Comune di Saint-Sever – (40)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Saint-Sever è una città del dipartimento della Landes, nella regione della Nouvelle Aquitaine.

 

Si è sviluppata a partire dal X secolo intorno alla antica abbazia dedicata al santo omonimo, martirizzato dai Vandali, costruita da Guillaume Sanche, conte di Guascogna, nel 988 su una preesistete cappella del VII secolo, realizzata per conservare le spoglie del martire Severus.

Vi svolse l’incarico di abate Grégoire de Montaner, formatosi presso l’abbazia di Cluny, che diresse il monastero dal 1028 al 1072 e che decise una struttura basilica con sette absidi. Oggi, l’abbazia di Saint-Sever è l’unica, con la chiesa di Châteaumeillant, a conservare questo impianto monumentale tipicamente cluniacense.

 

Saint-Sever assunse il titolo di Caput Vasconiae, che significa “Capo di Guascogna”, poiché l’abbazia divenne il centro politico e culturale dell’intero territorio.

 

Nel XII secolo, l’abate Suavius ​​(1092-1107) consente la costruzione di fortificazioni della città e il permesso di costruire case e vendere merci all’interno dell’area urbana. Il vivace mercato e i pellegrini che transitavano sulla via Compostela, portarono la città e l’abbazia ad accumulare grandi ricchezze.

 

Dal 1032, a seguito di una crisi di successione della dinastia Sanche, la Guascogna fu annessa all’Aquitania. Nel 1152, il matrimonio di Eleonora d’Aquitania e Enrico II Plantageneto, colloca il territorio della Guascogna nell’Impero costituito da Inghilterra, Normandia, Angiò, Maine e Turenna. Da questo momento, la città conobbe un significativo declino a causa di una serie di guerre.

Durante la guerra di Guyenne (1294-1303), che opponeva il re di Francia al re d’Inghilterra, la città fu assediata nel 1295 da Charles de Valois (1270-1325), fratello di Filippo “il Bello” (1268-1314). Al termine di tre mesi di assedio, Saint-Sever ridiventa francese, ma ritorna inglese per via del matrimonio della figlia di Filippo con Edoardo II d’Inghilterra (1284-1327).

 

L’importante castello di Morlanne e le sue fortificazioni furono distrutti nel 1360 da un incendio, che fece scomparire gli archivi e spiega le poche tracce di fortificazione medievale nella città. Nel 1442 la città entrò stabilmente a far parte del Regno di Francia e ottenne nel 1450 da Carlo VII il diritto di costruire un secondo giro di mura, a protezione dei sobborghi, di cui oggi restano solo due torri.

 

La fine della Guerra dei Cent’anni (1337-1453) è certamente favorevole alla città, poiché vi si insediano nuove famiglie come i Basquiat che prosperano grazie all’agricoltura; ma l’abbazia segue un inesorabile destino e gli edifici sono rovinati a causa della guerra e dal saccheggio delle truppe truppe di Gabriel I di Montgomery, capo dell’esercito ugonotto.

 

Nel 1743 le mura sono scomparse assecondando l’espansione demografica, le famiglie potenti, come i Basquiat e i Capdeville, fanno costruire suntuose dimore.

 

Nel 1791 l’abbazia viene soppressa, solo alcuni monaci sono autorizzati a restare. L’abbazia diventa sede del Tribunal Révolutionnaire.

 

Lo stemma cittadino è registrato da Charles D’Hozier nell’Armorial Général de France, edizione del 1696 (XIII vol. Guyenne, généralité de Bordeaux, folio No 639). È stato formalmente adottato nel 1809 e si blasona: “Mi-parti: au 1er d’azur à trois fleurs de lis d’or, au 2e de gueules à huit mouchetures d’hermine d’argent ordonnées en orle”.

 

Il termine araldico francese “mi-parti” (lett. “mezzo-partito”) indica un arme ottenuta dalla giustapposizione di due “mezzi scudi”: la metà destra dell’uno con la metà sinistra dell’altro, e gli originali devono restare identificabili), in italiano si usa invece specificare “scudo dimezzato”, per cui la traduzione del blasone dovrebbe essere: “Partito: il primo allo scudo dimezzato d’azzurro a tre gigli d’oro; al secondo allo scudo dimezzato di rosso a otto moscature d’armellino d’argento poste in orlo).

 

Nelle figurazioni correnti la corona turrita, che timbra lo scudo riporta anche la dizione CAPUT VASCONIAE.

 

Il secondo campo nell’armoriale Traversier (del 1842) era “seminato” di moscature d’armellino o, come si dovrebbe dire: “armellinato di rosso e d’argento”. Un campo in cui il disegno dell’armellino ha gli smalti diversi dallo standard argento e nero.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Partito: il primo allo scudo dimezzato d’azzurro a tre gigli d’oro; al secondo allo scudo dimezzato di rosso a otto moscature d’armellino d’argento poste in orlo”.

Colori dello scudo:
azzurro, rosso
Partizioni:
partito
Oggetti dello stemma:
giglio, moscata di ermellino, posto in orlo, scudo dimezzato

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune