Comune di Sarcey – (69)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Sarcey è un comune del dipartimento del Rodano (Rhône) nella regione Auvergne-Rhône-Alpes, documentata nel 957 come SARSAICO (dal probabile toponimo latino SARSAGICUS) e, dal 1481, come SARCEY, è di probabile origine gallo-romana.

È un comune indipendente dal 1791, precedentemente era una parrocchia di Bully, il cui territorio eminentemente agricolo (ieri come oggi sono soprattutto sviluppate le produzioni vinicole e l’allevamento) e era soggetto a diverse signorie contemporaneamente: la parte est era soggetta dall’abbazia di Savigny, quella a nord-ovest al marchese d’Albon, a sud-ovest al signore di Magny (e poi ai marchesi di Flachère).

Lo stemma del comune mostra un tiglio, in riferimento a quello realmente esistente in paese noto come “Tiglio di Sully1, associato ad una torre, evocante la località “Châtelet” (castelletto), punto più elevato del territorio, dove effettivamente sorgeva un fortilizio medioevale. È stato progettato nel 1986 da Pierre Bissuel e Jean Mirio (membro della Société d’Héraldique et de Sigillographie), e omologato il 26 giugno 1989 dal Conseil Départemental d’Héraldique du Rhône.

Si blasona: “Tranché : au premier de gueules à l’arbre [de tillieul] arraché d’or, au second d’azur à la tour aussi d’or ; à la bande d’argent brochant sur la partition” (Trinciato: al primo di rosso all’albero [di tiglio] sradicato d’oro; al secondo d’azzurro alla torre d’oro; alla banda d’argento attraversante sulla linea di partizione). Rosso, argento e azzurro sono i colori della bandiera della Repubblica Francese e della Prefettura dipartimentale (Lyon).

Lo stemma è associato al motto “SUSTINEMUS” che significa “manteniamoci bene/in salute” ed è un auspicio per il Comune e riferito al tiglio pluricentenario che tutt’ora prospera nella piazza del villaggio e storico simbolo dello stesso.

(1): si racconta che Maximilien de Béthune, duca di Sully, ministro delle finanze di Enrico IV, ottenne dal re un editto, col quale si obbligavano tutti i sindaci e gli scabini dei Mandamenti del Regno a far piantare un olmo in tutti i cimiteri di tutte le parrocchie, di fronte alla porta principale della chiesa, per permettere agli abitanti, prima o dopo la messa, di soffermarsi a discorrere all’ombra degli affari della comunità. Nel Delfinato l’olmo fu sostituito dal tiglio e per riconoscenza gli abitanti diedero il nome di “Sully” all’albero. Questo ricorda come le assemblee popolari si tenevano la domenica all’uscita dalla messa domenicale, sotto le fronde di un grande albero, uso già praticato dalla popolazioni pagane, soprattutto celtiche e germaniche.

Nota di Massimo Ghirardi

Si ringrazia Maria Grazia Bandini per la gentile collaborazione

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Trinciato: al primo di rosso all’albero [di tiglio] sradicato d’oro; al secondo d’azzurro alla torre d’oro; alla banda d’argento attraversante sulla linea di partizione”.

Colori dello scudo:
azzurro, rosso
Partizioni:
trinciato

LEGENDA

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