Comune di Priverno – (LT)
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Info
- Codice Catastale: G698
- Codice Istat: 59019
- CAP: 4015
- Numero abitanti: 14369
- Nome abitanti: privernati
- Altitudine: 151
- Superficie: 56.81
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 30.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Fino al 1928 si denominava Piperno, dal 14 luglio cambia denominazione in quella attuale di Priverno, recuperando il nome dell’antica città romana.
Le origini di Priverno risalgono al periodo protostorico e ci sono testimonianze dell’esistenza di un insediamento risalenti ad almeno quattro secoli prima di Roma (XII sec a.C).
Le prime notizie storiche si devono a Tito Livio, che descrive la città di Privernum come un potente centro Volsco del IV secolo a.C. che, a seguito di lunghe lotte, venne sottomesso da Roma per opera di Lucio Emilio Mamercino detto Privernate e Gaio Plauzio Deciano che, per questa difficile vittoria, furono eletti entrambi consoli.
Nel 329 a.C. il centro venne completamente distrutto e la ricostruzione del nuovo centro avvenne per opera dei Romani nella piana di Mezzagosto, lungo il fiume Amaseno, dando origine alla colonia romana di Privernum, che divenne rapidamente una città ricca e avanzata, come testimoniato dai numerosi reperti archeologici ritrovati.
Nel 312 a.C. grazie alla costruzione della via Appia, per iniziativa del censore Appio Claudio Cieco, Privernum acquisì un’importanza strategica per il commercio e la città divenne una colonia militare con accampamento fortificato che dominava tutto il territorio circostante.
Intorno al 161 a.C. venne munita di mura, dotata di un acquedotto, una sviluppata rete di fognature e una diga sul fiume Amaseno che consentiva di irrigare i campi.
Nel 48 a.C. Privernum diventa municipium.
La città di Privernum continuò a crescere anche sotto Lucio Vero e Marco Aurelio.
Nel 189 d.C. però la popolazione venne decimata da un’epidemia di peste. Nel 455 d.C. Roma venne saccheggiata; in questo periodo cessarono le opere di manutenzione della via Appia, che tornò in buona parte allagata e impraticabile, così il traffico commerciale si trasferì sulla strada pedemontana. Privernum rimase comunque un punto di sosta dove riposarsi prima di proseguire il cammino e, nell’VIII secolo, elevata a sede vescovile (oggi unita in quella di Latina-Priverno-Terracina-Sezze).
La città venne devastata nel IX secolo dalle invasioni barbariche e saracene, per difendersi dalle quali la popolazione abbandonò il sito dell’antica Privernum e, secondo la tradizione, fondò nuovi centri sui monti circostanti, tra le quali l’attuale Priverno sul Colle Rosso, e i centri di Sonnino, Roccasecca, Maenza e Roccagorga.
Fino alla conquista piemontese, la città appartenne allo Stato Pontificio, nella provincia di Campagna e Marittima, successivamente, dal 1870, fece parte del circondario di Frosinone fino alla sua abolizione nel 1927. Dalla fondazione di Latina (fino al 1946 Littoria), appartiene alla provincia omonima.
Lo stemma cittadino ha avuto una lunga e complessa vicenda, raccontata nel volume dedicato dallo storico locale Giuseppe Jannicola.
Pare che in origine la città si rappresentasse attraverso un serpe attorcigliato in palo, detto oscorzone(Hierophis viridiflavus, noto come biacco), che l’erudito domenicano Teodoro Valle, attribuisce ai Volsci, tribù degli Osci, come loro insegna, in particolare al mitico re Osco che l’avrebbe adottata per l’assonanza tra il greco ophis (serpe) col proprio nome.
In effetti, nel cortile della cattedrale si trova uno scudo gotico con un serpe, e il motto NON MORDEO NII LESUS [sic] (“Non mordo se non sono molestato”) che si vuole primitivo emblema cittadino.
Nel XVI secolo lo scudo con il serpe andrà a collocarsi in petto ad un’aquila con le ali spiegate, tenente con le zampe un arco con tre frecce incoccate, il tutto dentro un ulteriore scudo.
Dal XIV secolo è invece una “nuova arma” del Comune, della quale rimane un esemplare sul muro della chiesa di San Tommaso, con un albero attraversato da un leone passante.
Infine nel XVII secolo “l’arme nuova” andrà a sostituire definitivamente quella col serpe in petto all’aquila, con la curiosa aggiunta di una testa, forse femminile, tenuta a terra dal leone con la zampa destra. La testa è stata interpretata da G. Jannicola come una testa di Medusa, simbolica dell’azione di governo (in greco medousasignifica: “governatrice”) della città. Allo stato, in mancanza di documenti certi, l’ipotesi rimane plausibile e suggestiva, tipica dell’elaborazione erudita del tempo; ma non si esclude che il mostro anguicrinito sia un simbolo di una minaccia sconfitta, come ad esempio la “mal aria” delle paludi pontine, sconfitta (anche) dall’opera degli uomini di Priverno proseguendo le bonifiche già iniziate dai Romani e incentivate dai cistercensi della vicina abbazia di Fossanova (frazione di Priverno), analogamente alla vicina Itri.
L’aquila è quella imperiale romana, a sua volta derivata da quella di Giove, padre degli dei, che teneva con gli artigli un fascio di folgori (nella versione priverniate ridotto inizialmente a tre frecce e, attualmente, a due lance).
L’albero dietro il leone (ma, in alcune versioni, davanti) è stato interpretato anche come un albero di pepe (piper in latino), in funzione “parlante” con il vecchio toponimo della città: Piperno. Un modello che troviamo anche a Viterbo (in quello si vede una palma).
Lo stemma in uso da parte della città è stato riconosciuto con D.P.C.M. dell’11 novembre 1952, col blasone:
«D’argento, all’aquila al naturale, dal volto abbassato, linguata di rosso, tenente fra gli artigli due lance dello stesso, poste in croce di Sant’Andrea, con le punte in basso, caricata in petto di uno scudo d’azzurro, all’albero di verde, nodrito su una campagna dello stesso, il fusto attraversato da un leone passante d’oro, linguato di rosso, tenente con la branca anteriore destra, per i capelli, una testa d’uomo, decapitata. Intorno all’aquila su lista di azzurro, con le estremità bifide in alto, la scritta: Privernum, Metropolis Volscorum. Ornamenti esteriori da Città.»
Il motto ricorda il ruolo di Priverno come capitale dei Volsci.
Il gonfalone, concesso il mese successivo, con D.P.R. del 1º dicembre 1952 si blasona: “Drappo portato di azzurro e di bianco riccamente ornato di ricami d’oro e caricato dello stemma civico con l’iscrizione centrata in oro: Città di Priverno. Le parti di metallo ed i cordoni dorati. L’asta verticale ricoperta di velluto dai colori azzurro e bianco, alternati, con betulle dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma della città e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati di oro”.
È in uso anche una bandiera, liberamente adottata, che si presenta partita d’argento e d’azzurro.
La città ha ricevuto la Medaglia d’argento al merito civile il 10 settembre 2004 con la motivazione: «Comune occupato dalle truppe tedesche, impegnate a bloccare l’avanzata alleata, fu oggetto di violenti rastrellamenti e razzie e di devastanti bombardamenti che provocarono la morte di numerosi cittadini e la quasi totale distruzione dell’abitato. La popolazione seppe resistere alle più dure sofferenze, offrendo ammirevole esempio di coraggio e amor patrio. Priverno (Latina), 1943 – 1944».
Nota di Massimo Ghirardi
Bibliografia:
AA.VV. 1997 – Dizionario di Toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino, p.616.
Jannicola (Giuseppe) 2024 – Studi storici sullo Stemma Civico della città di Priverno. Ed. i proprio
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
Fonte: Archivio Centrale dello Stato
Reperito da: Giovanni Giovinazzo
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“D’argento, all’aquila al naturale dal volto abbassato, linguata di rosso, tenente fra gli artigli due lance dello stesso, poste in croce di Sant’Andrea, con le punte in basso, caricata in petto da uno scudo d’azzurro, all’albero di verde, nodrito su una campagna dello stesso, il fusto attraversato da un leone passante d’oro, linguato di rosso, tenente con la branca anteriore destra, per i capelli, una testa d’uomo, decapitata. Intorno all’aquila su lista di azzurro, con le estremità bifide in alto, la scritta: “Privernum, Metropolis Volscorum”. Ornamenti esteriori da Città”
ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
Stemma sul soffitto della sala consiliare.

Stemma sul soffitto di Palazzo Antonelli

Stemma antico della città.

GONFALONE RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
Fonte: Archivio Centrale dello Stato
Reperito da: Giovanni Giovinazzo
GONFALONE ACS

GONFALONE UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo partito di azzurro e di bianco riccamente ornato di ricami d’oro e caricato dello stemma civico con l’iscrizione centrata in oro: Città di Priverno. Le parti di metallo ed i cordoni dorati. L’asta verticale ricoperta di velluto dai colori azzurro e bianco, alternati, con betulle dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma della città e sul gambo inciso il nome. Gravatta e nastri tricolori dai colori nazionali frangiati di oro.”
COLORI
PARTIZIONI
ALTRE IMMAGINI
BANDIERA RIDISEGNATA

Disegnato da: Massimo Ghirardi
BANDIERA UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo partito di azzurro e di bianco…”
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune
Antico diritto