Comune di Sappada –Plon (UD)
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Info
- Codice Catastale: I421
- Codice Istat: 25052
- CAP: 0
- Numero abitanti: 1307
- Altitudine: 0
- Superficie: 62.77
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 0.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Sappada (Plodn in sappadino, Bladen in tedesco, Sapade in friulano, Sapada in ladino) è un comune della provincia di Udine. È stato un comune della provincia di Belluno fino al 2017, quando il parlamento ha approvato l’esito del referendum del 2008 in cui i cittadini hanno espresso la volontà di passare alla Regione Friuli-Venezia Giulia. Si trova amministrativamente in provincia di Udine.
Fa parte della regione storica del Cadore e della Magnifica Comunità di Cadore, di cui è membro attivo, elettivo e partecipe nelle decisioni dell’intera comunità cadorina seppur amministrativamente fino al 1852, è stata parte del Friuli.
Isola linguistica germanofona, è una rinomata stazione turistica estiva e invernale ed è il comune più alto della regione Friuli-Venezia Giulia.
Il paese si estende in direzione est-ovest lungo tutta la valle attraversata dal fiume Piave le cui sorgenti si trovano proprio nel territorio comunale.
Lo stesso nome di Sappada, Plodn in dialetto e Bladen in tedesco, è un toponimo di origine controversa quanto alla sua etimologia: potrebbe derivare da Zepodn, termine dialettale con cui si designa oggi Cima Sappada, posta in alto, sul piano (zum Boden), o da zapata/sapada, da cui Sappada, che indicherebbe il modo in cui gli abitanti avrebbero lavorato la terra. Da Longaplave, termine con cui i patriarchi di Aquileia designavano la località (Longa Plavis) e che fa riferimento al fiume che vi scorre, il Piave, avrebbe origine Plodn.
Le origini di Sappada non sono certe: l’ipotesi più probabile è che nell’XI secolo alcune famiglie provenienti dalla vicina Austria (secondo la leggenda dal paese di Villgraten nel Tirolo orientale) si siano insediate nella valle con l’autorizzazione del patriarca di Aquileia su invito dei conti di Gorizia e dietro pagamento di una somma annuale. Si tratta di un’isola linguistica che ha conosciuto successive ulteriori migrazioni di famiglie dalla Val Pusteria.
La valle cadorina era disabitata e incolta e i sappadini iniziarono una paziente opera di disboscamento e coltivazione; in breve nacque un piccolo paese formato da masi, sviluppatosi nel tempo in borgate. Il paese è costituito da caratteristiche case in legno adagiate nel soleggiato versante nord della valle. Intorno al paese si trovano verdi pascoli per l’allevamento dei bovini, campi di segale, avena, orzo e legumi e boschi ricchi di selvaggina.
Nel 1500, oltre alle attività agricole e di pastorizia, prosperava anche il commercio del legname, grazie alla forte richiesta di legno per barche da parte della Repubblica di Venezia. Dopo una breve parentesi di dominazione francese, nel 1814 Sappada passò sotto gli austriaci, cui si devono le prime scuole e opere pubbliche. Nel 1852 Sappada, allora parte del Regno Lombardo-Veneto, passava dalla provincia del Friuli a quella di Belluno. I 263 capifamiglia chiamati a votare se volessero passare alla provincia di Belluno oppure no, all’unanimità scelsero Belluno. Nel 1866 veniva annessa all’Italia.
Durante la prima guerra mondiale non furono combattute battaglie decisive sulle montagne circostanti ma vennero mantenute posizioni sul fronte, di cui si possono ancora oggi trovare i resti. Molte sappadine inoltre furono portatrici carniche, donne che volontariamente compivano centinaia di metri di dislivello per diverse volte al giorno per rifornire di viveri e munizioni i soldati italiani al fronte. Dopo la rotta di Caporetto il paese fu evacuato anche a causa del sospetto che gli abitanti potessero nutrire simpatie filo-austriache a causa del loro dialetto: la popolazione fu raccolta in Toscana e presso il comune di Arezzo fu istituita la sede provvisoria del comune di Sappada dal 1917 al 1919; alcuni arrivarono in Campania ed in Sicilia.
Nella seconda guerra mondiale il paese fece parte della Repubblica libera della Carnia e fu teatro di scontri tra partigiani e tedeschi. Alcuni sappadini furono deportati nei campi di concentramento. Nel dopoguerra a causa della carenza di lavoro molti sappadini emigrarono all’estero, in particolare in Svizzera e Germania. In seguito lo sviluppo del turismo cambiò anche l’economia del paese e molti emigrati tornarono a casa per dedicarsi all’attività terziaria.
Il 5 novembre 2017 si è gemellata ufficialmente con Arezzo.
Il 16 dicembre dello stesso anno, Sappada è passata dal Veneto (provincia di Belluno) al Friuli-Venezia Giulia (legge 182/2017), pur rimanendo parte della Magnifica Comunità di Cadore.
Lo stemma comunale riproduce un minatore nell’atto di entrare nelle antiche miniere di ferro. Tuttavia, lo stemma concesso con Regio Decreto del 10 aprile 1930 riporta, su campo di cielo, tre cime, la centrale più alta, al naturale nascenti da una campagna di verde, sormontate da due zappe di argento in decusse.
Le due zappe alludono ad una delle etimologie possibili del toponimo di Sappada che lo fa derivare dal modo di coltivare i campi zappandoli.
Note di Bruno Fracasso
STEMMA RIDISEGNATO

Reperito da: Giovanni Giovinazzo
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
Lo stemma rappresentato è quello in uso, mentre quello concesso sarebbe così blasonato:
“D’azzurro, al monte di tre cime al naturale, su terrazzo di verde, accompagnate in capo da due zappe, decussate, manicate d’oro. Ornamenti esteriori da Comune”.
R.D. 10 aprile 1930
SMALTI
ALTRE IMMAGINI
Stemma di Sappada come da Decreto del 10 aprile 1930 disegnato a partire da un bozzetto al tratto presente nel fascicolo dell’Archivio Centrale dello Stato.

GONFALONE RIDISEGNATO

Reperito da: Luigi Ferrara
GONFALONE UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo di azzurro…”
COLORI
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune
Al tempo il comune si trovava in provincia di Belluno.