Comune di San Nicolò d’Arcidano – (OR)

Informazioni

  • Codice Catastale: A368
  • Codice Istat: 95046
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 2837
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 28.36
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

San Nicolò d’Arcidano si trova in una zona pianeggiante tra le catene del Monte Linas e del Monte Arci, delimitata dal rio Sitzerri e il Flumini Mannu, non lontano dal litorale di Arborea e di Arbus.

Nel XIV le popolazioni locali furono costrette ad abbandonare le antiche località esposte alle incursioni dei pirati barbareschi, che risalivano il fiume dal porto dell’antica città di Neapolis, tra le quali la stessa Architano, il cui toponimo significherebbe “sulla via del monte Arci” (dalle cave del quale si estraeva l’ossidiana) e che, durante il periodo del Giudicato di Arborea, era formata da due villaggi: Architano Magno (“grande”), con la chiesa di San Nicolò, e Architano Parvo (“piccolo”) con una sua chiesa dedicata a San Pantaleo, il primo sopravisse mentre il secondo venne abbandonato nel corso del XIV secolo.

Alla caduta del Giudicato nel 1420 il territorio venne aggregato al Marchesato di Oristano. Nel 1460 la popolazione del sopravvissuto Archidano chiese al Viceré aragonese di Cagliari di essere elevato a Comune. Con la definitiva sconfitta degli Arboresi nel 1478 il territorio arcidanese divenne parte della baronia di Uras, parte del Marchesato di Quirra (istituito come contea dal re Pietro IV d’Aragona nel 1363 ed elevato di grado nel 1603, che fu feudo delle famiglie Carroz e Centelles). La baronia fu appannaggio  di diverse famiglie, l’ultima delle quali fu la Osorio-de la Cueva fino alla soppressione del sistema feudale da parte del Regno di Sardegna nel 1839, che permise il riscatto dell’abitato.

Il centro prese nuova vita per iniziativa alcune famiglie espulse da Samassi e Furtei, col nuovo nome di Arcidano, nel 1660.

Al centro dell’abitato, sorge la chiesa parrocchiale dedicata san Nicolò (alias di San Nicola di Myra) la cui origine risale ad epoca remota ma la struttura attuale è frutto di una ricostruzione della fine del XVII secolo, secondo linee neoclassiche, con colonne che sorreggono un timpano triangolare in guisa di tempio greco. Nel sito occupato dalla chiesa sorgeva, un tempo il nuraghe Luxia, uno dei sette principali del territorio arcidanese.

Fino all’opera di bonifica del 1933 la regione era soggetta all’impaludamento, causato dalle acque del delta del fiume Pabillonis, i lavori crearono un’ampia zona fertile e produttiva. Le risorse principali del territorio sono l’agricoltura e l’artigianato, nello stemma del Comune sono, infatti, presenti richiami alla cultura agricola locale: con il covone di grano e il tralcio di pomodoro. Particolarmente rinomata è la viticoltura, grazie ai vitigni di bovale e su muristellu, dai quali derivano vini pregiati.

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con D.P.R. del 20 dicembre1996, il primo si blasona: “troncato dalla fascia diminuita, d’argento, caricata da cinque tortelli, d’azzurro; nel primo, di rosso, al covone di grano, d’oro, legato di azzurro; nel secondo, d’azzurro, al ramoscello di pomodoro, posto in fascia, fogliato superiormente di sedici, inferiormente di sei, di verde, fruttato di sei, d’oro, i pomodori posti in tre coppie inferiormente; ornamenti esteriori da comune.”

Il gonfalone invece si descrive come: “Drappo troncato di azzurro e di rosso, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dallo stemma comunale con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo e i cordoni saranno argentati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati da colori nazionali e frangiati d’argento”.

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Davide Papalini

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo araldico


“Troncato dalla fascia diminuita, d’argento, caricata da cinque tortelli, d’azzurro; nel PRIMO, di rosso, al covone di grano, d’oro, legato di azzurro; nel SECONDO, d’azzurro, al ramoscello di pomodoro, posto in fascia, fogliato superiormente di sedici, inferiormente di sei, di verde, fruttato di sei, d’oro, i pomodori posti in tre coppie inferiormente. Ornamenti esteriori da Comune”.

Colori dello scudo:
azzurro, rosso
Partizioni:
troncato
Oggetti dello stemma:
covone di grano, pomodoro, ramoscello di pomodoro, tortello
Pezze onorevoli dello scudo:
fascia
Attributi araldici:
caricato, diminuito, fogliato, fruttato, inferiormente, legato, posto in fascia, posto in tre coppie, superiormente

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo troncato di azzurro e di rosso, riccamente ornato di ricami d’arge nto e caricato dallo stemma comunale con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo e i cordoni saranno argentati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati da colori nazionali e frangiati d’argento”

Colori del gonfalone: azzurro, rosso
Partizioni del gonfalone: troncato

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    20 Dicembre 1996