Comune di Saint-Quentin – (02)

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Saint-Quentin è una città del dipartimento dell’Aisne, nella regione della Picardie (Piccardia), fondata dai romani come capitale del territorio dei Viromandui (o Viromandi), una popolazione belgo-celtica che abitava da tempo la regione, in ragione della quale venne denominata Augusta Viromanduorum, presso un guado della Somme.

Nota prima come Vermand, poi nel medioevo come Saint-Quintin, nel periodo rivoluzionario ha mutato nome per ben tre volte: prima adottando quello di Égalité-sur-Somme, poi quello di Linon-sur-Somme e, infine, quello di Somme-Libre; per poi riprendere il toponimo storico alla Restaurazione.

La regione venne evangelizzata da Quentin, martirizzato per la sua fede dal prefetto dell’imperatore Massimiano, Ritio Varo,agli inizi dei III secolo.

Il corpo del santo andò disperso, ma fu miracolosamente ritrovato, e nel VII secolo una parte delle reliquie vennero inserite da Sant’Eligio, che era stato orafo, in un prezioso reliquiario in forma di busto; il culto si diffuse rapidamente e intorno al santuario si sviluppò un potente monastero e un nuovo centro urbano che prenderà il nome del santo (a sua volta noto come San Quintino di Vermand, per distinguerlo dagli omonimi, tra i quali san Quintino di Meaux).

Dal IX secolo divenne la capitale della contea del Vermandois i cui signori diverranno potentissimi nel X secolo.

I borghesi ottennero da Herbert IV del Vermandois, prima del 1080, una “charte communale” che garantiva loro una ampia autonomia amministrativa e un’organizzazione di tipo consolare. Nel XIII secolo entrò nei domini regali come importante e prospera città, la cui ricchezza si basava sull’agricoltura e sulla produzione di drappi, e godeva della posizione al confine tra il Regno di Francia, la Champagne e le Fiandre. Per la stessa ragione sarà un obiettivo strategico e vulnerabile durante la Guerra dei Cent’Anni. Nel XV secolo venne contesa tra il re di Francia e il duca di Borgogna, che la manterrà fimo al 1477 (morte del duca Carlo “il Temerario”), quando tornerà al re Luigi XI, che la visiterà il 18 giugno dello stesso anno.

Il 10 agosto 1557 vi ebbe luogo la celebre battaglia “di San Quintino” nella quale l’esercito di Francesco I, comandato dal maresciallo Montmorency, fu sconfitto da quello imperiale di Carlo V, comandato da Emanuele Filiberto di Savoia che, tra le altre cose, determinò il riconoscimento del predominio spagnolo sul territorio italiano (nonché la restituzione ai Savoia dei loro territori, come premio per la vittoria ottenuta). La città resistette eroicamente agli Spagnoli, che alla fine la conquistarono, ma tanto bastò per impedire che proseguissero su Parigi. Venne restituita nel 1559 con la pace di Cateau-Cambrésis.

L’8 ottobre 1870 ebbe luogo un’altra epica la “battaglia di San Quintino” durante la guerra franco-prussiana: l’8 ottobre i cittadini respinsero eroicamente gli invasori tedeschi, ma poco dopo venero sconfitti, per questo atto alla città venne concessa la Légion d’Honneur.

Lo stemma della città è registrato da Charles D’Hozier nell’Armorial Général de France XXVI volume (ed. 1696), Picardie, Généralité d’Amiens. Si blasona: “D’azur au buste de saint Quentin auréolé, les épaules transpercées par deux clous, le tout d’argent; accompagné de trois fleurs de lis d’or” (D’azzurro al busto di san Quintino aureolato, le spalle trapassate da due chiodi, il tutto d’argento, accompagnato da tre gigli d’oro).

Il busto del santo riprende quello del reliquiario che veniva esposto nella basilica. I chiodi sono allusivi del supplizio al quale venne sottoposto prima di essere decapitato.

La versione “aulica” si completa con un nastro con il motto cittadino: PRO DEO REGE ET PATRIA (‘Per Dio, il Re e la Patria’), dallo scudo pendono la Légion d’honneur (concessione del 06 giugno 1897); la Croix des Mayeurs (del 1752: una rara decorazione accordata da Luigi XV per ricompensare, dopo due secoli, la resistenza eroica della città agli spagnoli del 1557 per « la fidélité de la ville envers le Roi de France »; la città è l’unica a mostrarla); e la Croix de guerre 1914-1918.

Nota di Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“D’azzurro al busto di san Quintino aureolato, le spalle trapassate da due chiodi, il tutto d’argento, accompagnato da tre gigli d’oro”.

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