Città di San Severo – (FG)

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Info
  • Codice Catastale: I158
  • Codice Istat: 71051
  • CAP: 71016
  • Numero abitanti: 55321
  • Nome abitanti: sanseveresi
  • Altitudine: 90
  • Superficie: 333.17
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 34.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Lo stemma raffigura su campo di cielo san Severino, aureolato, in abiti sacerdotali, a cavallo di un destriero baio dorato, con in mano una bandiera bifida con croce. Essendo stato iscritto all’Albo nel ’37, in pieno regime fascista, lo stemma dovette portare il cosiddetto “Capo del Littorio”, cioè una fascia porpora con al centro il fascio circondato da rami di quercia. Dopo la caduta del regime, nessuno si preoccupò di cancellare la fascia e ripristinare lo stemma originale, ma si preferì sostituire alla porpora la scacchiera giallo-granata (colori ufficiali del comune e, di conseguenza, del caratteristico gonfalone a scacchi), che non è assolutamente contemplata né dall’albo né dallo statuto.

«Dopo il 1528, in segno di eterno rendimento di grazie al santo patrono principale, apparso per salvare San Severo dagli spagnoli, l’amministrazione comunale stabilì che lo stemma civico raffigurasse san Severino abate che protegge la città, aureolato, in abiti sacerdotali, a cavallo di un destriero baio dorato, reggente nella mano destra una bandiera bifida rossa caricata di croce. Anche il sigillo ufficiale dell’Universitas Sancti Severi raffigurò da quella data il santo patrono a cavallo.

Lo stemma – invariato per secoli – fu approvato dal Capo del Governo il 5 aprile 1937. Questo decreto sancì di fatto un declassamento di rango (cui, peraltro, nessuno parve farci caso), mutandosi l’originaria arma di città (con scudo dorato e corona turrita, formata da un cerchio d’oro con cinque torri riunite da cortine di muro) in arma di comune (con scudo argentato e corona, formata da un cerchio d’argento sostenente una cinta aperta da nove porte, ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine).

Dopo la concessione (che è di fatto un ripristino) del titolo di città, con decreto del Presidente della Repubblica dell’11 settembre 1996, lo stemma civico sanseverese ha ufficialmente recuperato la sua antica cornice, con arma d’oro e corona aurea turrita.»

Per gentile concessione dottor Emanuele d’Angelo

Fonte: Emanuele d’Angelo

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Campo di cielo alla figura di San Severino in abito sacerdotale, aureolato, cavalcante un cavallo baio dorato, corrente sopra delle nuvole al naturale: il Santo sostenente con la mano destra avanzata l’asta di una bandiera bifida di rosso caricata della croce scorciata d’argento, e la sinistra distesa a protezione della città posta nella punta dello scudo verso sinistra. Ornamenti esteriori da Città”.

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI

Stemma con corona di Città antica

Lo stemma storico del Comune, con ornamenti esteriori da Città, normalizzato in scudo sannitico nel 1937 con alcune varianti nella blasonatura e con ornamenti esteriori da Comune. Di questo stemma con cornice vagamente barocca esistono numerose varianti, ma quella qui riprodotta è la versione che è stata effettivamente impiegata sui documenti comunali per almeno un secolo.

Questo è il disegno dello stemma allegato al decreto del 5 aprile 1937. È stato realizzato e firmato da Pietro Fedele, e appare come una decisa reinterpretazione dello stemma che era storicamente in uso a San Severo. La relativa blasonatura recita: «Stemma: Campo di cielo alla figura di S. Severino in abito sacerdotale, aureolato, cavalcante un cavallo baio dorato, corrente sopra delle nuvole al naturale: il Santo sostenente con la mano destra avanzata l’asta di una bandiera bifida di rosso caricata della croce scorciata d’argento, e la sinistra distesa a protezione della città posta nella punta dello scudo verso sinistra. Capo del Littorio: di rosso (porpora) al Fascio Littorio d’oro circondato da due rami di quercia e d’alloro annodati da un nastro dai colori nazionali. Ornamenti esteriori da Comune». Questo stemma, strano a dirsi, non è stato mai adottato dal Comune che, nonostante il decreto, ha continuato a usare il blasone storico.

Disegnato da: Bruno Fracasso

Fonte: Emanuele d’Angelo

BLASONATURA

«Drappo scaccato di giallo e di rosso, ornato con frangie dorate e caricato dello stemma sopra descritto, con l’iscrizione centrata in oro: CITTA’ DI SAN SEVERO. Le parti di metallo ed i nastri saranno dorati. L’asta verticale darà ricoperta di velluto rosso con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali, frangiati d’oro.»

COLORI
PARTIZIONI
scaccato
ALTRE IMMAGINI

Gonfalone ufficiale da città

Gonfalone ridisegnato come in uso

Il disegno del gonfalone allegato al decreto del 1937, con caratteristici pendenti triangolari. Anch’esso è stato realizzato e firmato da Pietro Fedele. La balsonatura recita: «Gonfalone: Drappo scaccato di giallo e di rosso, ornato con frangie dorate e caricato dello stemma sopra descritto, con l’iscrizione centrata in oro: COMUNE DI SAN SEVERO. Le parti di metallo ed i nastri saranno dorati. L’asta verticale darà ricoperta di velluto rosso con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali, frangiati d’oro». Si noti, nonostante il rango di Comune, l’anomala prescrizione di ornamenti dorati. Si tenga presente, inoltre, che il gonfalone disegnato da Fedele non è stato mai realizzato.

Il gonfalone attualmente in uso, confezionato dopo le modifiche al decreto del 1937 con DPR dell’11 settembre 1996. L’asta è quella di ottone dorato, in uso nelle cerimonie meno importanti per evitare l’usura dell’asta rossa con bullette. A coda di rondine, il nuovo drappo ha stemma sannitico, arbitrariamente bordato d’oro, con blasonatura diversa sia da quella storica sia da quella prescritta nel 1937; riproduce illegittimamente, infatti, quella ricamata sul precedente gonfalone cittadino, realizzato alla fine dell’Ottocento e usato fino al 1996. Questo drappo, a scacchi gialli e rossi ma con lo stemma (ovale e con ricca cornice dorata) inserito in una grande ellisse rossa applicata al centro, recava l’iscrizione MUNICIPIO DI SANSEVERO e aveva corona di città e anomali serti dorati, ripresi supinamente nel nuovo gonfalone. La partizione dello stemma su quest’ultimo, poi, è frutto di un errore invero evitabile, essendo stato interpretato un vistoso rammendo sul vecchio blasone come parte originale e integrante dello stesso. Inoltre, rispetto al disegno dell’albo (da considerare, ovviamente, modificato a seguito del DPR del 1996), si nota anche che gli scacchi del nuovo gonfalone sono più grandi (cinque in larghezza, e non sei).

Le prime testimonianze del gonfalone sanseverese rimontano agli inizi del XVI secolo, quando il Mastrogiurato della città, esposto il drappo di ormesino a scacchi gialli e rossi sulla Loggia del Mercato, amministrava la giustizia in occasione delle fiere di san Pietro (dal 29 giugno al 7 luglio) e di san Luca (il 18 ottobre) oltre che nei giorni di mercato, il lunedì e il sabato di ogni settimana. Il solenne corteo ufficiale partiva dal Palazzo dell’Università e raggiungeva la Piazza dei Mercanti: il gonfalone era seguito dal Mastrogiurato, dal Governatore, dal Capitano del Popolo, da due valletti, dai quaranta Reggimentari, da un notaio, dagli ecclesiastici e dai mercanti. Prima di inalberare il drappo sulla Loggia, un reggimentario leggeva le norme che dovevano essere osservate in quei giorni. Nel registro delle delibere comunali del 1884 si legge: «… nella solenne commemorazione del centenario di Dante a Firenze, il Comune di San Severo, rappresentato dall’avv. Vincenzo de Ambrosio con altri deputati, portò una bandiera formata praticamente a scacchi gialli e rossi, che erano gli antichi colori del Comune. Detta bandiera venne depositata tra le altre dei diversi Comuni d’Italia nel tempio di Santa Croce in Firenze, allora capitale d’Italia». Il Municipio di San Severo chiese il riconoscimento dello stemma e del gonfalone il 23 novembre 1931. Fino al 1937, anno del decreto, il podestà dovette insistere con particolare energia perché il gonfalone sanseverese fosse registrato nella storica foggia a scacchi gialli e rossi, dal momento che l’ufficio araldico, a dispetto della tradizione plurisecolare, sottolineava la necessità di adottare un drappo bianco ricamato. Superfluo evidenziare che il Comune, con giusta caparbietà, vinse la battaglia, conservando alla città un gonfalone assolutamente singolare.

Circa i colori giallo-rosso di San Severo (o Sansevero, che è la denominazione più antica, derivante da Sanctus Severinus), non è chiara la loro origine. Essi compaiono in frammenti d’affresco – forse trecenteschi – rinvenuti nell’abside della chiesa di San Severino, la più antica e prestigiosa della città nonché «privilegiata dell’Università», resti di una finzione di drappi bicolore che decorava la parte bassa delle pareti. Compaiono ancora nella cornice di un affresco realizzato tra la fine del Trecento e i primi anni del Quattrocento. Non dovrebbero essere riportabili agli aragonesi, che fecero di questa combinazione di colore il loro simbolo, ma a Sansevero, tuttavia, fu particolarmente legato Ferrante I, che soggiornò nella città, allora capoluogo di Capitanata e Molise, più volte. A tutt’oggi non sembrano esistere proposte di “significazione” dei due colori: sono quelli sic et simpliciter, e nessuno finora si è posto il problema di capirne il perché.

Un’ultima curiosità: la raffigurazione della città è di fantasia in tutte le edizioni dello stemma.

Tutte le note sono di Emanuele d’Angelo

BLASONATURA

“Drappo partito di giallo e di rosso…”

ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    5 Aprile 1937

    Decreto precedentemente emonato, modificato con D.P.R. 11 settembre 1996 – Registrato nei registri dell’Ufficio Araldico il 25 ottobre 1996, Reg. anno 1996, p. 52.


    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    11 Settembre 1996

    Registrato nei registri dell’Ufficio Araldico il 25 ottobre 1996, Reg. anno 1996, p. 52.


    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    11 Settembre 1996

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