Comune di Pian Camuno – (BS)

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Info
  • Codice Catastale: G546
  • Codice Istat: 17142
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 4369
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 11.08
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
  • Comuni confinanti:

    Artogne, Costa Volpino (BG), Pisogne, Rogno (BG)

  • Santo Patrono: sant'Antonio abate
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Pian Camuno si trova in bassa Val Camonica, a poca distanza dal Lago d’Iseo, in un territorio prevalentemente montuoso, sulla riva del fiume Oglio, che separa la provincia bresciana da quella bergamasca. Il territorio è suddiviso in frazioni tra cui Solato, Vissone e Beata, condivide con il Comune di Artogne la località di Montecampione.

 

Il toponimo deriva dal latino planus, area piana, unito al determinante camuno, cioè appartenente alla Val Camonica aggiunto al Precedente Piano per effetto del RD dell’11 gennaio 1863. Un disegno di Leonardo da Vinci con la mappa del Sebino e della Valle Camonica datato 1510 annota il Comune come Pià.

 

L’antico paese di Piano era alla “Corte Predellas” confermata dall’imperatore Lotario I al monastero di Santa Giulia di Brescia il 15 dicembre 837.

La comunità della vicinia di Piano è presente con i nobili Sterno e Alberto de Pratelli all’accordo coi Signori della Valle nel 1200.

 

Il 12 marzo 1233 la famiglia guelfa dei Brusati è infeudata delle terre di Piano.

 

Nel 1804 Piano viene unito ad Artogne come frazione di quel Comune.

 

Tra il 1816 e il 1859 il comune assume la denominazione di Comune di Piano con Beata, Solato e Vissone. Dal 1859, con l’annessione al Regno d’Italia, diviene Piano, poi Pian Camuno nel 1863.

 

Tra il 1927 e il 1957 Pian Camuno e Artogne sono nuovamente fusi in un unico comune denominato Pian d’Artogne.

 

Lo stemma e il gonfalone sono stati ufficialmente concessi con D.P.R. del 23 marzo 1970, dove si blasona:«D’azzurro, all’albero di quercia al naturale, terrazzato di verde, addestrato da un sole d’oro, sinistrato da un crescente dello stesso e sormontato da tre stelle pure d’oro, male ordinate; il tutto abbassato ad un capo diminuito di rosso. Sotto lo scudo su lista di rosso con le estremità bifide, il motto in caratteri d’oro: IN TRANQUILLITATE ORDINIS

 

Il motto riecheggia il IX libro “De Tranquillitate Animis” (Sulla tranquillità dell’animo) dei “Dialoghi” di Lucio Anneo Seneca (I sec. d.C.) e dei “Moralia” di Plutarco (II sec.) e si può tradurre: “Nella tranquillità l’ordine” a simboleggiare l’esistenza pacifica e ordinata della popolazione.

L’emblema è ripreso da quello posto sulla lastra tombale del parroco don Andrea Bono, nella chiesa seicentesca di Santa Maria Rotonda.

Anche se non è chiara la motivazione con la quale venne adottato vi si può vedere una “piano”, che richiama l’antico toponimo, e le tre stelle simboliche delle frazioni di Gratacasolo, Solato e Vissone mentre l’albero è un antico simbolo di comunità, giacché sotto una grande albero si discutevano gli affari del paese.

 

Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di giallo.

 

Nota di Massimo Ghirardi

 

 

Bibliografia:

Foppoli, Marco-2011. Stemmario Bresciano. Gli stemmi delle città e dei comuni della Provincia di Brescia. Provincia di Brescia/Grafo. Brescia, p. 218.

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

«D’azzurro, all’albero di quercia al naturale, terrazzato di verde, addestrato da un sole d’oro, sinistrato da un crescente dello stesso e sormontato da tre stelle pure d’oro, male ordinate; il tutto abbassato ad un capo diminuito di rosso. Sotto lo scudo su lista di rosso con le estremità bifide, il motto in caratteri d’oro: IN TRANQUILLITATE ORDINIS. Ornamenti esteriori da Comune»

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
OGGETTI
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Disegnato da: Bruno Fracasso

Reperito da: Luigi Ferrara

BLASONATURA

“Drappo partito di rosso e di giallo…”

COLORI
PARTIZIONI
partito
ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    23 Marzo 1970

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