Comune di Sant’Ilario d’Enza – (RE)

Informazioni

  • Codice Catastale: I342
  • Codice Istat: 35039
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 11021
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 20.19
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Da una lettera di Sant’ Ambrogio di Milano alle comunità cristiane della REGIO AEMILIA nel IV secolo compare il nome di TANNETUM (oggi tramandato da una località poco a Nord, Taneto, attualmente frazione del Comune di Gattatico) nel quale intorno al IV secolo sorse la pieve dedicata a Santa Eulalia, una martire originaria della città spagnola di Merida morta nel 305). La PLEBIS SANCTAE EULALIAE fu sempre un centro importante sulla Via Emilia presso il Guado dell’Enza. Faceva parte della Diocesi di Brescello, ma quando nel VII secolo quest’ultima città fu distrutta dai Bizantini durante la guerra contro i longobardi, fu aggregata alla Diocesi di Parma, alla quale rimase fino al 1828.
Nell’XI secolo è indicata come PLEBIS SANCTAE EULALIAE, nel 1170 corrotto in SANCTE ULARIE (sic).
Nel 1183 è riportata l’esistenza dell’ HOSPITALE SANCTI HILARII DES EULALIE DE PONS DE INCIA gestito dai frati ospitalieri di Ponte Taro i quali costruirono e gestirono il ponte della via Emilia (o Claudia) sull’Enza (presso il quale si svilupperà un villaggio col nome di Ponte Enza, anch’esso oggi aggregato a Gattatico).
La congregazione ospitaliera di Ponte Taro fu poi associata nel 1244 da papa Innocenzo IV Fieschi all’Ordine dei frati di San Jacopo d’Altopascio meglio conosciuti come “frati del Tau” (dalla “T” o croce “commissa” che portavano sulla veste nera).
In seguito, nel 1514, l’Hospitale fu soppresso e aggregato all’ Hospitale Maggiore fondato dal cavaliere gerosolimitano Rodolfo Tanzi di Parma (che aveva incamerato nel frattempo la maggiore parte degli ospizi della zona), ma il nome del santo titolare (Ilario di Poitiers, che è anche patrono di Parma) finì per rimpiazzare nel toponimo quello legittimo di S. Eulalia (tutt’ora patrona del Comune). Prassi attestata già nel XVI sec.

La denominazione del Comune di Sant’Ilario è documentata già nel 1714 e testimonia una certa importanza all’interno del territorio del Marchesato di Montecchio (oggi Montecchio Emilia).
Unito il 4 settembre 1796 alla Repubblica Reggiana, nata con l’occupazione francese (che il 7 gennaio 1797 aderirà alla Repubblica Cispadana adottando come emblema il tricolore) fu riconosciuto Comune autonomo da Montecchio con la denominazione “Comune di Santa Eulalia” aggregando anche la comunità di Calerno (ancor’oggi importante frazione di Sant’Ilario).

Al ritorno del Duca Francesco IV d’Este nel 1815 il Comune fu soppresso e riaggregato a Montecchio.
L’11 giugno 1959 il Duca fu definitivamente scacciato dall’ ex Ducato di Modena e Reggio e il 27 dicembre 1859 il Dittatore per le “Province Emiliane” Luigi Carlo Farini decretò la rinascita del Comune di… SANT’ ILLARIO!
Con l’ordinanza prefettizia del 1862 che dichiarava “il bisogno di aggiungere all’attuale denominazione del Comune un’appendice che dirimi per l’avvenire gli equivoci per omonimia avvenibili” il Consiglio Comunale l’8 agosto 1862 propose il determinante toponomastico preso dal nome del torrente (idronimo) che scorre a breve distanza dal centro abitato: l’ Enza (da AVENTIA, dea celtica delle sorgenti).

Lo stemma fu adottato il 18 aprile 1860 e riprende le figurazioni di un antico sigillo, è stato riconosciuto con Decreto del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga del 14 aprile 1992 e così blasonato: “D’azzurro, a due putti ignudi, di carnagione, capelluti di nero, allumati d’azzurro, con la faccia in maestà e i corpi leggermente volti verso il centro; il putto posto a destra sostenente con la mano destra, il putto posto a sinistra sostenente con la mano sinistra la rotella d’argento, caricata del motto, in lettere maiuscole di nero, W L’ITALIA, in due righe, essi putti sostenuta dalla campagna diminuita d’oro”.

 

Da notare che, nelle figurazioni antiche, i due putti (talvolta rappresentati come cherubini) sostengono un galero prelatizio (probabile allusione ad un “patronato” ecclesiastico sull’antico ospedale) che, nella concessione è stato sostituito con una “rotella”, cioè un piccolo disco metallico.


[cfr. anche Gattatico (RE). Per informazioni sull’ordine del Tau vedi Altopascio (LU)]

Note di Massimo Ghirardi

si ringraziano Donatello Galloni e Stefano Lanzi per la collaborazione.

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Anna Bertola

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini



Profilo araldico


“D’azzurro con due putti ignudi, di par carnagione, cappelluti di nero, allumati di azzurro, con la faccia in maestá e i corpi leggermente volti verso il centro; il putto posto a destra sostenente con la mano destra, il putto posto a sinistra sostenente con la mano sinistra, la rotella d’argento, caricata dal motto, in lettere maiuscole di nero, “W L’ITALIA”, in due righe, essi putti sostenuti dalla campagna diminuita d’oro. Ornamenti esteriori del Comune”.

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo di giallo riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dello stemma sopradescritto con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto giallo, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati di argento.”

Colori del gonfalone: giallo

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    14 Aprile 1992