Comune di Samugheo – (OR)

Informazioni

  • Codice Catastale: H756
  • Codice Istat: 95045
  • CAP: 9086
  • Numero abitanti: 3250
  • Nome abitanti: samughesi
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 81.27
  • Prefisso telefonico: 783
  • Distanza capoluogo: 45.0

Storia dello stemma e del comune

Secondo un’interpretazione comune, si ritiene che il nome di Samugheo tragga origine dall’antica chiesa di San Michele, detta in spagnolo San Miguel da cui si sarebbe passati a Samugheu, fino alla denominazione attuale.
Il territorio del borgo fu certamente popolato fin dal periodo nuragico, giacché si sono conservati ai nostri giorni numerosi reperti archeologici (tra cui nuraghi e “domus de janas”) risalenti a diverse epoche nella valle mineraria dove scorre il rio Araxisi. L’area fu successivamente occupata prima dai Cartaginesi e poi dai Romani.

Nel Medioevo, dal XI secolo Samugheo fece parte della curatoria del Mandrolisai, compresa nel Giudicato di Arborea; dal XI-XII secolo fu munito di castello, noto con il nome fantasioso di “Castello di Medusa”, di cui attualmente rimangono pochi avanzi tra cui i resti di una cisterna.
Compreso dal 1410 nel Marchesato di Oristano, Samugheo divenne feudo regio nel 1477 dopo la confisca a Leonardo Alagon.

Dal 1700 fu annesso alla Contea di San Martino e divenne feudo della famiglia Valentino fino al 1839, anno in cui fu sancita l’abolizione dei feudi in Sardegna.

Lo stemma comunale di Samugheo, bipartito, presenta nella parte superiore l’immagine di un antico telaio ligneo, oggetto di grande importanza per l’economia locale in quanto utilizzato nella produzione di numerosi manufatti, tra cui i celebrati tappeti di artistica e raffinata lavorazione. Nella parte inferiore compare invece l’immagine di un castello e di un vicino corso d’acqua, riferibile con molta probabilità al Castello di Medusa, nei pressi del cui rudere scorre il rio Araxisi.

Chiese
La chiesa di San Basilio risale al XVI secolo, epoca in cui l’area dove sorge Samugheo fu colpita da una pestilenza. L’edificio, sottoposto nel corso dei tempi a vari rimaneggiamenti che ne hanno alquanto alterato l’architettura originaria, riveste grande importanza religiosa per la comunità samughese, che conserva tuttora una grande venerazione per San Basilio, quale santo protettore e dotato di poteri miracolosi di guarigione degli infermi.

La chiesa di San Sebastiano presenta all’esterno l’ampia facciata con il portale sormontato dal rosone di forma esagonale. Sul lato destro della chiesa è posto il campanile a pianta quadrata.

Bellezze paesaggistiche
Il territorio Samugheo presenta notevole interesse paesaggistico: vi è infatti un’ampia area boschiva che comprende prevalentemente essenze come lecci, roverelle e sughere, ma numerosi sono anche gli imponenti alberi di castagno. La fauna annovera mammiferi quali il cinghiale, la volpe, la lepre, il coniglio selvatico, la donnola e uccelli rapaci come lo sparviero, il gheppio e la poiana. Tra la folta vegetazione sono celate numerose grotte, costituenti meta ideale per gli appassionati cultori della speleologia.

Costume
A Samugheo si conservano gelosamente le antiche tradizioni locali, di cui preziosa testimonianza è il bel costume femminile, indossato dalle donne samughesi in occasione di particolari festività e ricorrenze. Di foggia particolare è il copricapo, in quanto si compone di una serie di fazzoletti (il cui numero per regola pare sia di quattro), artisticamente decorati da figure floreali, che vanno avvolti in maniera piuttosto complessa intorno al capo lasciando intravedere solo il viso.

Il Carnevale
In occasione del Carnevale di Samugheo, uno dei più caratteristici della Sardegna, è consuetudine indossare il tipico costume formato di pelli di capra e comprendente una maschera di sughero dotata di grandi corna, oltre a una serie di campanacci sulle spalle. Così abbigliati, e con il viso tinto di nerofumo, i partecipanti al rito carnevalesco danzano intorno a “S’Urtzu”, figura mitologica metà caprone e metà uomo, soggiogata da un guardiano detto “Su Omadore”, munito per la bisogna di bastone, catena e pungolo. Il significato di questo particolare rito, al pari di altre consimili manifestazioni popolari presenti in Sardegna, rappresenta probabilmente un retaggio di antichi riti dionisiaci.

Pane di Samugheo
Il pane samughese tradizionale viene confezionato in una molteplice varietà di forme; tra le più rinomate vanno ricordate “sa fresa o pistoccu”, sottile, croccante e di forma rotonda; “su tzicchi”, impreziosito di decorazioni che possono essere differenti a seconda della festività in cui è preparato; “sa coccoa cun bedra”, un pane saporito e sostanzioso fatto solitamente nel periodo in cui procede a macellare il maiale, in quanto ingrediente necessario alla sua lavorazione è lo strutto.

Il tappeto di Samugheo

Il tappeto rappresenta probabilmente la più nota espressione dell’arte samughese e costituisce la preziosa testimonianza di un’antica tradizione artigiana arrivata intatta ai nostri giorni. A testimoniare l’importanza della tessitura per l’economia locale è il fatto che attualmente a Samugheo sono presenti qualcosa come 900 telai, vale a dire uno per famiglia. Le tecniche per realizzare i tappeti sono quelle tipiche della Sardegna (“un’indente”, “tauledda”, “lauru”, “lizzos”). Tuttavia la specializzazione dei tappeti di Samugheo è orientata soprattutto nella tecnica detta “a pibiones”, ovvero ad acino d’uva, che richiede maggior complessità ed accuratezza di lavorazione da parte della tessitrice, ma che conferisce maggior pregio e resistenza all’usura al prodotto finito.

Attualmente, i tappeti samughesi sono confezionati in una vasta gamma di dimensioni e disegni, in grado di soddisfare qualsiasi genere di richiesta in termini di spazio e di abbinamento all’arredamento. I materiali per la loro realizzazione sono la classica lana di pecora sarda, che ne esalta la fattura autenticamente artigianale, ed il lino; negli ultimi anni si utilizza anche il cotone, sia per la stesura dei fili dell’ordito, sia in qualità di fibra per la trama.

Al tappeto di Samugheo è intitolata una mostra che si tiene annualmente nel mese di agosto e che nel 2010 è arrivata alla 43° edizione.

A conferma del particolare pregio dei tessuti di Samugheo, il paese ha ottenuto il marchio D.O.C. per i suoi prodotti e ha costituito un apposito consorzio cui aderiscono numerose imprese del territorio.

Il Museo del Tappeto
Al tappeto di Samugheo è stato dedicato un apposito museo, ripartito in varie sezioni espositive. La sezione etnografica contiene i telai tradizionali in legno, assieme ad attrezzature e strumenti vari per la tessitura. Si prosegue con un’esposizione di capi samughesi di abbigliamento giornaliero e festivo, mentre in un altro settore vi è uno spazio di grande interesse storico dedicato alla collezione permanente Cocco, ove sono collocati alcuni preziosi manufatti tessili del ’700, realizzati artigianalmente in lana, lino e cotone. Tra i pezzi più rari figurano gli “affaciadas”, tappeti di piccole dimensioni che tradizionalmente si esponevano al balcone nel corso della processione del Corpus Domini.

Note di Luigi Prato

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Troncato: il PRIMO, di azzurro al particolare telaio per tessere in uso nel territorio di Samugheo, d’oro; il SECONDO, d’oro, al castello di rosso, mattonato di nero, atipico, con due torri merlate ciascuna di tre alla guelfa, la torre posta a destra più alta e non a filo del corpo del castello, le due torri finestrate ciascuna di uno di nero, il castello fondato sulla rupe di grigio al naturale, essa rupe sostenuta dal fiumicello di azzurro, fluttuoso di argento, sinuoso, uscente dai lembi dello scudo, fondato sul terreno di verde,fondato in punta, uscente dai fianchi, più alto a sinistra. Ornamenti esteriori da Comune”.

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo partito di rosso e di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco, rosso
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    4 Marzo 2002