Comune di Rorà – (TO)

Informazioni

  • Codice Catastale: H554
  • Codice Istat: 1226
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 251
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 12.26
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Rorà (Rourà in occitano) è un piccolo comune posto nel vallone omonimo il cui toponimo è la trascrizione dell’antico nome Rourà del paese, che significa rovereto (da rou, quercia/rovere), alludendo ai boschi che anticamente caratterizzavano la valle.

Fu feudo dei Luserna e, successivamente comunità libera, che nel XVII secolo si denominava Magnifica Comunità di Rorata.

 

La storia di Rorà è caratterizzata anche (così come diversi Comuni circostanti, facenti parte delle cosiddette “valli valdesi”) dalla presenza dei valdesi, movimento religioso nato nel XII secolo a Lione dalla vicenda di Valdo, un mercante che abbandonò tutti i propri averi per seguire l’insegnamento di Cristo. Il suo movimento, simile per certi versi a quello di San Francesco, fu però scomunicato dalla Chiesa di Roma e perseguitato.

 

Nel Cinquecento i valdesi aderirono alla Riforma protestante, organizzando le loro comunità sul modello calvinista e incontrando l’opposizione del sovrano: furono quindi vittime di discriminazioni giuridiche, incarcerazioni, violenze. Nel 1655 le truppe invasero le valli valdesi e Rorà fu difesa dagli uomini di Giosuè Gianavello. Nel 1686 ci fu una nuova persecuzione, molti vennero deportati e imprigionati o esiliati in Svizzera, tornando però tre anni dopo in quello che viene conosciuto come il Glorioso Rimpatrio. I diritti civili e politici vennero riconosciuti solo il 17 febbraio 1848 da re Carlo Alberto.

 

Lo stemma del Comune mostra una ghianda tra due foglie di quercia, alludenti al toponimo, una mazza e un “bac” (tipo di scalpello/picchetto), simboli dell’attività estrattiva del ferro (di cui resta memoria nel toponimo della borgata Fucine), della lavorazione della pietra calcarea per la produzione di una calce (testimoniata dalla località Fornaci) e della “pietra di Luserna”, affermatasi nel XIX secolo, ancora oggi elemento essenziale dell’economia locale. Il campo bandato riprende lo stemma dei conti Luserna che furono feudatari del luogo.

 

È stato concesso con DPR del 19 giugno 1998, e si blasona:

 

Troncato semipartito: nel primo, di azzurro, alle due grandi foglie di quercia, poste in fascia, unite nei piccioli, di verde, con la ghianda d’oro, centrale, posta in palo all’insù, unita ai detti piccioli; nel secondo, di rosso, ai due strumenti per la lavorazione della pietra, decussati, la mazza posta in banda, attraversante, il “bac” (scalpello), posto in sbarra, entrambi gli strumenti con il ferro di nero e il manico di azzurro; nel terzo bandato di argento e di rosso”.

 

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Fonte: Giovanni Giovinazzo

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Troncato semipartito: nel primo, di azzurro, alle due grandi foglie di quercia, poste in fascia, unite nei piccioli, di verde, con la ghianda d’oro, centrale, posta in palo all’insù, unita ai detti piccioli; nel secondo, di rosso, ai due strumenti per la lavorazione della pietra, decussati, la mazza posta in banda, attraversante, il “bac” (scalpello), posto in sbarra, entrambi gli strumenti con il ferro di nero e il manico di azzurro; nel terzo bandato di argento e di rosso”.

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo partito di bianco e di verde…”

Colori del gonfalone: bianco, verde
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    19 Giugno 1998