Comune di Santa Maria Maggiore – (VB)

Informazioni

  • Codice Catastale: I249
  • Codice Istat: 103062
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 1271
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 53.07
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Il territorio del Comune di Santa Maria Maggiore comprende oggi (dal 1928) anche quelli dei Comuni soppressi di Crana e Buttogno, e dei tre centri è quello più recente e deriva la denominazione dalla chiesa di Santa Maria “de Vegleze” (di Vigezzo), che dal XVI secolo assunse l’appellativo “Maggiore” in quanto prima e più antica parrocchiale (risale all’XI secolo) e matrice di tutte le altre chiese della valle Vigezzo, intorno alla quale sorgeva solo la casa parrocchiale e, forse, la sede del notaio ma non un vero e proprio villaggio, il centro dominante era Crana sede della “Vicinia”. Solo dal XIV secolo verrà edificata il Pretorio con la residenza del Podestà e si avviò d fatto lo sviluppo del paese con le nuove case della popolazione, proveniente per la maggior parte da Craveggia (la “sette casate” originarie, come verranno chiamate).

Il Comune di Santa Maria Maggiore venne creato nel 1804, unendo i territori di Crana e Buttogno e nel 1809 vi vennero unite tutte le Comunità della Valle Vigezzo.

Con la caduta dei governi napoleonici si ritornò alla situazione precedente: Il Comune venne soppresso e tutti i territori riottennero l’autonomia, Crana tornò ad essere sede del Comune omonimo.

Con RD del 10 novembre 1818 Santa Maria Maggiore venne separata da Crana ed eretto in Comune autonomo. Si generarono aspri contrasti tra i due centri, finché il re di Sardegna Carlo Alberto, con Regie Patenti del 20 maggio 1845 ordinò che “… la sede dell’officio comunale di Crana e S.Maria Maggiore sia fissata nel luogo di S. Maria Maggiore, e che quel comune prenda il nome di S.Maria Maggiore e Crana”.

Pochi anni dopo si sancì la nuova denominazione del Comune di Santa Maria Maggiore con la riduzione di Crana e Buttogno a frazioni.

Crana

Già Grana, è un antico insediamento preromano, come parrebbe testimoniare il toponimo, forse dal celtico “krau/kran” col significato di “roccia” oppure di “krenes” che significa “spaccatura, forra” dato che il primo villaggio sarebbe sorto presso l’anfratto del torrente Melezzo. Era la sede della Vicinia e vi si riuniva il Consiglio Generale dei capifamiglia e dei Consoli, il cui mandato durava un anno (per il quale non percepivano compenso ma solo il rimborso delle spese sostenute per l’esercizio della funzione).

Curiosità: a Crana nacquero Giovanni Paolo Femminis e Giovanni Maria Farina che, emigrati a Colonia, crearono una essenza lenitiva (inizialmente nota come “Aqua Mirabilis”) riconosciuta per le sue proprietà toniche e medicamentose dall’Università di Colonia nel 1727, e che divenne poi un profumo assai ricercato e apprezzato col nome di “Acqua di Colonia”.

Buttogno

Già Bitogno, dal germanico “Bott/Butt” che significa “bosco/selva” poi latinizzato in Botonium. Vicinia indipendente assorbirà poi anche il territorio di Mazzano.

Con R.D. del 6 maggio 1928 n.1188, il Comune di Buttogno venne soppresso e aggregato a Santa Maria Maggiore (coll’unica denominazione Comune di Santa Maria Maggiore).

Mazzano

Un ulteriore Vicinia, indipendente dagli altri, era Mazzano, che però venne abbandonato dopo l’epidemia di peste del 1513

Lo stemma di Santa Maria Maggiore mostra lo scudo “palato di rosso e d’azzurro” che identifica la Valle Vigezzo (e condivisa anche negli stemmi di Druogno, Re e Vallette). È stato concesso con DPR del 2 marzo 1993, dove si blasona: “palato di rosso e di azzurro, al capo d’oro, caricato dall’aquila rivoltata, di nero, coronata con corona all’antica di cinque punte visibili, dello stesso”  unitamente al gonfalone: costituito da un “drappo di giallo…”.

I colori dello stemma non hanno un origine chiara, sono da tempo considerati i colori dell’intera valle Vigezzo (che li condivide con il continuo Ticino elvetico), potrebbero essere derivati da quelli dei Borromeo che furono feudatari dell’intera Valle nel 1450 (e lo rimasero fino al 1797 con il titolo di “giudici e dei messi di giustizia” e diritto alla riscossione annua di 150 lire imperiali).

Nota di Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo

Bibliografia:

AA.VV. Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997, p. 702.

AA.VV. Stemmario civico : biellese, cusiano, novarese, ossolano, valsesiano, verbano, vercellese, vol. 2º, Novara. EOS, 1993, pp. 239 e 235).

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Fonte: Giovanni Giovinazzo

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo araldico


“Palato di rosso e di azzurro, al capo d’oro, caricato dall’aquila rivoltata, di nero, coronata con corona all’antica di cinque punte visibili, dello stesso”.

D.P.R. 2 marzo 1993

Colori dello scudo:
azzurro, oro, rosso
Partizioni:
capo, palato

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Colori del gonfalone: giallo

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    2 Marzo 1993