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Info
- Codice Catastale: H219
- Codice Istat: 5089
- CAP: 14030
- Numero abitanti: 1678
- Nome abitanti: refrancoresi
- Altitudine: 150
- Superficie: 13.15
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 13.0
- Comuni confinanti:
Asti, Castagnole Monferrato, Castello di Annone, Montemagno Monferrato, Quattordio (AL), Viarigi
- Santo Patrono: san Dionigi
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
La zona era probabilmente abitata già in epoca romana, come documentato da alcuni reperti venuti alla luce durante i lavori agricoli.
L’evento storico più importante, però, è, secondo Paolo Diacono, una violenta battaglia tra Franchi e Longobardi che avvenne nei pressi di Refrancore, nella Valle dellas Gaminella nel 663. La battaglia fu appannaggio dei Longobardi tanto che i Franchi «riempirono il torrente con il loro sangue». Fu così che il torrente rese il nome di «rivus ex sanguine francorum» nome che si trasferì anche al paese di Rivus Francorum sorto nelle vicinanze. Storicamente il fatto non pare sufficientemente appurato, ma la spiegazione non è priva di fascino.
Nel dicembre del 1197 il nome del paese, Rivo franchoris, appare per la prima volta in un documento come pertinenza del potente feudo imperiale di Annone. Il podestà di Asti, Alberto de Fontana, decretò il possesso inalienabile da parte del Comune di Asti del «Castello di Annone col borgo e il villaggio, con Refrancore, con Cerro e con Foresto…»; pochi giorni dopo Asti investì Enrico di Quattordio di tali possedimenti.
Nel XIV secolo, Refrancore diventa autonomo svincolandosi da Annone. Nel maggio del 1355 l’imperatore Carlo IV di Boemia, nomina suo Vicario imperiale il Marchese Giovanni di Monferrato, concedendogli numerose investiture tra le quali il feudo di Rivus franchorium.
Le vicende del feudo seguirono quelle del Marchesato di Monferrato. Refrancore fu concesso dai marchesi a diversi feudatari, tra i quali Bernardo Valperga di Mazzè, Mercurino Arborio di Gattinara e Costantino e Aranito Comneno, principi di Macedonia. La richiesta del 27 agosto 1450 di Francesco Sforza mette in evidenza il legame feudale. Chiede, infatti, che si restituiscano il castello e la terra di Refrancore e i capitoli tra Gugliemo VIII di Monferrato e la comunità refrancorese.
Nel 1547 Aranito Comneno vendette Refrancore al nipote Leonardo di Tocco, principe di Acaja e di Montemiletto, discendente di un’illustre stirpe longobarda del beneventano, imparentata, come si è già accennato, con i principi di Macedonia e, dal XVIII secolo, con la casa reale di Scozia, gli Stuart. La famiglia, importante e molto potente, resse il feudo fino al 1829 ma risiedette a Napoli e non si curò molto del paese che divenne vittima degli avidi procuratori locali.
Lo stemma comunale è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica del 12 agostpo 1968e si blasona: «D’azzurro al castello d’argento, torricellato di 3 pezzi del medesimo, aperto e finestrato del campo, fondato su campagna di verde solcata da una riviera di rosso. Il tutto abbassato da un capo di rosso, caricato da una stella d’oro a 5 punte. Sotto lo scudo, su lista svolazzante d’azzurro con le estremità bifide, il motto: “Fuso ex sanguine libertas “. Ornamenti esteriori da Comune». Il gonfalone invece è un «drappo partito di azzurro e di bianco…».
Lo stemma accoglie l’etimologia forse più leggendaria, ma anche più apprezzata nel Comune. Infatti, sulla pianura di verde scorre un fiume rosso sangue (elemento alquanto poco usato con questo smalto) che si vorrebbe fosse il sangue dei Franchi uccisi nella battaglia che si è svolta nei pressi del paese.
Note di Bruno Fracasso