Comune di Sclafani Bagni – (PA)

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Info
  • Codice Catastale: I541
  • Codice Istat: 82069
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 454
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 135.06
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
  • Comuni confinanti:

    Alia, Aliminusa, Caccamo, Caltavuturo, Castronovo di Sicilia, Cerda, Montemaggiore Belsito, Polizzi Generosa, Scillato, Valledolmo, Vallelunga Pratameno (CL)

  • Santo Patrono: SS Ecce Homo
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Lo Statuto del Comune di Sclafani descrive approssimativamente lo stemma come: “Due gru beccantesi in scudo dorato”. In realtà, le due gru “affrontate” sono separate da una linea verticale, in guisa di cordicella sostenente un piccolo peso o pendolo, che lo Statuto non cita, molto evidente nella versione ricamata sul gonfalone comunale, nessuno degli emblemi ha avuto la formale concessione da parte dello Stato.

Stemma Comunale

Più propriamente si dovrebbe blasonare: “d’oro, a due gru affrontate, con la zampa destra sollevata, col piccolo pendolo al centro appeso ad una cordicella movente dal capo, il tutto al naturale”, e riprende lo stemma della famiglia Sclafani, che si presentava “partito di nero e d’argento, a due gru affrontate dell’uno nell’altro”, una versione è scolpita sulla monumentale Porta Soprana che permette l’accesso alla cittadina.

Stemma della famiglia Sclafani

Antichissimo insediamento sviluppatosi in epoca bizantina, dopo la conquista normanna (1060-1091) viene infeudato inizialmente a Giordano, figlio del conte Ruggero e signore di Noto e Caltanissetta, e successivamente alla di lui sorella Matilda, sposa di Ranulfo Maniaci e, quindi, alla loro figlia Adelasia, moglie di Rinaldo Avenei.

Passa quindi a Giovanni di Sclafani, forse indigeno, e a Goffredo di Montescaglioso nel 1155, successivamente, e a molti altri.

Nei documenti medievali il toponimo è documentato come Scafa, Scafana o Sclafana.

Nel 1131 il paese passa dalla Diocesi di Troina, a quella di Cefalù.

Nella prima metà del XIV secolo il feudo è in possesso di Matteo Sclafani, conte di Adernò, al quale si deve il palazzo Sclafani a Palermo del 1330, e rappresenta uno dei domini economicamente e strategicamente più importanti di tutta la Sicilia. Il conte amplia il borgo e costruisce la cinta muraria, fortifica il castello residenziale posto su un bastione roccioso naturale accessibile solo da sud e raccordato alle nuove mura cittadine.

Matteo Sclafani morì senza lasciare eredi maschi. Le figlie Luisa e Margherita erano andate in spose rispettivamente nelle famiglie Peralta e Moncada, che si contesero a lungo il feudo che, nel Cinquecento e Seicento, verrà smembrato attraverso vendite successive di fondi e terreni.

Il determinante “Bagni” fu aggiunto nel 1954 con Legge regionale n. 69/53, per evidenziare la presenza nelle campagne di una sorgente naturale di acqua calda che nei secoli precedenti ha visto anche dei tentativi di sfruttamento termale, le cui proprietà curative erano già conosciute nel XIII secolo.

L’etimologia del nome non è stata chiarita: alcuni propongono una derivazione da un ipotetico Aesculapiii Fanum (tempio di Esculapio), mentre il nome durante il periodo arabo fu ‘Isqlafinah oppure Sqlafiah.

Nota di Massimo Ghirardi

 

Bibliografia:

Comune di Sclafani Bagni. STATUTO.  Approvato con delibera del C.C. n. 50 del 15 dicembre 2003 – modificato con deliberazione n. 23 del 25 agosto 2008 e con delibera del C.C. n. 2 del 30 aprile 2010. Art. 1.

Reperito da: A. Catalfio

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“D’oro, a due gru affrontate, con la zampa destra sollevata, col piccolo pendolo al centro appeso ad una cordicella movente dal capo, il tutto al naturale”

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI

Stemma della famiglia Sclafani.

Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo di azzurro…”

COLORI
ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
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