Comune di Sarlat-la-Canéda – (29)

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Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Sarlat-la-Canéda (in occitano: Sarlat e la Canedat), detta comunemente Sarlat, è una pittoresca cittadina medioevale della Dordogne (Dordogna), nella regione dell’Aquitania, molto conosciuta per essere spesso set per film di ambientazione medioevale. È considerata la capitale del Périgord Noir (Perigord Nero) e si è sviluppata intorno alla abbazia di Saint-Sauveur-de-Sarlat (Santo Salvatore di Sarlat) del IX secolo; il toponimo deriva dalla locuzione latina “sarrum [o serrum] latum” (‘collina grande’) a indicare il rilievo dove venne fondato il primo insediamento.

Nel XIV secolo aveva già ordinamento comunale con un “governo” di consoli, l’abbazia era stata trasformata in sede episcopale1 da papa Giovanni XXII (con la chiesa abbaziale in corso di trasformazione, che diverrà la cattedrale di Saint-Sacerdos) e la città era un ricco centro commerciale.

Dopo la Guerra dei Cent’Anni, nel 1360, col trattato di Brétigny, Sarlat fu assoggettata al re d’Inghilterra. Ma già nel 1370 venne riunita alla Corona di Francia, con la conquista del connestabile Du Guesclin.

Nel 1793, assorbe il territorio del soppresso comune di Temniac.

La conservazione dell’antica città di Sarlat è stata possibile grazie alla legge di salvaguardia dei luoghi storici promulgata il 4 agosto 1962, nota come “legge Malraux”, che venne applicata per la prima volta proprio per questa città, i cui abitanti ottennero finanziamenti per “restaurare” la città anziché edificare nuovi edifici.

Il 1 marzo 1965 il territorio del comune di Sarlat venne unito a quello del contiguo comune di La-Canéda, da cui l’attuale denominazione di Sarlat-la-Canéda.

Sarlat-la-Canéda 1

Lo stemma della cittadina si blasona: De gueules, à la salamandre couronnée d’or, couchée dans des flammes du même ; au chef cousu d’azur, à trois fleurs de lys d’orche corrisponde all’italiano: “Di rosso, alla salamandra coronata d’oro, adagiata su [un letto di] fiamme dello stesso, al capo cucito d’azzurro caricato da tre gigli d’oro)”.

 

Non è chiaro come mai la città abbia scelto la salamandra come emblema, lo stemma precedente derivato dai sigilli della comunità mostrava una “S” maiuscola corrispondente all’iniziale del nome della città. Probabilmente la forma sinuosa della “S” ha evocato l’animale adottato come impresa da re Francesco I di Valois che la tradizione locale vuole sia stato concesso ai cittadini come stemma.

 

La salamandra araldica è abbastanza diversa da quella reale, si figura come una sorta di lucertola, con il collo lungo, la lingua e la coda appuntita o ignivoma, poggiata su tizzoni dai quali sprigionano fiamme ardenti (infiammata). Si pensava anticamente che la salamandra avesse la proprietà di poter sopravvivere tra le fiamme senza bruciare.

 

Lo stemma si completa con il motto FIDELIS DEO ET REGI, che si può tradurre con “ Fedele a Dio e al Re” che ricorda come, durante le Guerre di Religione e contro gli Inglesi, la città si sia sempre dimostrata fedele al re di Francia e alla religione cattolica.

 

(1): oggi unita a quella di Périgueux.

 

Nota di Bruno Fracasso, Massimo Ghirardi e Katia Violi Michelet

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Di rosso, alla salamandra coronata d’oro, adagiata su [un letto di] fiamme dello stesso, al capo cucito d’azzurro caricato da tre gigli d’oro”.

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LEGENDA

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