Comune di Portomaggiore – (FE)

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Info
  • Codice Catastale: G916
  • Codice Istat: 38019
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 12445
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 126.44
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Portomaggiore prende il nome dall’importante porto fluviale che sorgeva nella vasta laguna della Valle Padusia (ossia “Valle del Po”, scomparsa con le bonifiche medioevali) alla foce del fiume Sandalo (un braccio secondario del Po) e che faceva parte di una vasta rete di vie d’acqua che collegava i centri abitati della regione attraverso la Fossa di Porto, il Po di Primaro e il fosso Persico e, attraverso le Valli di Comacchio, con il mare.

 

Il centro ha antiche origini e assunse un profilo di villaggio nel XII secolo sviluppandosi su un terreno strappato alle paludi delle valli del Mezzano dove sorgerà una pieve, detta Santa Maria in Porto, dipendente dal vescovo di Ravenna.

 

Nel 1249 la località assumerà il toponimo attuale.

 

Per la sua importanza economica e strategica fu lungamente conteso tra gli arcivescovi di Ravenna e quelli di Ferrara. Nel 1119 l’imperatore Arrigo VI favorì Ferrara, spostando i confini fino alla Fossa di Bosio e comprendendo quindi anche Portomaggiore.

 

Un altro diploma imperiale, settantasei anni dopo, restituì però ai ravennati le “Terre di Porto”. I ferraresi tuttavia continuarono a considerare la Fossa di Bosio come confine naturale e a pretendere il controllo sui centri di Portomaggiore, Sandolo, Maiero, Ripapersico, Consandolo e Portoverrara che, solo nel 1277, si poterono dire definitivamente ferraresi perché delimitati da una fossa fatta costruire da Azzo Novello d’Este proprio allo scopo di delimitare i propri confini.

 

Gli Estensi governarono Portomaggiore per tutto il periodo della durata del Ducato di Ferrara, fino alla “Devoluzione” imposta allo Stato Pontificio nel 1598, apportandovi notevoli migliorie, soprattutto attraverso lavori di bonifica, e costruendovi il castello.

 

Papa Clemente VIII venne nel ferrarese per prendere personalmente possesso dei territori (che, formalmente, appartenevano alla Chiesa) ritornati nelle proprie mani, il 2 ottobre 1598 era a Portomaggiore, dove celebrò una messa nella chiesa di San Francesco.

 

Lo stemma civico, del quale non è stato possibile stabilire l’antichità, anche se in una risposta al censimento del card. Gaetano Bedini (in vista di una visita papale, mai realizzata) il Comune afferma che: “L’epoca in cui questo Stemma sia stato dalla Comunità assunto, o concesso non si conosce perché nelli brigantaggi del 1799 e 1809 fu abbruciato quest’Archivio Comunale, che rimontava al 1300. Tale Stemma però si vedeva dipinto sullo schienale del Banco per le Autorità che esisteva in questa Chiesa Collegiata e si rilevava da un antichissimo Timbro di ferro smarrito da qualche tempo”.

 

Si può blasonare:

 

Campo di cielo nuvoloso al naturale, alla barca rivoltata dal fasciame bruno al naturale, fornita di vela quadra spiegata d’argento, fuoriuscente dal cantone destro della punta e vogante in un mare calmo d’azzurro in direzione di un faro in raffigurazione naturalistica, fondato sopra un terreno di verde, movente dal cantone sinistro della punta; sull’estremità del terreno in prossimità del mare sono depositati, per il carico, due barili al naturale, l’uno coricato, l’altro ritto e ai quali è appoggiata una balla di mercanzia ravvolta in una tela d’oro, legata di nero; al capo campo di cielo, sostenuto da una divisa d’oro, carico di tre stelle a cinque raggi del medesimo, male ordinate”.

 

Le stelle probabilmente alludono ai tre territori uniti a formare la circoscrizione amministrativa nella sua massima estensione storica: il capoluogo (in posizione leggermente più elevata) e i due territori degli ex “Comuni Appodiati” di Voghiera e Masi Torello (oggi comune autonomo).

 

Il gonfalone, che è costituito attualmente da un “Drappo di bianco…”, mostra lo stemma e un esuberante ricamo argenteo di ispirazione rinascimentale, con sfingi e racemi.

 

Il comune mostra anche una bandiera: “Drappo partito di azzurro e di giallo…”.

 

Di nessuno di questi emblemi si ha notizia della formale concessione.

 

Giancarlo Scarpitta ha ritrovato, in un volume del 1976, una blasonatura diversa: “Di cielo e di mare ondoso, alla barca con la vela spiegata, uscente dal fianco destro dello scudo e movente verso il molo sormontato dalla torre del faro, il tutto al naturale; col capo di azzurro, sostenuto dalla fascia d’oro e caricato dalle tre stelle di argento di cinque raggi, poste l’una accanto all’altra”.

 

Il comune di Portomaggiore è gemellato con la città russa di Petrozavodsk, capitale della Repubblica di Carelia e capoluogo della regione di Prionežskij.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Si ringrazia Alessandro Neri per la gentile collaborazione

 

 

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997, p. 605.

Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna. GLI STEMMI DEI COMUNI E DELLE PROVINCE DELL’EMILIA-ROMAGNA, Compositori, Bologna 2003, p.356.

Plessi G. GLI STEMMI DEI COMUNI DELLE QUATTRO LEGAZIONI, Forni, Bologna 1999, p. 441.

Reperito da: Anna Bertola

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

Campo di cielo nuvoloso al naturale, alla barca rivoltata dal fasciame bruno al naturale, fornita di vela quadra spiegata d’argento, fuoriuscente dal cantone destro della punta e vogante in un mare calmo d’azzurro in direzione di un faro in raffigurazione naturalistica, fondato sopra un terreno di verde, movente dal cantone sinistro della punta; sull’estremità del terreno in prossimità del mare sono depositati, per il carico, due barili al naturale, l’uno coricato, l’altro ritto e ai quali è appoggiata una balla di mercanzia ravvolta in una tela d’oro, legata di nero; al capo campo di cielo, sostenuto da una divisa d’oro, carico di tre stelle a cinque raggi del medesimo, male ordinate“.

Tratto da “Stemmario della Regione Emilia-Romagna”

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI

Stemma del 1976 così blasonato:

Di cielo e di mare ondoso, alla barca con la vela spiegata, uscente dal fianco destro dello scudo e movente verso il molo sormontato dalla torre del faro, il tutto al naturale; col capo di azzurro, sostenuto dalla fascia d’oro e caricato dalle tre stelle di argento di cinque raggi, poste l’una accanto all’altra”.

Disegnato da: Massimo Ghirardi e Pasquale Fiumanò

BLASONATURA

“Drappo di bianco…”

COLORI
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Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Drappo partito di azzurro e di giallo…”

ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
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