Comune di Pontenure – (PC)

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Info
  • Codice Catastale: G852
  • Codice Istat: 33037
  • CAP: 29010
  • Numero abitanti: 6365
  • Nome abitanti: pontenuresi
  • Altitudine: 65
  • Superficie: 33.81
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 9.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Citato per la prima volta come “fundus” nel IX secolo, presso il ponte sul torrente Nure, che è all’origine del nome del luogo.

Nel X secolo è noto un “castrum” cioè un edificio fortificato o, più probabilmente, una borgata cinta da mura atte a proteggere la popolazione.

Nel XII secolo i pontenuresi si danno ordinamento di Libero Comune, pur gravitando nell’area Piacentina, nel 1117 fu teatro di una sanguinosa battaglia tra i piacentini e i parmigiani.

Nel 1216 il castello fu distrutto, in questo periodo era feudo dei Mancassola. Nel corso del XIII secolo sorge lo “spedale” per il ricovero dei pellegrini lungo la Via Æmilia.

Successivamente passa ai Visconti con un atto clamoroso: i guelfi e i ghibellini locali si alleano in un unico partito e si consegnano spontaneamente a Galeazzo Maria Visconti che, nel 1316, fa restaurare e fortificare il castello dei Mancassola. Che però nel 1337 fu distrutto dai mercenari di Azzone Visconti, che voleva impedire che diventasse un possibile rifugio per i nemici e un intralcio per le comunicazioni tra Piacenza e Borgo San Donnino (l’attuale Fidenza).

Passato, col territorio di Piacenza, al Ducato dei Farnese che Paolo III eresse per il figlio Pier Luigi nel 1545 e successivamente dei Borbone-Parma, nel 1748 fu feudo dei Cigala-Fulgosi e, alternatamente, dei Fantoni.

Il territorio dell’attuale frazione Paderna fu assegnato ad Antonio Camillo Marazzani Visconti; mentre quello di Muradello al conte Alessandro Nicelli, Valconasso a Gian Francesco IV Marazzani.

L’Amministrazione Napoleonica assegnò Pontenure al Dipartimento del Taro (dal quale si originò la Provincia di Parma). La duchessa Maria Luigia d’Asburgo-Lorena, seconda moglie di Napoleone I (alla quale venne assegnato pro tempore il Ducato di Parma e Piacenza) fece ricostruire nel 1833 il ponte sul Nure. Con la morte di Maria Luigia, nel 1847, il Ducato tornò a Carlo II di Borbone-Parma. Per finire poi nel Regno di Sardegna insieme ai territori parmigiani e piacentini.

Con Regio Decreto del 13 gennaio 1931 Vittorio Emanuele III concede al Comune di Pontenure uno stemma: “Di rosso a tre dadi d’argento posti 2.1”. Il dado è in realtà una variazione dell’emblema di Piacenza: il tradizionale “quartiere” o “quadrato di Sant’Antonino” (vedi: Piacenza), il numero di tre vuole simboleggiare anche le frazioni di Muradello, Paderna e Valconasso.

Note di Massimo Ghirardi

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.
AA.VV. STEMMI DEI COMUNI E DELLE PROVINCE DELL’EMILIA-ROMAGNA, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.
Romolotti (Giuseppe) a cura di. STORIA E GUIDA AI COMUNI EMILIANI. Il Quadrato, Milano 1972.

BLASONATURA

“Di rosso a tre dadi d’argento posti 2.1”.

R.D. 13 gennaio 1931

SMALTI
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BLASONATURA

“Drappo partito di bianco e di rosso…”

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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Regio Decreto (RD)
    concessione
    13 Gennaio 1931

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