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Info
- Codice Catastale: H184
- Codice Istat: 69071
- CAP: 0
- Numero abitanti: 1403
- Altitudine: 0
- Superficie: 20.23
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 0.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Lo stemma del Comune di Rapino si blasona: “d’azzurro alle lettere maiuscole R e A d’argento, abbassate, ordinate in fascia, sormontate dall’aquila con il volo chiuso, in profilo, rivoltata, d’oro. Ornamenti esteriori da Comune”.
L’aquila è l’animale totemico di Zeus, il cui culto era diffuso nella zona già dal periodo preromano e sovrasta le iniziali del toponimo.
È probabile un sottile gioco di parole con la tipologia dell’animale, detto “da rapina” (sinonimo di “rapace”) e il nome del paese.
Il Comune è stato insignito della Croce di guerra al valor militare il 26 maggio 1975 per il comportamento eroico tenuto durante i nove mesi di dura lotta partigiana” “… non si piegò mai alla barbara tracotanza dell’oppressore, fornendo un valido contributo di sangue generoso, di combattenti, di sofferenze e il valore alla causa della liberazione. Zona di Rapino, Settembre 1943 – Giugno 1944”.
Centro di antichissimo insediamento, come dimostra la statuetta della “dea di Rapino” rinvenuta presso la Grotta del Colle e attualmente conservata al museo archeologico La Civitella di Chieti. Sempre nella stessa zona è stata rinvenuta la “Tabula Rapinensis“, una piccola lamina in bronzo di 15 per 15 cm con iscrizioni in lingua marrucina che, dopo diverse peripezie, è oggi conservata al museo Puškin delle belle arti di Mosca. Nel testo, che riporta una legge sacra legata al culto di Giove e Giovia, viene menzionata la “Touta Marouca“, cioè il popolo dei Marrucini, e la “ocre Tarincria“, il vicino insediamento fortificato di Civita Danzica.
In epoca medievale divenne un possedimento dei benedettini dell’abazia di San Salvatore a Maiella. Di questo periodo sono le prime testimonianze del paese, risalenti al IX secolo e comprese nel “Memoratorium” dell’abate Bertario di Montecassino.
Dall’XI secolo compaiono documenti dell’archivio di San Salvatore e i riferimenti all’abitato e al territorio di Rapino diventano numerosi: testimonianza dell’importante dell’importanza del centro per il versante orientale della Majella.
Nel XV secolo, a causa della decadenza dell’Abbazia di San Salvatore, Rapino fu infeudata alla famiglia Orsini e successivamente dai Colonna di Roma fino all’abolizione della feudalità.
Nel 1811 l’antico territorio del feudo abbaziale di San Salvatore a Majella fu diviso tra i Comuni di Rapino, Pretoro ed una parte direttamente soggetta al Regio Demanio.
Nota di Massimo Ghirardi