Città di Sarsina – (FC)

Informazioni

  • Codice Catastale: I444
  • Codice Istat: 40044
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 3652
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 100.85
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Lo stemma dell’antica città di Sarsina è stato adottato nel 19651 all’epoca della istituzione dell’attuale circoscrizione amministrativa, risultata dall’unificazione del territorio di Sarsina con quello del soppresso Comune di Sorbano (che fino al 1923 apparteneva alla provincia di Firenze).

Deriva da un antico sigillo e si interpreta come un’allegoria del Calvario secondo l’iconografia assai diffusa in numerosi stemmi comunali delle località appenniniche.

Si può blasonare (seguendo Savorelli-Foppoli): “D’azzurro, alla croce latina d’oro, infissa sul sommo di un monte di tre cime all’italiana di verde, movente dalla punta; dalla base delle cime laterali fuoriescono due pianticelle arcuate, stelate e fogliate di verde, ognuna sbocciata in apice di un fiore dalla corolla a cinque petali d’argento, bottonata d’oro; l’insieme è sormontato da una testa di cherubino di carnagione, crinita d’oro con due ali spiegate d’argento”.

Secondo la relazione allegata dai funzionari del Comune al bozzetto dello scudo del censimento degli stemmi delle Quattro Legazioni della Romagna, promossa dal card. Gaetano Bedini nel 1851, il disegno “… trae origine fino dal 300, epoca nella quale li Banditori Evangelici fecero gustare al mondo le bellezze del Cristianesimo…”; un’altra ipotesi, del tutto leggendaria, vuole che “al detto comune s’appropriasse un tale emblema perché Sarsina, al dir di Giuseppe La Farina nella sua Storia d’Italia, fu la prima città che nel 700 collegossi con altre città di Romagna per impedire le scorrerie de’ barbari, e perché prese nel 711 a difendere, al dir di Agnello storico di Ravenna, una parte delle mura di quest’ultima città dagli assalti delle orde che dall’Oriente traboccavano in Italia, animate dallo spirito dell’eresia, della distruzione delle immagini de’ santi e dell’emblema della nostra redenzione” (AMATI, p. 237).

Sempre secondo il censimento degli stemmi delle Quattro Legazioni della Romagna, Ranchio, ora frazione di Sarsina, avrebbe portato “1 leone d’oro, rampante e con la lingua rossa, sostenuto da 1 bastone d’oro scorciato e posto in fascia”.

Il centro fu fondato, col nome di Sassinæ intorno all’VIII secolo a.C., dalla tribù umbra dei Sassinates, cacciati dalla zona di Perugia dagli Etruschi. Nel 266 a.C. cedette, non senza combattere, alla supremazia di Roma; durante il periodo romano fu un Municipium (non Colonia) e Civitas Fœderata, quindi “alleata” e inscritta nella tribù Pupinia.

Sede vescovile dal III-IV secolo2, fondata a seguito dell’evangelizzazione del primo vescovo Vicinio (poi fatto santo e patrono della città), fu dipendente dall’Esarca bizantino di Ravenna e, in questo periodo, venne eretta la cattedrale nelle forme romanico-bizantine. In seguito, passò agli Ordelaffi e ai Malatesta, quindi a Venezia, dopodiché seguì le sorti della Romagna, della quale rappresentava un’enclave nel territorio fiorentino, che nel 1860 venne annessa al Regno d’Italia.

La Croce di Guerra la Valor Militare, che si vede nelle versioni “auliche” dello stemma, è stata attribuita al Comune di Sarsina a ricordo della feroce rappresaglia nazista subita nel 1944, citata anche nello Statuto Comunale (art. 5 §6): “Durante la seconda guerra mondiale, dopo aver subito per lunghi mesi coercizioni, soprusi e violenze di ogni genere, intraprese la lotta contro l’occupante ed affrontò, sereno, il martirio delle rappresaglie. Caddero i suoi Figli migliori, ma la popolazione dolorante sopportò stoicamente la più dura tragedia ben meritando dalla Patria”.

 

(1): D.P.R. 06/11/1964 n. 1410 esecutivo dal il 17 gennaio 1965.

(2): La diocesi fu soppressa nel 1968 e unita a quella di Cesena.

 

Nota di Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo

 

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.

AA.VV. STEMMI DEI COMUNI E DELLE PROVINCE DELL’EMILIA-ROMAGNA, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.

Anceschi A. GEOGRAFIA DEGLI STATI ESTENSI. I confini dell’Emilia e dell’alta Toscana e le strade del Ducato. Incontri Editrice, Sassuolo 2016.

Comune di Sarsina. STATUTO COMUNALE (in vigore dal 17/8/2013).

Romolotti (Giuseppe) a cura di. STORIA E GUIDA AI COMUNI EMILIANI. Il Quadrato, Milano 1972

DIZIONARIO COROGRAFICO DELL’ITALIA COMPILATO PER CURA DEL PROF. AMATO AMATI COL CONCORSO DEI SINDACI, DELLE RAPPRESENTANZE PROVINCIALI E DI INSIGNI GEOGRAFICI E STORICI I NOMI DEI QUALI SONO INDICATI IN FINE DEI RELATIVI ARTICOLI. OPERA ILLUSTRATA DA CIRCA 1000 ARMI COMUNALI COLORATE E DA PARECCHIA CENTINAIA DI INCISIONI INTERCALATE NEL TESTO RAPPRESENTANTI I PRINCIPALI MONUMENTI D’ITALIA, Volume settimo (SA-SZ), Dottor Francesco Vallardi Tipografo-Editore, Milano 1878

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’azzurro, alla croce latina d’oro, infissa sul sommo di un monte di tre cime all’italiana di verde, movente dalla punta; dalla base delle cime laterali fuoriescono due pianticelle arcuate, stelate e fogliate di verde, ognuna sbocciata in apice di un fiore dalla corolla a cinque petali d’argento, bottonata d’oro; l’insieme è sormontato da una testa di cherubino di carnagione, crinita d’oro con due ali spiegate d’argento”.

Tratto da “Stemmario dell’Emilia-Romagna”.

Colori dello scudo:
azzurro

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo partito di azzurro e di bianco…”

Colori del gonfalone: azzurro, bianco
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    concessione

    Antico diritto