Città di Saronno – (VA)

Informazioni

  • Codice Catastale: I441
  • Codice Istat: 12119
  • CAP: 21047
  • Numero abitanti: 39161
  • Nome abitanti: saronnesi
  • Altitudine: 212
  • Superficie: 10.84
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 49.4

Storia dello stemma e del comune

In un atto notarile del 796 si legge che “Johannes de Vico Salomno filius quondam Arethreo qui fuit notarius” dichiara di avere ricevuto da un certo Erminaldo, la somma di novanta denari d’argento, a titolo di prestito oneroso, dandogli in pegno tutti i suoi beni esistenti in “Vico Solomno“… siamo di fronte alla più antica attestazione esistente del nome di quella che oggi è la città di Saronno, attraverso Solomno (nel 903), Serogno (1150) Sorogno (XII sec.), Serono (XIII) e Sarono.

 

Nel XII sec. Saronno diventa Comune parte del Contado del Seprio, come risulta dal “Trattato di Reggio” datato 11 febbraio 1185, col quale l’imperatore Federico Barbarossa concedeva ai milanesi le regalie che l’Impero aveva nei contadi dello stesso Seprio, della Martesana (Brianza), della Bulgaria (magentino), di Lecco e di Stazzona (zona di Angara).

 

Nel secolo successivo entrerà nei domini dei Visconti di Milano e nel 1361 venne circondata da mura con quattro porte: porta di Carambari o Colombara, porta di Cantono Cidrascho o Scurasco, porta di S. Ambrogio e porta di Vico.

 

Matteo II Visconti, vicario imperiale e signore di Milano nel1355 eresse un castello dove stabilì  la sua Corte che, però, verrà abbattuto nel 1362, ne  è oggi rimasto un brano di muro con l’emblema visconteo: la biscia divorante il fanciullo, luogo noto con l’appellativo “il Castellaccio”. Matteo II Visconti, lontano un miglio dal borgo, costruì un palazzo fortificato per il suo soggiorno (alla periferia di Rovello Porro) denominato Casa Imperiale. Fu in questo palazzo che morì Matteo II Visconti, probabilmente avvelenato dai fratelli Bernabò e Galeazzo, i quali regnarono poi insieme dopo la morte dell’arcivescovo Giovanni, avvenuta nel 1354.

Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro Sforza, della quale Leonardo da Vinci dipinse il ritratto nella celebre “Dama con l’ermellino” ebbe titolo di “contessa di Serono”, che cederà il feudo a Stefano Castiglioni nel 1499.

 

Nel 1525 Francesco II Sforza, duca di Milano, infeudò il borgo di Saronno a Giovanni Antonio Biglia, che fu governatore di Asti, titolo confermato dall’imperatore Carlo V, i cui discendenti beneficiarono del feudo sino al 1805.

 

Nel 1721 la chiesa di Saronno viene eretta in “Prepositura”, sciogliendola dalla dipendenza dalla pieve di Nerviano, segno di un certo sviluppo urbano.

 

Con la dominazione francese venne abolito il sistema feudale con la nomina in ogni comune di amministratori locali, dipendenti di Prefetti dipartimentali. Il Comune di Saronno fu compreso nel Dipartimneto dell’Olona – Distretto di Gallarate – Cantone II.

 

Durante il periodo Lombardo-Veneto il regno fu nella pratica un possedimento della corona austriaca, assegnato dal 1818 al 1848 all’arciduca Ranieri, fratello dell’imperatore Francesco I.

 

Con Regio Decreto di riconoscimento datato 10 Novembre 1932 venne concesso a Saronno il suo stemma: uno scudo sannitico “D’argento, caricato da un castello di colore rosso mattonato in nero con la porta centrale aperta e due torri laterali finestrate, merlate alla guelfa e sormontate da un disco nero posto tra le due torri”.

Questo stemma compare nelle pagine nel Codice Trivulziano.

 

Curiosa la presenza della “torta: pezza araldica costituita da un cerchio che viene sempre rappresentata in colore pieno, al quale si attribuisce anche il significato di potere o dominio, ma anche di ricchezza.
Secondo alcuni il nero, che spesso rappresenta il ferro, vorrebbe significare un potere militare, piuttosto che economico o l’esistenza di un dominio di carattere strategico.

 

Secondo il Bascapè, noto araldista del XX sec., il castello con due torri viene impiegato nel secolo XIII quale insegna dei castellani e dei feudatari italiani, mentre con tre è solitamente un simbolo di città. Non sappiano. Di certo si riferisce alla presenza del castello visconteo, risalente all’epoca nella quale il centro assunse un certo rilievo economico e urbano.

 

Fino al 1932 la città aveva uno stemma differente: “troncato d’azzurro e d’argento, alla S maiuscola dell’uno nell’altro”. Certamente un richiamo alla iniziale del toponimo e, forse, anche un riferimento alla nobile famiglia dei Sevesi.

 

Fino al 1927 era in Provincia di Milano. Nel 1928 vennero uniti i territori dei soprpessi Comuni di Uboldo, Gerenzano, Origgio che, nel 1950, riotterranno l’autonomia.

 

Nel 1960 il Comune ottiene il titolo di Città.

 

Il gonfalone è stato concesso con DPR del 28 settembre 2007, e si blasona: “drappo di bianco, riccamente ornato di ricami d’oro e caricato dello stemma civico con la iscrizione centrata in oro, recante la denominazione della Città. Le parti di metallo ed i cordoni saranno dorati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto bianco, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri ricolorati dai colori nazionali frangiati d’oro”.

 

La bandiera civica è costituita da “un drappo azzurro, alla losanga di bianco appuntata ai lembi, caricata del castello di rosso e dal disco di nero come descritti dal Decreto del Capo del Governo 10 novembre 1932. L’asta verticale sarà ornata della cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali” (DPR del 28 settembre 2007).

 

Note e disegni di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo araldico


“D’argento, caricato da un castello di colore rosso mattonato in nero con la porta centrale aperta e due torri laterali finestrate, merlate alla guelfa e sormontate da un disco nero posto tra le due torri”.

Colori dello scudo:
argento
Oggetti dello stemma:
castello, disco, porta, torre
Attributi araldici:
aperto, caricato, centrale, finestrato, laterale, mattonato, merlato alla guelfa, posto tra, sormontato

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo di bianco, riccamente ornato di ricami d’oro e caricato dallo stemma civico con la iscrizione centrata in oro, recante la denominazione della Città. Le parti di metallo ed i cordoni saranno dorati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto bianco, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’oro”.

D.P.R. 28 settembre 2007

Colori del gonfalone: bianco
Profilo Araldico

“Drappo di azzurro, alla losanga di bianco appuntata ai lembi, caricata dal castello di rosso e dal disco di nero come descritti nel Decreto del Capo del Governo 10 novembre 1932. L’asta verticale sarà ornata dalla cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali”.

bandiera ridisegnata

Disegnato da: Bruno Fracasso

bandiera Ufficiale
no bandiera
Altre Immagini
Nessun'altra immagine presente nel database

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    10 Novembre 1932

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    28 Settembre 2007

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    15 Ottobre 1960