la “deformazione” di uno stemma più antico, documentato anche da Gian Piero Pagnini nel suo stemmario che mostrava una cortina muraria, fondata sulla campagna, sostenente tre grosse torri, alternate da un merlo guelfo con una capo azzurro caricato da una crocetta patente d’oro (che, pare, abbia preso il posto di una rosa rossa in campo argento, parte dell’arme gentilizia degli Orsini, che furono signori di Sorano dopo gli Aldobrandeschi.

Col tempo il fondo del campo è scomparso, mentre è rimasta la crocetta, e i merli che alternavano le grosse torri sono diventati a loro volta delle torrette, per cui attualmente la costruzione si mostra cimata da tre torri alternate a quattro torrette (il blasone in uso non specifica: recita solamente “sette torri” che, a rigore, dovrebbero essere uguali).

In ogni caso simboleggia il borgo cinto da mura con la possente fortezza ricostruita dagli Orsini che tutt’ora domina il capoluogo dall’alto di una rupe tufacea a dominio della valle dell’Ente.

 

La circoscrizione amministrativa comprende, attualmente, anche quello della antica città di Soana (già Sovana, l’attuale toponimo riprende il più antico Suana) , sede vescovile dal V secolo, che aveva un proprio sigillo col leone tenente le chiavi pontificie con la branca destra. Il centro fu dominante in passato ma venne progressivamente abbandonato a causa delle febbri malariche; è nota (oltre che come suggestiva meta turistica per le vestigia medioevali e le rovine etrusche) per essere la città natale di Ildebrando Aldobrandeschi di Soana (1020 -1085), eletto papa nel 1073 col nome di Gregorio VII.

 

Tutto il territorio fu soggetto agli Aldobrandeschi, che l’imperatore Ludovico II creò conti di Sorano e Sovana il 9 ottobre 862, che dettero origine alla cosiddetta “Contea Aldobrandesca”, l’ultima discendente Margherita morì nel 1312 e il feudo passò a Romano di Gentile della famiglia romana degli Orsini, che aveva sposato Anastasia, figlia di Margherita nel 1293.

Nel 1417 le contee di Sorano e Pitigliano, e di Castell’Ottieri firmarono la soggezione a Siena. Alla caduta della Repubblica senese nel 1555 Niccolò Orsini poté ripristinare in pieno possesso della contea di famiglia.

Con la morte del conte Alessandro nel 1604 i Medici inglobarono il feudo nel Granducato di Toscana.

 

Durante il granducato di Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena si ebbe un notevole incremento dell’economia della zona. Il 15 marzo 1860 però i soranesi votarono per l’unione al Regno d’Italia, e il Comune venne inserito nella Provincia di Grosseto

Nota di Massimo Ghirardi

 

Bibliografia:

 

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997. p.744.

 

Pagnini G.P. (A cura di). GLI STEMMI DEI COMUNI TOSCANI AL 1860. Dipinti da Luigi Paoletti e descritti da Luigi Passerini. Edizioni Polistampa, Firenze 1991, p. 59-60.

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“D’argento al castello di sette torri d’oro, sormontato da una croce dello stesso”.

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI

Versione originariamente in uso e talvolta ancora utilizzata.

Stemma antico.

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo di bianco…”

COLORI
ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
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