Comune di Pettinengo – (BI)

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Info
  • Codice Catastale: G521
  • Codice Istat: 96042
  • CAP: 13843
  • Numero abitanti: 1564
  • Nome abitanti: pettinenghesi
  • Altitudine: 664
  • Superficie: 11.47
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 9.7
  • Comuni confinanti:

    Andorno Micca, Biella, Bioglio, Callabiana, Camandona, Piedicavallo, Pila (VC), Piode (VC), Rassa (VC), Ronco Biellese, Scopello (VC), Tavigliano, Ternengo, Valdilana, Valle San Nicolao, Veglio, Zumaglia

  • Santo Patrono: santo Stefano, San Giacomo
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Il comune di Pettinengo occupa una porzione del biellese centrale a cavallo tra i bacini dello Strona di Mosso e dei suoi tributari Chiebbia e Quargnasca. Culmina con il Monte Turlo (835 m) mentre il punto più basso è situato sul fondovalle Strona al confine con Valle Mosso.

 

Al comune di Pettinengo appartiene anche una vasta isola amministrativa montana situata in alta Val Sessera e che culmina con la Cima di Bo. Limitata a nord dal crinale Sesia-Sessera ed a sud dal Torrente Dolca comprende una serie di alpeggi alcuni dei quali tuttora utilizzati durante la stagione estiva, ed una seconda, più piccola, situata a monte di Piedicavallo in alta valle del Cervo.

 

Il nome del paese deriva dal latino Pectinennum (o forse Petinaneum: “luogo dove si cardava la lana, attraverso un pectine, cioè un pettine), termine riferito, infatti, ai pettini metallici utilizzati in passato per la cardatura della lana.

 

La zona appartenne al mandamento di Bioglio, grazie all’editto emanato da Carlo Emanuele I di Savoia, in data 24 dicembre 1621, Pettinengo poté affrancarsi da Bioglio, ottenendo l’autorizzazione a erigersi a comune indipendente, con patenti ducali del 5 aprile 1623, e grazie all’intercessione dell’Infanta Maria di Savoia, figlia del duca, ebbe anche la concessione di conservare tutte le “grazie, franchigie, libertà e comodità” di cui godeva durante l’unione con Bioglio.

 

Il primo maggio 1722 venne infeudato, con titolo di Conte di Pettinengo, Giuseppe Maino, vicario di Torino. Il titolo passò quindi al suo successore, l’avvocato Carlo Antonio Maino finché, alla sua morte, il feudo venne venduto, il 13 luglio 1784, all’avvocato biellese Carlo Vincenzo De Genova.

 

Il capo dello stemma del Comune riprende i colori blasonici dello stemma della famiglia chierese Maino: “Inquartato di rosso e d’argento, con la bordatura controinquartata dell’uno nell’altro” che furono conti di Pettinengo; consignori di Capriglio, La Cassa, Cocconato.

Stemma della famiglia Maino

I De Genova, come conti di Pettinengo, alzano: “D’azzurro, all’aquila bicipite e coronata, d’oro, carica in petto di uno scudetto d’argento, crociato di rosso”.

 

La vocazione produttiva laniera, dalla quale deriva come detto anche il toponimo Pettinengo, si espresse dapprima in forma artigianale ma poi, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, assunse una dimensione industriale specie nel campo della maglieria (nel 1851 l’imprenditore Bernardo Bellia fondò il Maglificio Bellia, che in seguito ha assunto la denominazione Liabel Spa).

 

Nel 1964 cedette la frazione di Pianezze al comune di Camandona.

 

A partire dal 1º gennaio 2017 l’ex comune di Selve Marcone è stato incorporato nel territorio comunale di Pettenengo.

 

Lo stemma del comune di Pettinengo è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 24 marzo 2000, col blasone:

«D’oro, al castagno al naturale, nodrito sul colle di verde, fondato in punta; al capo diminuito, partito: nel primo interzato in fascia, di rosso, di argento e di rosso; nel secondo interzato in fascia, di argento, di rosso e di argento. Ornamenti esteriori da Comune”.

 

Il castagno era presente anche nello stemma dell’ex Comune di Selve Marcone, simboleggia la posizione geografica del Comune che si distende a circa 700 metri di quota sulle pendici sud-orientali della Cima Sant’Eurosia (823 m); la sua posizione è particolarmente panoramica, il che ha valso al paese l’appellativo di Balcone del Biellese.

 

Massimo Ghirardi e Bruno Fracasso, 2025

Reperito da: Giovanni Giovinazzo

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“D’oro, al castagno al naturale, nodrito sul colle di verde, fondato in punta; al capo diminuito, partito, nel primo interzato in fascia, di rosso, di argento e di rosso; nel secondo interzato in fascia, di argento, di rosso e di argento. Ornamenti esteriori da Comune”.

Blasonatura di Giancarlo Scarpitta

SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI

Stemma della famiglia Maino

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo di verde…”

COLORI
ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    24 Marzo 2000