Comune di Ranzo – (IM)
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Info
- Codice Catastale: H180
- Codice Istat: 8048
- CAP: 0
- Numero abitanti: 576
- Altitudine: 118
- Superficie: 11.73
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 36.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Il toponimo antico di Ranzo, paese della valle Arroscia, nella forma Rancio è documentato dal XIII secolo, derivato probabilmente dal personale latino Rantius, un possidente di epoca imperiale romana. Ma l’insediamento è molto più antico: alla popolazione protostorica si sostituì una tribù Ingauna, parte dei Liguri, che colonizzò tutto la regione dell’attuale entroterra imperiese.
In epoca carolingia fu compreso nel contado di Albegna (Alb-Ingaunum) e, successivamente nella marca Arduinica, alla dissoluzione della quale pervenne ai marchesi di Clavesana, che fortificarono il centro per resistere alle mire espansionistiche del Comune di Albenga, incrementando le difese del precedente castello del X secolo, sorto per difendere la popolazione dagli attacchi dei Saraceni.
Nel 1355 una parte del territorio venne ceduto dai Clavesana ad Emanuele e Aleramo marchesi Del Carretto, mentre il restante fu acquisito nel 1358 alla Repubblica di Genova, la quale ne mantenne il signore feudale: Emanuele di Clavesana, da quel momento fedele a Genova.
Per risolvere i contrasti giurisdizionali tra i Ceva, i Del Carretto e i Clavesana, il doge Antoniotto Andorno emanò un “lodo” nel quale si stabilì la cessione da parte dei Del Carretto di tre quarti di Ranzo alla Repubblica Genovese, legando però la facoltà di conservarli come semplici feudi: la famiglia Del Carretto risultò quindi proprietaria esclusiva di un quarto del territorio di Ranzo e feudataria, per conto di Genova, dei restanti tre quarti.
Nel 1393 il nobile Giovanni di Saluzzo, marchese di Clavesana, cedette definitivamente l’intero territorio di Ranzo alla Repubblica di Genova che unì questa parte di territorio al capitaneato di Pieve di Teco, organizzazione che rimase in vigore fino alla dominazione napoleonica di fine XVIII secolo.
Nel 1804 il comune assorbì i territori dei soppressi comuni di Bacelega e Costa Bacelega. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne compreso nel Dipartimento di Montenotte.
Nel 1815 il territorio fu inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilito dal Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d’Italia, dal 1861. Dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel V mandamento di Pieve di Teco del Circondario di Porto Maurizio facente parte della Provincia di Porto Maurizio (dal 1923 Provincia di Imperia).
Nel 1928 il comune di Ranzo fu soppresso e aggregato al territorio comunale di Borghetto d’Arroscia, ma poi ricostituito nel 1947.
L’emblema civico di Ranzo riporta, in campo azzurro, il monogramma di Cristo (YHS, variante di IHS: per “Iesus Hominum Salvator”: Gesù Salvatore degli Uomini), in caratteri gotici dorati, con la lettera H crociata nell’asta e cimata da una corona a tre punte.
È stato concesso con D.P.R. del 7 maggio 1997.
Il monogramma IHS nasce nel III secolo dalla necessità, da parte dei copisti di manoscritti greci del Nuovo Testamento, di rendere in maniera abbreviata il nome di Gesù (in greco ΙΗΣΟΥΣ). Mentre nella tradizione bizantina si preferì la forma ΙC (iota + sigma lunato) in occidente si preferì la forma ΙΗΣ (iota + eta + sigma), passata poi nelle traduzioni latine come IHS (talvolta resa con YHS per lo scambio diffuso nel Medioevo di I con Y). Nel periodo medievale si perse la conoscenza del greco e la Η fu ritenuta non più una eta greca ma bensì un’acca latina, per spiegare la presenza di quest’ultima si lesse quindi il monogramma variamente come: Jesus Hominun Salvator, Jesus Homo Salvator, In Hoc Salus, Jesus Hostia Salutaris. Il fatto di essere usato quale stampo per ostie lo diffuse grandemente, inoltre l’utilizzo in forma minuscola ihs, tramite l’incrocio tra l’asta dell’acca e il trattino di abbreviazione, portò alla formazione della croce che poi divenne una presenza costante. Altro impulso alla sua diffusione ne diede san Bernardino da Siena (1380-1444) che lo utilizzò molto nelle sue missioni al popolo e prediche. Infine venne adottato da sant’Ignazio di Loyola sul frontespizio delle sue pubblicazioni (ad esempio sulla prima edizione degli “Esercizi spirituali”) e nel sigillo della Compagnia di Gesù, ordine da lui fondato; nel proprio emblema la Compagnia inserì in seguito, quale segno caratteristico, i tre chiodi della Croce.
Oltre che nello stemma di Ranzo l’IHS compare anche all’interno degli emblemi di:
- Casale Monferrato (AL) ([…] sul tutto una rotella d’azzurro raggiata d’oro al monogramma di Cristo: I. H. S. d’argento; D.C.G. 17 dicembre 1936), inserito in segno di riconoscenza dopo che nel 1418 la visita di san Bernardino da Siena aveva riportato la pace tra due le fazioni dei Grassi e dei Cani in cui era divisa la cittadinanza;
- San Salvatore di Fitalia (D’argento all’aquila coronata di nero, caricata, in cuore dalle sigle d’oro del Nome SS. di Gesù, D.M. 3 maggio 1907) quale segno parlante;
- Oliena (NU) (semipartito troncato: […] il 2º, di rosso, vestito di verde, alle lettere maiuscole d’oro I H S, ordinate in fascia sul rosso, D.P.R. 8 marzo 2006), il cui santo patrono è Ignazio di Loyola
- Uggiano la Chiesa (LE) ([…] al sole raggiante d’oro, caricato di un’Ostia d’argento con il nome di Gesù consistente nella sigla IHS sormontata da una croce ed avente al di sotto tre chiodi incrociati nelle punte, il tutto di nero […]; D.P.C.M. 20 febbraio 1958) già baronia dell’arcivescovo di Otranto; anche il PHS presente nello stemma de L’Aquila (città dove san Bernardino da Siena si spense) viene spesso ritenuto un “fraintendimento” dell’IHS.
Nota di Massimo Ghirardi, Giovanni Giovinazzo e Davide Papalini
Bibliografia:
AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997, p. 625.
Passarelli (Pasquale). LIGURIA. Collana “Comuni d’Italia”, Istituto Enciclopedico Italiano, Acquaviva d’Isernia 2001, p. 141.
STEMMA RIDISEGNATO

Fonte: Giancarlo Scarpitta
Fonte: Archivio Centrale dello Stato
Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“D’azzurro, al monogramma di Gesù (y h s) in caratteri gotici, con la h centrale crociata, cimata dalla corona all’antica di tre punte visibili e con la traversa esigua e aguzzata, il tutto d’oro. Ornamenti esteriori da Comune”.
ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
GONFALONE RIDISEGNATO

Fonte: Giancarlo Scarpitta
Disegnato da: Bruno Fracasso
GONFALONE UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo di giallo…”
COLORI
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune