Comune di San Gillio – (TO)

Informazioni

  • Codice Catastale: H873
  • Codice Istat: 1243
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 3035
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 8.86
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Il nome di San Gillio nasce da sant’Egidio (anche noto come san Gilio, in latino Sanctus Aegidius), al quale è dedicata la chiesa parrocchiale, quest’ultima attestata per la prima volta nel 1323. Da notare che altri edifici o istituzioni religiose con lo stesso titolo erano presenti nel XIII secolo a Chiomonte, Verrès e Montalto Dora, quindi sul tragitto che portava Oltralpe. L’abbazia di Saint-Gilles du Gard, secondo la leggenda fondata dal santo omonimo al bordo della regione della Camargue, era uno dei più importanti luoghi di incontro e di raccolta dei pellegrini diretti a San Giacomo di Compostella, oltre ad essere porto d’imbarco, prima della fondazione di Aigues-Mortes, per la Terrasanta.

È stato ipotizzato che San Gillio sia nato come dipendenza del priorato templare di Sant’Egidio di Testona (ora Moncalieri) mentre altre fonti vogliono che la chiesa sia stata costruita dai monaci dell’abbazia benedettina di Casanova. In realtà non vi sono attestazioni precedenti all’inizio del XIV secolo (dove la chiesa viene citata in una atto di vendita effettuata nel 1306 dai vis-conti di Baratonia) anche se il paese doveva già esistere a metà del XIII secolo.

Nel 1324, su iniziativa di Filippo di Savoia-Acaia, fu costruita, ad una certa distanza dall’attuale abitato, una villa nova cioè un “nuovo paese”. Nel 1327, forse una volta terminata la villa nova, il centro venne infeudato a Guillaume de Montbel, dal quale nel 1366 pervenne a Berardo di Roero, esponente della potente famiglia astigiana omonima ma, già nel 1409, passò ai Romanzone e nel 1472 al celebre giurista lodigiano Domenico Ambrogio Vignati, rimanendo in possesso dei suoi discendenti fino all’estinzione della famiglia (nel 1821).

 

Il titolo di ‘Conte di San Gillio’ fu attribuito nel 1835 da re Carlo Alberto di Savoia al ministro Felice Maffei, Primo Segretario di Stato degli Affari Esteri.

 

In paese era presente un antico castello, fino agli anni ’30 del Novecento ne era ancora visibile un torrione, trasformato nel corso del 1500 in dimora signorile con vasti giardini alla francese e in seguito ancora modificato fino a divenire una casa privata divisa in alloggi; delle fortificazioni locali faceva anche parte il campanile della parrocchiale, inizialmente costruito come torrione di avvistamento, abbattuto negli anni ’60 per esigenze di viabilità.

 

Nel 1928, con regio decreto n. 417 del 12 febbraio, veniva costituito il nuovo Comune di San Gillio Torinese comprendente i precedenti Comuni di Givoletto, La Cassa e San Gillio; i tre comuni furono resi nuovamente indipendenti con decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato del 21 gennaio 1947.

 

Il Comune di San Gillio Torinese fece richiesta di uno stemma con deliberazione podestarile del 20 agosto 1930; in essa chiedeva di assumere un emblema di “azzurro alla croce di argento” che riportasse: nel primo quarto un giglio, nel secondo una stella a cinque punte, nel terzo un corno da caccia e nel quarto una torre diroccata con finestra e porta nere; tutti e quattro gli elementi dovevano essere di color oro. Il giglio, segno ‘parlante’ perché richiama il nome locale (in Italia, proprio per questa sua caratteristica, è anche uno degli attributi di San Egidio), e la torre, probabilmente in riferimento al locale castello ma anche – in araldica – simbolo di autonomia, sarebbero stati presenti nello stemma del precedente Comune di San Gillio, la croce d’argento in campo azzurro sarebbe stato il segno identificativo di Givoletto, mentre La Cassa avrebbe avuto un’arma “di rosso alla banda d’argento, affiancata da una stella di cinque raggi e da un corno da caccia entrambi d’oro” (anche in questo caso si gioca probabilmente sull’assonanza tra ‘caccia’ e ‘cassa’); la Commissione araldica piemontese “compiacendosi dei criteri storici-araldici a cui essa [la richiesta] è informata e al buon impiego delle regole araldiche” approvò lo stemma nella sua seduta del 15 novembre 1930; la concessione ufficiale si ebbe con regio decreto del 23 febbraio 1931 e lettere patenti del 18 gennaio 1932.

 

Attualmente il San Gillio fa uso di uno stemma un po’ differente rispetto a quello concesso nel 1931 al precedente Comune e che non fa un così “buon impiego delle regole araldiche”: il giglio ‘araldico’ è stato sostituito da un giglio ‘al naturale’ mentre la torre è posta su dei monti; cosa più grave, dal punto di vista araldico, il fondo è ora “bianco” da ciò risulta che la croce “grigia” si trova ora su uno sfondo dello stesso colore (in araldica bianco e grigio indicano entrambi l’argento quale “smalto”).

 

Nota di Giovanni Giovinazzo e Massimo Ghirardi

 

Bibliografia

 

Archivio di Stato di Torino, Commissione Araldica Piemontese, Mazzo 7,  Relazioni 1925-194…

San Gillio in Comuni della provincia di Torino, pp. 538-9, vol. V, tomo 2, Torino, Consiglio Regionale del Piemonte, 2009

San Gillio in Comuni d’Italia, p. 345, vol. Piemonte (NO-TO), Istituto Enciclopedico Italiano, Monteroduni, 2004

San Gillio in Dizionario di Toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici cittadini, p. 576, UTET, Torino, 2005

Gaston Duchet-Suchaux, Michel Pastoureau, Gilles in La Bible et les saints. Comprendre et reconnaître les principales représentations religieuses occidentales, pp. 146-7, Flammarion, Parigi, 2014

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini



Profilo Araldico


Non ancora una blasonatura

Colori dello scudo:
azzurro

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    23 Febbraio 1931

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    23 Luglio 1937