Comune di San Leo – (RN)

borghi più belli d'Italia

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Info
  • Codice Catastale: H949
  • Codice Istat: 41053
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 3074
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 53.32
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

L’attuale San Leo, è l’antica Montefeltro, pittoresca città della Val Marecchia posta su di un enorme masso roccioso pressoché inattaccabile: vi si accede per un’unica strada tagliata nella roccia, sulla parte più alta si trova il celebre forte, ristrutturato da Francesco di Giorgio Martini nel XV secolo, per ordine di Federico III da Montefeltro, che ospitò il famigerato Cagliostro fino alla fine dei suoi giorni nel 1795.

Fu la capitale dell’antichissima contea del Montefeltro e con re Berengario II assunse addirittura il titolo di Capitale d’ltalia (per breve tempo: da 962 al 964).
Venne evangelizzata da san Leone (Leo) intorno al sec. IV nello stesso periodo il dalmata san Marino si ritirava in eremitaggio sul monte Titano, poco distante, che evolverà nell’attuale Repubblica di San Marino.

La città ospitò Dante Alighieri, che la cita come luogo impervio (associata alla reggiana Pietra di Bismantova) 1 e San Francesco d’Assisi, che in questo luogo ricevette in dono il Monte della Verna dal Conte Orlando di Chiusi del Casentino nel 1213 e vi fondò il convento di Sant’Igne.

Lo stemma attuale della città leontina si blasona: “Partito d’argento alla figura di San Francesco d’Assisi, in maestà e in atto di predicare sotto un olmo, il tutto al naturale e d’oro all’aquila di nero bicipite, coronata di una corona all’antica. Motto: Vetusta Feretrana Civitas Invicta Sancti Leonis” in uso almeno dal XVIII secolo è stato riconosciuto nel 1902.

Il partito destro rappresenta l’episodio della predica di san Francesco all’ombra dell’olmonel 1213, abbattuto nel 1662 e ripiantato 1936 ed esistente in piazza Dante fino alla notte tra l’11 e il 12 novembre 2013 quando venne abbattuto dal vento2. Il partito sinistro mostra l’aquila imperiale ripresa dallo stemma dei da Montefeltro, duchi di Urbino, a memoria del fatto di esserne stata a culla. Questo è lo stemma antico della città, e compare (con una sola testa) già nel 1513. Con l’arrivo dei Medici al trono ducale di Urbino scompare e viene ripresa, come detto, nel corso del ‘700.

1 Dante, Purgatorio IV, 25-27, 34:

 

“Vassi in San Leo e discendesi in Noli,
montasi su Bismantova in cacume,
con esso i pie’, ma qui convien ch’uom voli¦
e piedi e man voleva il suol di sotto”

2 In realtà non si trattava di un olmo, ma di un bagolaro (Celtis australis L., detto anche Spaccasassi). Dell’olmo antico ne resta una parte presso il convento di Sant’Igne. Venne ripiantato nel 1934, però si seccò dopo due anni e venne a sua volta sostituito nel 1936. Venne posizionato su un lato della piazza dedicata a Dante Alighieri, mentre l’olmo originale era al centro.

 

Nota di Antonio Conti e Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Partito d’argento alla figura di S. Francesco d’Assisi, in maestà e in atto di predicare sotto un olmo, il tutto al naturale e d’oro all’aquila di nero bicipite, coronata di una corona all’antica. Motto: Vetusta Feretrana Civitas Invicta Sancti Leonis”.

D.R. 13 aprile 1902

SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI

Stemma nella versione presente sul gonfalone

Stemma sulla facciata del Comune

BLASONATURA

“Drappo partito di azzurro e di bianco…”

ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Decreto Ministeriale (DM)
    riconoscimento
    13 Aprile 1902

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