Comune di Pomarance – (PI)

no comune

Informazioni

  • Codice Catastale: G804
  • Codice Istat: 50027
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 6054
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 227.53
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Il toponimo curioso del Comune, che col tempo si è assestato su “Pomarance” per la similitudine a “melarancia” (antico nome dell’arancia), era RIPOMARANCIA nel 1128 e RIPA MARRANCII nel 1218, probabilmente derivati da “ripa” e dal personale etrusco Arrantia, che potrebbe essere stata proprietaria di estesi territori della zona.

Non è chiara l’origine dello stemma di Pomarance, anche se il leone fu emblema dei potenti vicini la  Repubblica di Siena, e quella di Firenze (il celebre “marzocco”che, nella figurazione tradizionale, sorregge uno scudo con il giglio) quest’ultima governò il territorio della Val di Cecina dal 1472.

Solo col riconoscimento del Decreto del Capo del Governo Mussolini del 3 luglio 1930 (“D’argento, al leone di rosso, tenente un ramo di arancio”) il ramo tenuto dal leone fu mutato in un ramo d’arancio, in funzione “parlante” e richiamante il toponimo; di certo nello stemma precedente il leone teneva un ramo d’alloro.

Secondo Gian Piero Pagnini anticamente la Podesteria innalzava una stemma con una torre al naturale (color pietra) ma proprio con l’istituzione del dominio fiorentino, allorché il 4 novembre 1472 Pomarance fu nominata sede del Vicariato della Val di Cecina, si decise di far scolpire un “marzocco” da mettere nella piazza del paese e molte case furono “decorate” con il leone fiorentino. Probabilmente ad allora risale il leone civico.

Blasone nostro: “Di rosso, al leone tenente un ramo d’arancio, il tutto d’oro”.

Nel territorio del Comune si trova la nota località di Larderello che adottò questo nome nel 1846 da François de Larderel che, nel 1818, aveva iniziato l’estrazione dell’acido borico dai “Lagoni di Montecerboli” le paludi dove gorgogliano acque ad alta temperatura. Attraverso pozzi artesiani (detti “soffioni”) si estrae il vapore e, dal 1905, lo si utilizza per ricavarne energia elettrica.

Nota di Massimo Ghirardi

Si ringrazia Alessandro Neri per la gentile collaborazione.

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Utet, Torino 1997 (prima edizione 1990).

Pagnini (Gian Piero) a cura di, GLI STEMMI DEI COMUNI TOSCANI AL 1860. Polistampa, Giunta Regionale Toscana, 1991

Pellegrini (Giovanni Battista) DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’argento, al leone di rosso, tenente un ramo di arancio”

Colori dello scudo:
argento

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo di rosso, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dallo stemma comunale con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto rosso, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento”.

D.P.R. 12 gennaio 2007

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    3 Luglio 1930

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    12 Gennaio 2007